Erica tinelli
AGUZZINI E VITTIME In ogni contesto è possibile che si instaurino delle relazioni che possono essere ricondotte al rapporto tra aguzzini e vittime. Esempi classici, ma non esaustivi, riguardano ad esempio il contesto scolastico nel quale si può parlare di bullismo e quello lavorativo dove si parla di mobbing. La vittima subisce i maltrattamenti dell’aguzzino ed esiste proprio perché c’è un aguzzino che sfoga su di lei le sue frustrazioni e le sue incapacità. Al tempo stesso, però, l’aguzzino esiste perché esiste una vittima. Si tratta, infatti, di due ruoli interconnessi, ognuno dei quali esiste anche perché esiste l’altro all’interno di un sistema più ampio di influenza reciproca. Modificando il comportamento della vittima nei confronti dell’aguzzino è possibile indurre l’aguzzino stesso a modificare anche il suo.
Erica tinelli
➡️CREDENZA IN UN MONDO GIUSTO⬅️ Vi capita mai di sentire delle frasi come “E’ stata aggredita, però frequentava dei posti malfamati, se l’è cercata”, “si meritava quel tradimento perché è una persona cattiva”, “se ha subito un furto è perché non è stato attento a proteggere la sua casa”? Alla base di questi pensieri spesso vi è un meccanismo psicologico che porta le persone a cercare di trovare una spiegazione a certi eventi ed attribuire la colpa alla vittima può essere il modo migliore per sentirsi al sicuro dal timore di poter vivere in prima persona tali esperienze. E’ un po’ come pensare: “Quella persona frequentava posti malfamati, era cattiva, era disattenta, quindi se frequenterò solo posti sicuri e sarà buona e attenta a me non succederà nulla”: “Un modo per affrontare le disgrazie che capitano quotidianamente è spiegarle in maniera tale da far sembrare che non possano mai capitare a noi, ritenendo così che simili eventi tocchino solo persone malvagie. L'ipotesi che le persone ricevano tanto quanto meritano è stata chiamata da Lerner la "credenza in un modo giusto". ….La credenza in un mondo giusto tiene distante ogni pensiero ansioso sulla propria sicurezza." E. Aronson, T. D. Wilson, R. M. Akert, psicologia sociale
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