Paulo Coelho ha detto: " dicono che nel corso della nostra vita abbiamo due grandi amori; ❤️❤️ uno e con cui ti sposi o vivi per sempre, forse diventerà il padre o la madre dei tuoi figli... e sarà quella persona con cui ottieni il massimo rapporto per stare il resto della tua vita accanto a lei o lui."
Poi dicono che c'è un secondo grande amore, una persona che perderai sempre di continuo. Qualcuno con cui sei nato già connesso, si chiama "chimica" dicono, ma a volte anche la forza della chimica impedisce di raggiungere un lieto fine. Fino a quando un certo giorno smetteranno di provare... si arrenderanno e cercheranno quell'altra persona che finiranno anche per trovarla ma non è quello che volevano
Ma vi assicuro che non passeranno una sola notte, senza pentirsi e senza sentire il bisogno di un solo bacio, o magari discutere ancora una volta...
Tutti sanno di cosa sto parlando, perché mentre state leggendo questo, vi è venuto il suo nome in testa.
Si libereranno di lui o di lei fisicamente... smetteranno di soffrire forse mentalmente, riusciranno a trovare la pace ( ci sostituiranno con la calma) ma vi assicuro che pregheranno ogni giorno per aver un contato anche solo per litigare o discutere. Perché, a volte, si sprigiona più energia discutendo con qualcuno che ami, che facendo l'amore con qualcuno che apprezzi.
Ricordate il filo rosso del destino?! una leggenda che ha origine cinese che narra così:
"un filo rosso invisibile collega coloro che sono destinati a ritrovarsi, indipendentemente dal tempo, luogo o circostanze. Il filo rosso può essere allungato, tirato, ingarbugliato, ma non si romperà mai.
Lui è Michael. Nasce a Hurt, in Germania, nel 1969. La sua famiglia è di condizioni modeste. Michael ha 4 anni. Il padre, che fa il meccanico, aggiunge un motore alla sua macchina a pedali. Così va molto più veloce. Michael schizza nel cortile di casa sotto gli occhi preoccupati della madre, mentre il padre se la ride sotto i baffi. Non vede l’ora di portare il figlio nel circuito dei go-kart. Michael ha 6 anni. Si mette al volante di una monoposto da competizione. È il più piccolo, ma le suona a tutti. Si diverte da matti. A bordo pista, la mamma lo incoraggia, il papà fa il tifo. È il 1980. Michael va in Belgio per assistere al campionato di kart. Rimane impressionato da un pilota, Ayrton Senna. Lo guarda, gli tremano le mani. Non c’è tempo da perdere. Deve gareggiare, subito. In Germania l’età minima è 14 anni, lui ne ha 12, chiede il permesso in Lussemburgo. Ora ha le carte in regola. È il 1984. Vince il campionato tedesco, poi il titolo europeo. Dopo la scuola va in officina e si aggiusta la macchina da solo, come gli ha insegnato il padre. È il 1991. Ha 22 anni. Debutta in Formula Uno. È elettrizzato. Prende la bici e fa il giro della pista. Vuole dare il massimo. Inizia la gara, qualcosa va storto, è costretto a ritirarsi per un guasto. Michael è deluso, incredulo. Ma il suo talento non è passato inosservato. Flavio Briatore lo chiama alla Benetton. È il 1994. Michael Schumacher diventa campione del mondo. Passa in Ferrari, dove vince tutto. È uno dei piloti più forti di tutti i tempi. Si ritira. Passa un anno. È il 29 dicembre del 2013. Sta sciando con il figlio. Cade. Sbatte la testa contro una roccia. Il casco si rompe. È in coma. La moglie Corinna impone il silenzio. Il tempo scorre, i figli gli parlano, ogni giorno. Lui sente, non hanno dubbi. Gli ripetono sempre la stessa frase. C’è solo una felicità in questa vita, amare ed essere amati. Continua a combattere papà.