Lui è Joaquin. Nasce a Puerto Rico, nel 1974. È il terzo di cinque figli. I genitori sono hippies. Fanno parte della setta religiosa dei Bambini di Dio. Joaquin ha 4 anni. Gli uomini con cui vive stanno pescando. Prendono i pesci e li sbattono contro la barca. Joaquin è sconvolto. Si fa una promessa, non mangerà più carne. Stare nella setta non gli piace, ne a lui né ai fratelli. I Bambini di Dio incoraggiano l’attività sessuale già dai 3 anni. Promuovono l’incesto. Joaquin lo vede coi suoi occhi. Il fratello River perde la verginità a 4 anni. I genitori sono sconvolti. Prendono i figli e scappano in Florida. Cambiano cognome. Da Bottom a Phoenix. In segno di rinascita a nuova vita. Non hanno un soldo. Dormono in macchina. Joaquin e River si esibiscono per strada con spettacoli ambulanti. Passa qualche anno. La madre trova lavoro, si spostano a Los Angeles. Joaquin e River partecipano a dei talent show. Cantano, ballano, recitano. Sono bravi. Un produttore li lancia nel mondo di Hollywood. River diventa l’idolo delle adolescenti. È il 1986. Joaquin ha 12 anni. Partecipa al suo primo film. Ha successo. Ma non vuole seguire le orme del fratello. Quel mondo non gli piace. Dice basta. Molla tutto e parte con il padre per il Venezuela. Quando torna negli Stati Uniti, River è una star. Parla a Joaquin. Tu devi recitare. È la tua strada. Promettilo. È la notte di Halloween del 1993. Lui e River sono al Viper Room, una discoteca di Hollywood. River beve, si droga, esagera. Cade a terra. Joaquin è lì, a pochi metri da lui. Accorre. Chiama l’ambulanza. È isterico, fuori di sé. River Phoenix muore per overdose. A 23 anni. Per Joaquin è un colpo durissimo. La stampa diffonde la sua chiamata al 911. Joaquin risente la sua voce. Il panico. Rivive quel momento. È disgustato. Non vuole più saperne di quel mondo. Passano due anni. È il 1995. Il regista Gus Van Sant gli propone un ruolo. Joaquin è titubante, ma accetta. Per la sua carriera è la svolta. Joaquin Phoenix è un attore famoso, ogni giorno ringrazia suo fratello per non averlo fatto mollare.