Gattina Ottanta
Lei è Mariangela. Vive in provincia di Napoli. È il 2005. Ha 20 anni. Le gambe le cedono, cade. Non si alza più. Distrofia muscolare. Gesso, terapie, niente. Mariangela non cammina. Le portano una sedia a rotelle. È una mazzata. Mariangela non riesce ad accettarlo. Si vergogna, si isola. È il 2009. Un’amica la convince ad aprire un profilo su Facebook. Stringe amicizia con un ragazzo di Venezia, Tiago. Si scrivono per mesi. Un giorno lui salta in macchina e va a trovarla. Mariangela ha paura di farsi vedere. Tiago la guarda. Dal vivo sei ancora più bella. Dal quel giorno non si lasciano più. Tiago per lei molla tutto. Cambia vita, abitudini. L’unico posto che lo rende felice, è al suo fianco. Si amano. Sono più forti della malattia, della distanza, e dei pregiudizi. Mariangela non riesce a crederci. È il 2012. Lei e Tiago diventano marito e moglie. Mariangela è incredula, troppa felicità. Sposarsi, diventare mamma, non pensava potesse essere la sua vita. Decidono di allargare la famiglia, ma prima vuole fare dei controlli, accertarsi che i figli non ereditino la sua malattia. La risposta è positiva. Passano 2 anni. Mariangela resta incinta. È un sogno, ma dura qualche settimana. Perde il bambino. Ecco, non doveva illudersi, era troppo bello per essere vero. La vita la sta mettendo alla prova. Ma se non ha mollato dopo la carrozzina, non mollerà neanche questa volta. È il 7 luglio del 2017. Il giorno del loro quinto anniversario di nozze. Il test di gravidanza è positivo. Gestire un pancione sulla sedia a rotelle non è una passeggiata, ma Mariangela tiene duro, aspetta con ansia ogni ecografia. È il 14 febbraio del 2018. È presto per partorire. Mariangela non è pronta. Corre in ospedale. Cesareo d’urgenza. Ha paura. Prega. È la notte di San Valentino. Nasce Sharon, pesa 2 chili. Mariangela la guarda. Non desidera gambe nuove, non le serve guarire dalla malattia. Sua figlia è l’essenza della sua vita, il suo arcobaleno, il suo miracolo.
Gattina Ottanta
Napoli si proclama capitale di “generosità sospesa“. Dopo il caffè, il giocattolo e l’ombrello, arriva anche il “pane sospeso“. L’ iniziativa è stata adottata, nello specifico, da diversi panifici tra Ercolano e Pompei, dove, ripercorrendo un’ attualissima ed importante tematica relativa allo “spreco di cibo“, il mastro fornaio imbusta e lascia all’esterno del suo negozio tutto ciò che resta invenduto a fine giornata (cornetti, pane, panini, pizze). In questo modo, chi ne ha più bisogno, può prendere ciò che vuole. “Sinceramente oggi è un peccato buttare queste cose che so possano aiutare una persona che dorme nei giardinetti a Pompei o sotto al santuario. Apre la busta e quello che gli piace, si mangia. Quello che serve è questo, un po’ di umanità, sono cose che non gli cambiano la giornata ma gli possono addolcire la serata” afferma il Mastro Fornaio Esposito. Il panettiere di Pompei ha difatti affisso, all’esterno del suo negozio, un cartello sul quale si legge: “Mastro Fornaio Esposito Pompei accanto ai più bisognosi! Ogni giorno, dopo la chiusura serale, fuori al negozio verrà posto un cesto con pane, pizze e con tutte le nostre specialità non vendute, e messe a disposizione di chi ha bisogno! Un piccolo aiuto che potrebbe essere grande per chi lo riceve!
Gattina Ottanta