Gattina Ottanta

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Gattina Ottanta

Un gigantesco murales dell'ex star dell'NBA Kobe Bryant e sua figlia Gianna, è stato dipinto qualche ora dopo la loro morte. Per commemorare la leggenda, il murales è stato creato in un campetto da basket a Taguig, Metro Manila, Filippine. ❤️

Gattina Ottanta

Questa è la piazza centrale del ghetto di Cracovia. Ci sono stata poche settimane fa. Una sola piazza cosparsa di tantissime cose diverse che mi hanno fatto pensare. Quando i tedeschi occuparono la Polonia, obbligarono gli ebrei a vivere concentrati in un ghetto nel quartiere di Podgórze. Vennero espulsi i polacchi che ci abitavano. Fu scelta questa zona per motivi logistici: era poco distante da quella industriale dove molti ebrei sarebbero stati mandati a lavorare. Tra le fabbriche in questione c'era anche quella di pentole di smalto di Schindler, diventata poi famosa grazie al film di Spielberg. Il ghetto venne delimitato da un muro, costruito a forma di lapidi tombali ebraiche, per ricordare a chi vi era rinchiuso che ne sarebbe uscito solo da morto. Le famiglie vivevano tutte insieme in appartamenti piccolissimi. Molti edifici sono stati rinnovati anni dopo, ma ce n'è uno, brutto, grigio, ancora così come era allora. Ho guardato quel palazzo e ho pensato a quelle famiglie così diverse, con abitudini, credenze, caratteri opposti, costrette a vivere in pochi metri quadri. Le ho immaginate da un giorno all'altro dover riuscire a mettersi d'accordo per sopravvivere, dover decidere il figlio di quale delle due famiglie sarebbe stato prima davanti alla stufa, come andava cucinata la zuppa, come sopportare il marito di un'altra che ti russa accanto, come avere pazienza con una figlia non tua che urla continuamente, capire come convivere e sapere che non potrai più vivere. Ogni giorno, in famiglia, viviamo momenti di scontro perchè bisognosi dei propri spazi, per i caratteri, l'età, le abitudini. Quando conviviamo con qualcuno, che sia un amico, un fidanzato o uno sconosciuto durante gli studi, per quanto ci troviamo bene con quella persona, sentiamo sempre dentro la voglia di chiuderci ogni tanto in un'altra stanza. Ho pensato a quanto riteniamo sia difficile stare a stretto contatto costante con qualcuno che amiamo, che ci conosce e che sa, spesso, come comportarsi con noi. A quanto lo urliamo sempre lamentandoci. E mi sono vergognata. Poi ho guardato in fondo alla piazza: c'è un gabbiotto scuro da dove i tedeschi facevano la guardia e sparavano a chi si comportava in maniera sospetta. Da una finestrella. All'improvviso. Me li sono immaginati lì dentro, due o tre, a fare squadra in questo gioco di sangue, divertendosi con fierezza, tra gli sguardi che si davano l'un l'altro per cercare conferma in quello che stavano facendo. Per sparare con leggerezza. Quante persone hanno ucciso per motivi che dicevano validi, ma che non lo erano al di fuori di quel casottino di cemento, al di fuori della loro mente. Ho pensato a tutte quelle volte in cui spariamo anche noi alle spalle di qualcuno, parlando male, denigrando, allontanando, perchè non è come vogliamo noi, non la pensa allo stesso modo, non ha il fisico che ci piace, non ha un carattere che sopportiamo. Per motivi che diciamo validi, ma che non lo sono al di fuori del casottino della nostra mente. E mi sono vergognata. Subito dopo mi sono girata dalla parte opposta e ho notato una farmacia sull'angolo Era la farmacia All’Aquila, dove Tadeusz Pankiewicz, polacco, lavorava prima ancora dell'esistenza del ghetto. Quando i tedeschi arrivarono a Cracovia gli proposero di amministrare un’altra farmacia, ma lui preferì rimanere all’interno del ghetto, e ci riuscì: convinse i soldati che la situazione igienica all'interno delle mura del quartiere era devastante e, per quanto la salute degli ebrei non interessasse a nessuno, se non fosse stata tenuta sotto controllo, si sarebbero ammalati anche loro, i tedeschi a stretto contatto. Pankiewcz praticamente viveva all’interno della farmacia dove si era fatto sistemare un letto per fare i turni di notte. Nella sua farmacia vennero nascosti alcuni oggetti religiosi per non farli cadere nelle mani dei nazisti. Iniziò a creare inoltre delle lozioni per avere i capelli biondi in modo che alcuni abitanti del gh

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