Io c’ero nella stanza con quella mamma che ha scosso suo figlio. C’ero io e con me altre cento, mille, forse milioni di mamme. C’eravate tutti voi, c’eravamo tutti, uno ad uno, e pure di più. Tutti, lì, in poltrona, a guardare. L’abbiamo vista insonne e dolorante, di notte, di giorno, nessun un attimo di riposo, nemmeno per una pipì; l’abbiamo vista preparare da mangiare, possibilmente in orario, fare la spesa pulire la casa imboccare pulire pulire e ancora pulire; cullare correre da un figlio e poi dall’altro, correre ancora, dimenticarsi ancora di fare pipi, mangiare gli avanzi delle scodelle di pappa. L’abbiamo vista nelle lunghe giornate invernali, cambiare pannolini e decifrare lamenti, mentre il mondo fuori girava intorno alla stessa maniera di sempre. Batti batti le manine che adesso arriva papà, cantava la mamma la sera, prima di affrontare di nuovo da sola l’oscurità della notte. Batti batti le manine, amore, è arrivato papà. Batti le manine amore, ma piano, che papà e’ stanco. Batti, ancora più piano, papà dorme . Invece tu piccolino piangi, piangi, piangi, non dormi. Zitto zitto amore di mamma, che papà dorme. L’avete vista tutti, la scena. Eravamo lì, con lei. Lei che cullava un bimbo, e rassicurava l’altro; lei in pigiama, quello della sera prima, ancora indosso, che quasi quasi a pensarci da’ pure un po’ l’idea di relax, come se Lei fosse stata a casa tutto il santissimo giorno a far un cazzo di niente. Invece vorrebbe fare pipì, si trattiene, prepara un biberon di latte. Vorrebbe. Mangiare. Bere. Dormire. Dicono ‘si dorme quando dormono i pupi’, peccato che di solito quando un figlio dorme l’altro solitamente sta sveglio. Peccato perché anche quando dormono entrambi Lei una volta si è davvero stesa sul letto un secondo e qualcuno rientrando le ha detto “ bella la vita”. Era un sabato ad ora di pranzo, e un po’ su dai, se l’e’ cercata anche lei. Peccato. Quante notti ha passato senza dormire ? Tante. Quanti grazie sono arrivati al mittente ? Zero. Quanti ? Zero. Ok. Zero. Cioè Zero vuol dire nessuno. Ovvero nessuno che le abbia detto mai grazie, amore, che ti sei fatta carico dell’ennesima notte, rimanendo sveglia, senza dormire, nemmeno un minuto. Non so come tu faccia - moglie - ma questo pensiero lo tengo per me, non te lo dico. D’altronde, Amore, così fan tutte. Dieci, Cento, milioni di mamme. Non vedo perché non dovresti farlo anche tu. Amore. Non vedo perché proprio tu vorresti evitare di rimanere sveglia di notte, cullare, far da magiare, cambiare pannolini e ancora cullare fino a trovare la posizione per qualche secondo di pace, e poi ancora cullare cullare nel buio della notte, per poi intravedere quel flebile raggio di luce che squarcia definitivamente il velo del sonno, la luce dell’alba, un’altra ancora, ciao, ciao, Buongiorno, papà va a lavoro, bambini ci vediamo stasera, e tu moglie fammi un sorriso, Ti ho dato due gioielli di figli, dovresti dirmi tu grazie e invece mi pianti su ancora quella faccia da zombie.