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VIDEO | Durante il Lockdown attraversavano l’Italia in ambulanza (indisturbati a sirene spiegate, ed ovviamente eludevano i controlli e non venivano fermati) con a bordo non pazienti ma dei clamorosi carichi di droga.
La domanda è: chi dava loro le ambulanze? Qualche “angelo”? Ovviamente nel servizio RAI la riflessione non viene posta, non sia mai che si scopra che ci siano ospedali e medici coinvolti nel sporco e milionario affare.
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La versione di Francesco Zambon è in 1.532 pagine che – secondo quanto riporta l’Adnkronos – sarebbero ora nelle dei pm di Bergamo, che indagano su più fronti per far luce sulla gestione della pandemia in quella che si è rivelata essere una delle prime aree più duramente colpite da Covid-19 in Italia.
Un lavoro d'inchiesta che si è man mano allargato accendendo i riflettori anche su punti critici come il mancato aggiornamento del piano pandemico e altri aspetti ancora da chiarire. Nei suoi documenti, l’ex funzionario dell’Organizzazione mondiale della sanità ha voluto raccogliere la ricostruzione di tutto quello che è successo dal giorno in cui, in seno all'agenzia Onu per la salute, si è pensato di realizzare il report sulla prima risposta dell’Italia al Covid-19, fino al giorno della pubblicazione e del suo successivo ritiro, nel maggio 2020.
E' la prima volta che l’esperto fornisce tutti i documenti di cui è in possesso per ricostruire la vicenda che lo ha visto protagonista. E il suo legale, Vittore d'Acquarone, spiega all’Adnkronos il senso dell'iniziativa: «Francesco non è indagato. Come persona informata dei fatti ha voluto fornire tutto il materiale disponibile, una scheda corredata di tutti i relativi allegati con la quale ha ricostruito in termini analitici, per quanto a sua conoscenza, tutto il percorso». Un’iniziativa che arriva dopo che negli stessi uffici a essere depositata era stata un'altra memoria, in questo caso difensiva. Quella dell'ex direttore vicario dell'Oms, Ranieri Guerra, indagato per false informazioni al pm.
Zambon ha utilizzato fornito email e documenti interni, con i quali «ha ricostruito minuto per minuto quali sono state le comunicazioni relative al rapporto. Ha portato tutto quello che ha, per dare un quadro completo. Per un attimo diamo credito alla tesi secondo cui Zambon avrebbe prodotto un rapporto di scarsa qualità, lo avrebbe pubblicato senza esserne autorizzato e poi avrebbe dato colpa della pubblicazione ai suoi superiori. Se fosse stato così - ragiona D'Acquarone - lo avrebbero licenziato il giorno dopo. Invece non ha ricevuto nessun richiamo disciplinare e anche al momento delle dimissioni ha ricevuto valutazioni elevatissime come funzionario, come quelle degli anni precedenti. E, d'altronde, l'Oms e Guerra non hanno detto niente fino ad autunno 2020. Questa tesi nasce a mesi dal ritiro. Secondo noi le ragioni erano altre. Le ha sospettate Zambon o dedotte da alcuni fatti sin da maggio 2020. E le chat fra Guerra, Brusaferro e Zaccardi emerse nel 2021 qualche domanda se non altro devono farla porre».
https://www.lastampa.it/cronaca/2021/06/19/news/covid-la-verita-di-zambon-in-una-memoria-di-1-500-pagine-depositata-in-procura-bergamo-1.40408123
La Stampa (https://www.lastampa.it/cronaca/2021/06/19/news/covid-la-verita-di-zambon-in-una-memoria-di-1-500-pagine-depositata-in-procura-bergamo-1.40408123)
Covid, la “verità” di Zambon in una memoria di 1.500 pagine depositata in Procura Bergamo
Nei suoi documenti, l’ex funzionario dell’Organizzazione mondiale della sanità ha voluto raccogliere la ricostruzione di tutto quello che