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Quindi come possiamo invertire la nostra tendenza all’ansia e rinforzare le sinapsi legate alla positività ?
La soluzione è tanto semplice quanto difficile da accettare: devi sempre andare avanti. Senza se e senza ma. A prescindere da tutto.
Vai avanti semplicemente perché puoi farlo e perché confidi che sarai in grado di affrontare qualunque cosa accada. Sopravvivrai e ne uscirai più forte e più saggio di prima.
Vai avanti non perché sai per certo che non c’è alcun rischio – non sarà mai così – ma perché preferisci una vita senza paura ad una vita ansiosa.
Vai avanti perché essere bloccati è peggio del pericolo. L’ansia sta cercando di bloccarti, non di salvarti.
Il dolore del rimorso e della frustrazione, il dolore di quella limitazione emotiva, di non essere in grado di realizzarti e fare ciò che vuoi… è un dolore più grande dell’imbarazzo o della perdita che potresti sperimentare andando avanti.
Più rifletti su questa verità , più sarai in grado di plasmare la tua mentalità verso l’ottimismo e passare da una vita ansiosa ad una vita coraggiosa, dove non è la paura a dominare tutte le tue decisioni.
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Un circolo vizioso difficile da gestire
L’ansia, quindi, è una voce interna che ci trattiene dal raggiungere i nostri obiettivi. Parlando con diversi professionisti e basandomi sulle mie esperienze di vita, a lungo andare ho compreso che il segreto per farla tacere è semplicemente provarle che si sbaglia.
Inevitabilmente, l’ansia ci porta a pensare che lo scenario peggiore si realizzerà . Che perderemo il treno, non passeremo un esame, non troveremo un lavoro soddisfacente, non guadagneremo abbastanza soldi, non saremo mai degni di amore.
Quando accade qualcosa di negativo, anche se non è lontanamente comparabile agli scenari catastrofici nella nostra testa, l’ansia riceve una conferma che il suo modus operandi è valido, che ha ragione. E quindi prosegue con i suoi schemi pregni di pessimismo e negatività .
Più pensiamo negativo e più rinforziamo la nostra ansia, anche a livello fisiologico: il concetto della neuroplasticità ci insegna che una ripetuta risposta negativa agli stimoli esterni rinforza le nostre sinapsi collegate al pessimismo e ci rende vittime di un circolo vizioso che attrae ulteriore ansia.
La buona notizia è che possiamo usare la neuroplasticità a nostro favore impiegando il meccanismo opposto, ovvero rinforzando le risposte positive.