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Nel testo della Māṇḍūkya Upaniṣad, i saggi affermano che il mantra Om è uno strumento che rappresenta il divenire e può condurci alla realtà ultima del Sé. Secondo questi scritti, una persona ha diversi livelli di coscienza collegati alle tre lettere che compongono la sillaba Om:
- Stato di veglia (collegato alla lettera A di Aum): il mondo fisico che percepiamo attraverso i cinque sensi.
- Stato di sonno con sogni (collegato alla lettera U): lo stato in cui veniamo in contatto con il nostro inconscio, i nostri pensieri più reconditi e il passato.
- Stato di sonno profondo (collegato alla lettera M): il sonno profondo in cui sperimentiamo verità e beatitudine, guardando al futuro.
In queste tre dimensioni, la coscienza è pura o indisturbata e può sperimentare tutto ciò che la circonda. Esiste però anche un quarto livello di coscienza in cui diventiamo pienamente consapevoli di tutte le sfaccettature della nostra esistenza, chiamato “vero Sé”.
Quest’ultimo stato è collegato a una quarta sillaba silente alla fine del mantra Om. Si tratta del momento di silenzio dopo il suono “mmm” che intercorre tra la fine di una ripetizione del mantra e l’inizio della successiva. Questo “suono silenzioso” trascende tutte e tre le dimensioni del sé.
Nell’ultimo stato cessa ogni dualità, si trascendono il tempo e lo spazio e si raggiunge la calma assoluta. Secondo i testi sacri, il mezzo per raggiungere questo stato di coscienza elevata è proprio la ripetuta recitazione del mantra Om.
Questo è il motivo per cui il suono dell’Om è spesso considerato Atman (anima interiore) o Brahman (realtà ultima), o ancora il suono di Dio.
Il Dalai Lama, esponendo il potere del mantra Mani, una volta disse che cantandolo regolarmente “puoi trasformare un corpo, parola e mente impuri nel corpo, parola e mente puri di un Buddha”. Om Mani Padme Hum è il Mantra più frequentemente usato nel buddismo. La sillaba “Om” rappresenta il corpo, lo spirito e la parola del Buddha; “Mani” è il percorso di insegnamento; “Padme” la saggezza del sentiero, e “hum” indica l’unione della saggezza e il percorso verso di essa.
Nello yoga
Aum o Om è il mantra che risuona con i due chakra superiori, ovvero il sesto e il settimo. È usato particolarmente per riequilibrare il sesto chakra Ajna, legato all’intuizione e alla saggezza.
In altre tradizioniOm come suono con proprietà mistiche non è legato a nessun Paese, civiltà o religione in particolare.È un suono universale che è stato utilizzato in molte fedi, adattandosi di volta in volta alle pratiche spirituali di un particolare gruppo religioso, ma è anche stato largamente impiegato da chi non segue alcuna fede. Si crede che il Buddha abbia sentito l’Om mentre meditava sui misteri della vita e che il suono lo abbia condotto alla Verità.Nella religione giainista, si ritiene che Om sia composto dalle cinque iniziali delle autorità supreme che sono degne di essere adorate. Le cinque iniziali, A + A + A + U + M (Arihant, Ashiri, Acharya, Upajjhaya, Muni), insieme formano l’Aum.I Sikh si riferiscono a Om come Omkar e questo suono è una parte essenziale dell’adorazione quotidiana.Anche l’Amen usato nel cristianesimo e l’Amin dell’Islam si rifanno ai suoni che compongono l’Om.Il simbolo dell’OmI cinque elementi del simbolo dell’Om: 3 curve o semicerchi (1,2,3), una mezzaluna (4) e un punto (5)La sillaba dell’Om in sanscrito contiene la conoscenza dell’universo nella sua struttura.Analizzato strutturalmente, il simbolo è composto da quattro parti:tre curve o semicerchi (1, 2, 3);una mezzaluna (4);un punto (5).Analizziamo il significato di ogni parte nel dettaglio:La prima curva (1) superiore rappresenta lo stato di sonno profondo o Sushupti. In questo stato, il praticante non desidera né sogna nulla.La seconda curva inferiore (2) è Jagrat, lo stato di veglia, ovvero quello in cui sperimentiamo la realtà che ci circonda.La terza curva (3) indica lo stato di sogno tra la veglia ed il sonno profondo, definito Swapna. Questo stato porta la coscienza del praticante verso l’interno. Chiudendo gli occhi, il praticante si immerge nella sua coscienza per conoscere il sé più da vicino.La mezzaluna tra le curve e il punto (4) indica la barriera, Maya, tra lo stato di beatitudine ultima e gli altri tre stati. Tuttavia, lo spazio tra la mezzaluna e il punto sta ad indicarci che lo stato più alto non è influenzato dai Maya: l’ostacolo può essere supera
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Secondo la mitologia induista, Brahma (il creatore dell’universo) un tempo era l’unica entità esistente. Il pensiero di Brahma di “diventare molti” creò una vibrazione che prese forma proprio nel suono “Om”. Da questa vibrazione nacque l’intero universo, insieme a tutte le creature che lo popolano.
Quando canti Om, la vibrazione di quel suono è correlata alle vibrazioni originali emesse quando il mondo fu creato. Il suono di Om per questo motivo è spesso chiamato Pranava, o ciò che scorre attraverso il respiro (Prana), e sostiene la vita.
“Vayu Purana”, un testo religioso dedicato al dio Vāyu, paragona Om alla trinità
dell’induismo, l’unione dei tre dei:
- A per Brahma – Il creatore;
- U per Vishnu – Il conservatore;
- e M per Shiva – Il distruttore.
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Om è uno dei mantra più potenti di tutti i tempi. Il termine “mantra” si riferisce ad una parola, un suono o una frase che viene ripetuta e utilizzata per supportare una pratica di meditazione, favorendo la concentrazione. Ma da dove proviene esattamente il vocabolo “Om”?
Om (ॐ) è un’antica sillaba in sanscrito (una delle lingue più antiche al mondo) apparsa per la prima volta nelle Unipasad, testi sacri induisti, tra il 1500 e il 1200 a.C.
Il suono di Om è in realtà formato da tre diverse sillabe: a, u e m.
Il suono “O” è un dittongo in sanscrito, che viene scritto come “AU”. Un dittongo è la combinazione di due suoni vocalici che producono il suono di una vocale, per questo motivo Om è universalmente conosciuto e scritto con la sua pronuncia. Alcune persone si riferiscono a Om come OM e altri come AUM, ma la differenza tra questi due termini è
Om in sanscrito è definito un bija mantra, o “mantra seme”.I mantra bija non sono tipicamente traducibili e si ritiene che il loro vero potere derivi proprio dalle vibrazioni sonore create dall’atto di ripetere o cantare la sillaba.