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 LE CURE DOMICILIARI FUNZIONANO: ORA LO SCRIVE ANCHE L'ANSA
Dopo ben due anni che numerosi medici, in Italia e nel mondo, cercano di richiamare l'attenzione sull'efficacia del trattamenti terapeutici precoci a domicilio in pazienti con il Covid-19, ora la notizia viene riportata anche dall'ANSA.
In questi giorni, infatti, lo studio effettuato dai medici del "Comitato Cura Domiciliare Covid19" è stato pubblicato sulla rivista American Journal of Biomedical Science and Research, ed ha ampiamente dimostrato una significativa riduzione del numero di ospedalizzazioni e della durata dei sintomi rispetto a un trattamento tardivo (oltre le 72 ore).
Su 966 pazienti non vaccinati, trattati con ibuprofene, aspirina, nimesulide, indometacina, ketoprofene da alcuni medici del gruppo tra febbraio e dicembre 2021, 561 pazienti erano stati trattati nelle prime 72 dal manifestarsi dei primi sintomi, mentre agli altri 405 avevano ricevuto le cure nelle 72 ore successive.
Tra tutti i pazienti arruolati, sono stati documentati i decessi di 6 persone: solo una faceva parte del gruppo che aveva iniziato la terapia entro le 72 ore (un over 80 e con patologie pregresse) mentre gli altri 5 erano nel gruppo che aveva iniziato la terapia tardivamente.
Fonti: https://tinyurl.com/2p8c52c5 - https://tinyurl.com/34nywd99
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🌀 Frequenze di Libertà (https://t.me/frenzediliberta)
ANSA.it (https://tinyurl.com/2p8c52c5)
Covid: studio, meno ospedalizzazioni con fans entro 72 ore
E' confermato che un intervento terapeutico precoce a domicilio in pazienti con il Covid-19 (entro 72 ore dall'inizio dei sintomi), con i farmaci anti-infiammatori non steroidei, come l'ibuprofene, determinaÂ
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🔴 GLI USA BLOCCANO IL PETROLIO DI MOSCA MA COMPRANO L’URANIO DALLA RUSSIA (https://www.quotedbusiness.com/thm-24-energie-risorse/paese-13-mondo/art-9161-gli-usa-bloccano-il-petrolio-russo-ma-comprano-l-uranio-dalla-federazione): OLTRE 1 MLD DI DOLLARI L’ANNO
All'indomani dell’attacco di Putin all’Ucraina, gli USA hanno colpito la Russia con dure sanzioni, tra cui l’embargo all’acquisto di idrocarburi (petrolio, gas e carbone).
La prima economia al mondo riceve dalla Russia solo l’8% del totale delle importazioni di energia, mentre la quota europea è molto più alta e si aggira intorno al 25% per il petrolio e al 40% del gas.
Nonostante ciò, gli Stati Uniti stanno esercitando una pressione rilevante sull’Ue affinché imponga l’embargo sugli idrocarburi russi e, al contempo, ben si guardano dal fare lo stesso sulle proprie reali dipendenze da Mosca, come l'uranio, una risorsa strategica necessaria per i loro investimenti in una nuova generazione di reattori nucleari, alimentati da un tipo di uranio arricchito prodotto soltanto dalla Russia (l’America ricava dal nucleare circa il 19% della sua elettricità ).
La quota di uranio che arriva dalla Russia è consistente (il 16% del totale delle importazioni statunitensi), e sommata agli acquisti da altri due paesi stretti alleati di Mosca (Kazakistan per il 22% dell'import amerciano e Uzbekistan per l’8%) raggiunge quasi la metà dell’uranio usato come carburante nucleare negli USA.
Secondo il senatore repubblicano John Barrasso, gli Usa avrebbero speso quasi 1 miliardo di dollari nel 2021 per comprare uranio russo, una cifra che, sempre secondo Barrasso, potrebbe raggiungere 1 miliardo e 200 milioni quest’anno.
Fonte: https://tinyurl.com/2t56cdxv
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Gli Usa bloccano il petrolio di Mosca ma comprano l’uranio dalla Russia: oltre 1 mld di dollari l’anno
La strategia degli Stati Uniti appare ora con maggiore chiarezza. Washington mette in atto prove di forza muscolare ma in ambiti pocoÂ