Gattina Ottanta

Gattina Ottanta

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Gattina Ottanta

Lui è Claudio. Ha 50 anni. Vive a Milano. Lavora come tecnico nelle stazioni metropolitane. È il 16 dicembre del 2019. Claudio sta pranzando con la figlia, una ragazza di 16 anni. Si salutano, lei continua lo shopping, lui torna a lavoro. È pomeriggio. Claudio sta aspettando la metropolitana a Lotto. Gli cade l’occhio su una ragazza, avrà circa 17 anni. Sta puntando decisa la linea gialla sul pavimento. Non si ferma. La supera. Salta e si piazza sui binari. Voglio morire. Voglio morire. Scatta il panico. Le persone attorno la chiamano, cercano di convincerla a risalire. Lei non ascolta. Lasciatemi qua, voglio morire. In fondo al tunnel si riesce a vedere il treno in sosta alla fermata precedente. Sta facendo salire i passeggeri. Il pensiero di Claudio va a sua figlia. Cosa farebbe se fosse lei. Deve intervenire, ma deve farlo subito, prima che il treno riparta. O sarà troppo tardi. È questione di secondi. Corre verso l’interruttore di emergenza che si trova sul fondo della banchina. Schiaccia. Toglie la corrente e blocca la linea. Il treno non può ripartire e lui può scendere sui binari senza rischiare di prendere la scossa. Raggiunge la ragazza. Sei matta cosa stai facendo. Lei cerca di allontanarsi, vuole restare lì. Claudio la solleva di peso e la riporta su. Non si ferma finché non è in sicurezza, lontano dai binari. La fa sedere. La ragazza è sotto shock, ha lo sguardo perso, ripete solo che è depressa e vuole uccidersi. Claudio cerca di tranquillizzarla. Le parla come un padre a una figlia. Non devi fare cavolate, sei giovane, sei perfetta, non c’è niente che non puoi risolvere. Prende il telefono e le mostra le foto di Bebe Vio. Guarda lei come sorride. Se non è depressa lei, come puoi esserlo tu. La abbraccia, la coccola. Le lascia il suo numero di telefono. Se dovessi avere bisogno chiamami. Dopo 15 minuti arrivano polizia e ambulanza. Claudio la lascia nelle loro mani. Se ne va. L’adrenalina scende. Gli tremano le mani. Il cuore gli batte a mille. Ha solo una paura, che lo rifaccia.

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