Gattina Ottanta
TORTA PAN DI STELLE⭐⭐ 500 gr di biscotti Pan di Stelle 600 gr di Nutella o crema al cioccolato 500 ml di panna fresca 50 gr di zucchero a velo 40 gr di burro PER LA DECORAZIONE pasta di zucchero 15 biscotti Pan di Stelle cacao amaro in polvere Tempo Preparazione: 45 minuti Tempo Riposo: 2 ore Dosi: 8 persone Difficoltà: Facile Procedimento Foderate una teglia a cerniera da 22 cm con della carta forno, sia sui lati che sul fondo. Tritate la metà dei biscotti con il mixer, quindi unite a questa granella il burro sciolto e amalgamate bene. Pressate la granella di Pan di Stelleamalgamata col burro a formare la base della torta nella teglia. Riponete la teglia in frigorifero per almeno 30 minuti, affinché la base di biscotto si solidifichi. Sciogliete a bagnomaria la Nutella e montate panna e zucchero a velo con le fruste elettriche. Riprendete la teglia dal frigorifero e cominciate ad assemblare la torta Pan di Stelle. Spalmate metà della Nutella sulla base di biscotto distribuendola uniformemente, quindi procedete formando uno strato con la metà della panna montata. Terminate formando uno strato di Pan di Stelle sulla panna. Procedete ora spalmando l’altra metà della Nutella sui biscotti e coprendo quest’ultima con la panna rimasta. Lasciate riposare la torta in frigorifero per almeno due ore. Riprendete la torta, spolverate la superficie con il cacao amaro e decoratela con stelle di pasta di zucchero, quindi attaccateci tutto intorno una fila di biscotti Pan di Stelle. Aiutatevi in questa operazione spalmando i biscotti da attaccare con un po’ di Nutella. Servite la torta Pan di Stelle.
Gattina Ottanta
Lui è Giuseppe Di Matteo e aveva soltanto 14 anni quando venne ammazzato, scannato come "un canuzzo", strangolato e sciolto nell'acido. Per tutti coloro che credono che la mafia non uccida i bambini. Per tutti coloro che pensano che la mafia non esista. Per tutti noi: dobbiamo avere il coraggio di leggere questo racconto. E’ il racconto del mafioso, Vincenzo Chiodo, su come uccise, scannandolo e sciogliendolo poi nell’acido, il piccolo Giuseppe Di Matteo. Dobbiamo avere il coraggio di leggere e condividere, affinchè la morte del piccolo Giuseppe, dopo ventiquattro anni (l’11 gennaio come oggi ma del 1996) non sia vana. E tutti sappiano. E comprendano. Dopo due anni e mezzo di prigionia, arrivò l’ordine di Brusca: “scannatelo” e Vincenzo Chiodo racconta. "Io ho detto al bambino di mettersi in un angolo, cioè vicino al letto, quasi ai piedi del letto, con le braccia alzate e con la faccia al muro. Allora il bambino, per come io ho detto, si è messo faccia al muro. Io ci sono andato da dietro e ci ho messo la corda al collo. Tirandolo con uno sbalzo forte, me lo sono tirato indietro e l’ho appoggiato a terra. Enzo Brusca si è messo sopra le braccia inchiodandolo e Monticciolo si è messo sulle gambe del bambino per evitare che si muoveva. Nel momento della aggressione che io ho buttato il bambino e Monticciolo si stava già avviando per tenere le gambe, gli dice ‘mi dispiace’ rivolto al bambino ‘tuo papà ha fatto il cornuto’ (…) il bambino non se l’aspettava, non si aspettava niente. Il bambino ha fatto solo uno sbalzo di reazione, uno solo e lento, ha fatto solo questo e non si è mosso più, solo gli occhi, cioè girava gli occhi. Io ho spogliato il bambino e il bambino era urinato e si era fatto anche addosso dalla paura. Dopo averlo spogliato, ci abbiamo tolto, aveva un orologio da polso e tutto, abbiamo versato l’acido nel fusto e abbiamo preso il bambino. Io ho preso il bambino. Io l’ho preso per i piedi e Monticciolo e Brusca l’hanno preso per un braccio l’uno così l’abbiamo messo nell’acido e ce ne siamo andati sopra. Dopo un po' io ci sono andato giù, sono andato a vedere lì e del bambino c’era solo un pezzo di gamba e una parte della schiena. Poi sono uscito perché lì dentro la puzza dell’acido era… cioè si soffocava lì dentro. Poi siamo andati tutti a dormire". Si, tutti a dormire. Come se avessero fatto la doccia dopo una partita di calcetto. Ed il piccolo Giuseppe non c’era più. Chi ha ancora il coraggio di credere che le mafie non uccidano i bambini?
Gattina Ottanta