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Invece, chi vive della Mia non ha bisogno di nulla, tiene tutto a sua disposizione. La mia Volontà gli dà il dominio di se stesso e quindi è padrone della forza, della luce; ma non della forza e della luce umana, ma della Divina. La sua esistenza è sempre al sicuro, ed essendo padrone, può prendere ciò che vuole, né ha bisogno di chiedere per avere. Tanto è vero che, prima di sottrarsi Adamo dalla mia Volontà, la preghiera[1] non esisteva; il bisogno fa nascere la preghiera. Se di nulla aveva bisogno, non aveva né da chiedere né da impetrare. Sicché lui amava, lodava, adorava il suo Creatore; la preghiera non ebbe luogo nell’Eden terrestre. La preghiera venne, ebbe vita dopo il peccato, come bisogno estremo del cuore dell’uomo. Chi prega, significa che ha bisogno, e siccome spera, prega per ottenere. Invece, chi vive nella mia Volontà vive nell’opulenza dei beni del suo Creatore, [vive] da padrone, e se bisogno o desiderio sente, vedendosi in tanti beni, è quello di voler dare agli altri la sua felicità e i beni della sua grande fortuna: vera immagine del suo Creatore, che gli ha dato tanto, senza restrizione alcuna; vorrebbe imitarlo, col dare agli altri ciò che possiede.” (Volume 20°, 16.11.1926)
Negli Scritti di Luisa troviamo molti insegnamenti sulla preghiera, sia di adorazione, di benedizione, di ringraziamento, di riparazione o di amore, sia d’intercessione e di petizione. Per esempio, la preghiera che Gesù rivolge al Padre nel cuore di Luisa:
“Gesù mi ha fatto sentire che pregava il Padre per me, dicendo: «Padre Santo, ti prego per quest’anima, fa’ che adempia in tutto perfettamente la nostra SS. Volontà. Fa’, o Padre adorabile, che le sue azioni siano tanto conformate con le mie, in modo tale da non potersi discernere le une dalle altre e così poter compiere su di essa ciò che ho disegnato».” (Vol. 2°, 18.08.1899).
Pregare per gli infermi è fare da medico a Nostro Signore (Vol. 2°, 03.10.1899). E se si prega per il prossimo, deve essere perché appartiene a Dio:
“Trovandomi nel solito mio stato, stavo pregando per certi bisogni del pros-simo e il benedetto Gesù, movendosi nel mio interno, mi ha detto: «Per quale fine preghi per queste persone?» Ed io: «Signore, e Tu per quale fine ci amasti?» E Lui: «Vi amo perché siete cosa mia stessa, e quando l’oggetto è proprio, [ci] si sente costretti e come una necessità ad amarlo». Ed io: «Signore, sto pregando per queste persone perché sono cosa tua, altrimenti non mi sarei interessata». E Lui, mettendomi la mano alla fronte, quasi premendola, ha soggiunto: «Ah, così è, perché cosa mia? Così va bene l’amore del prossimo». (Vol. 2°, 8.11.1903).
Gesù le spiega perché molte volte gli uomini chiedono e non ottengono, perché Dio accoglie solo quello che da Lui è uscito:
“Tutto ciò che esce da Me entra in Me. Ecco perché gli uomini si lamentano che non ottengono così facilmente quello che mi domandano, perché non sono cose che escono da Me e, non essendo cose che escono da Me, non possono così facilmente entrare in Me e uscire poi per darsi a loro, perché esce da Me ed entra in Me tutto ciò che è santo, puro e celeste. Ora, quale meraviglia se viene loro chiusa l’udienza, se le cose che domandano non sono tali? Ecco, perciò tieni tu bene a mente, che tutto ciò che esce da Dio entra in Dio”.
Chi può dire ciò che comprendevo su queste due parole? Ma non ho parole per sapermi spiegare. Ah, Signore, dammi la grazia che possa domandare tutto ciò che è santo e che sia desiderio e volontà tua, così potrai comunicarti con me più abbondantemente.” (Vol. 3°, 09.08.1900).
Clicca qui per scaricare il file completo “La preghiera di petizione: la Misericordia e la Giustizia determinano due atteggiamenti religiosi, due tipi di preghiera”.
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Mara Mary[11/01/2022 1
"MI MALATO QUANDO....
Quando smetto di credere in me stesso
Quando mi chiudo a tutte le possibilità
Quando mi vittimizzo e smetto di essere responsabile
Quando non dico come mi sento
Quando faccio pagare per ciò che non mi appartiene
Quando mi vergogno
Quando la paura mi invade
Quando non ascolto le mie emozioni
Quando non parlo dei miei sentimenti
Quando mi critico
Quando ho fissato dei limiti
Quando chiedo troppo
Quando controllo e manipolo
Quando smetto di crederci
Quando mi contraddico in quello che penso e faccio
Quando perdo fiducia nel mio essere
Quando mi giudico
Quando disapprovo costantemente
Quando smetto di sognare
Quando smetto di amarmi incondizionatamente
MI GUARIVO QUANDO...
Quando imparo ad ascoltare
Quando sono paziente nelle mie prove
Quando faccio delle pause
Quando so che me lo merito
Quando mi assumo la responsabilità
Quando ricordo di essere stato un creatore
Quando mi fido di me stesso
Quando approvo
Quando mi do la possibilità di ricominciare
Quando posso darmi il tempo di essere chiaro
Quando ti abbraccio
Quando rinuncio al controllo
Quando mi accetto
Quando vedo l'opportunità
Quando grazie
Quando mi allargo
Quando respiro profondamente e lentamente
Quando sto lontano dagli abusi
Quando ascolto il mio intuito
Quando smetto di lamentarmi
Quando riconosco le mie ombre
Quando mi amo incondizionatamente".
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