Gattina Ottanta

Lei è Elisa. Nasce a Vittoria nel 1996. La sua è una famiglia umile. Niente scaldabagno, l’acqua si riscalda nel pentolone con la bombola a gas. Pasta al pomodoro tutti i giorni. La domenica pollo con patate bollite, un lusso. Elisa ha 10 anni. Suo papà soffre di crisi epilettiche. Elisa impara a tenergli la testa per non farlo cadere. Passano gli anni. La mamma non cammina. Un’infezione le ha distrutto il femore. Resta dei mesi in ospedale. Elisa ha 18 anni. Si diploma. Vorrebbe andare all’università. La mamma le chiede scusa, non ha i soldi necessari. Elisa prende tutti i suoi risparmi. Sono 320 euro. Bastano per la prima rata. Si iscrive a Ferrara. Ci va di nascosto con l’autobus dalla Sicilia. Durante la settimana frequenta le lezioni, il venerdì sera riparte, viaggia tutta la notte e la mattina si presenta in ospedale dalla mamma. Va avanti così per 3 mesi. È il 31 dicembre del 2015. Il papà esce di casa. Non torna. Nessuno l’ha visto. Lo trovano 10 giorni dopo in un campo. Ha avuto una crisi. Ha sbattuto su una pietra. È morto. Non c’era Elisa a reggergli la testa. Il giorno dopo il funerale lei torna a Ferrara. Fa il primo esame, prende 30. Chiama sua mamma. Le confessa che da mesi frequenta l’università. Sono fiera di te, non fermarti. Le dà 100 euro, è tutto quello che ha. È il 2017. Elisa è a Ferrara. Sua mamma sta male. Infezione all’intestino. La operano d’urgenza. I medici la danno per spacciata. Elisa è svuotata. Si addormenta con la consapevolezza che sua mamma morirà. La mattina prende l'autobus per la Sicilia. Scopre che sua mamma ce l’ha fatta. Elisa scoppia a piangere, la abbraccia. Poi torna a studiare. Si laurea con il massimo dei voti. È il 2019. Inizia la magistrale, lavora. Torna da sua mamma tutte le volte che può. Sa che prima o poi la perderà. Vorrebbe dirle che la ama, e che è fiera di lei perché ha sempre lottato per i suoi figli. A volte Elisa pensa di mollare tutto, ma sarebbe da egoisti. E allora si sorride, e si va avanti.

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Gattina Ottanta

Lei è Carlotta. Vive a Roma. È il 2006. È una bambina delicata. Si ammala di continuo. Ha 3 anni. Le tolgono le tonsille. Così forse starà meglio. Passa un giorno. Carlotta ha la febbre alta. La portano in ospedale. Polmonite. Se ne fa due in meno di un anno. È il 2011. Ha l’acqua nei polmoni. La curano, ma si becca la terza polmonite. Signora sua figlia è un po’ sfortunata. Carlotta guarda le sue sorelle, corrono, giocano, si divertono. Lei non può. Ha l’asma. I compagni vanno in gita. Lei ha il day hospital. Le amiche si organizzano per uscire. Lei ha una visita. È il 2015. Si iscrive alle medie. Le torna la polmonite. Perde molte lezioni. Ma studiare le piace. Si fa portare i libri in ospedale. Sua mamma non si arrende. Contatta medici, specialisti, ma nessuno riesce a venire a capo dei malanni della figlia. Potrebbe trattarsi di una malattia rara. È il 6 agosto del 2018. Le viene una pleuropolmonite. Mancava giusto quella. Le cure sono pesanti, invasive. Carlotta sopporta, ma la maledetta non se ne va. Lei è arrabbiata. Si sta perdendo tutto. La sua compagna di viaggio è una cartellina rossa. Contiene tutti i suoi referti medici. Le assenze aumentano. Ma Carlotta non si arrende. Passa gli esami di terza media e si iscrive al liceo. Vuole provare a essere una ragazza di 14 anni, come tutte le altre, anche se ha 3 inalatori nello zaino. Uno lo usa prima di salire le scale. Senza, non riuscirebbe a fare più di tre gradini. Passano i mesi. Carlotta si divide tra ospedale e scuola. Dà tutta se stessa, ma è dura. I professori sono irritati per le sue continue assenze. Ma lei sta male davvero, anche se la sua malattia non ha nome. Perché nessuno lo capisce? È il 2019. Carlotta torna in ospedale per l’undicesima polmonite. È stanca, esasperata. Forse ha davvero una rara malattia genetica, chissà. Si vedrà. Intanto si è rotta le palle. Non ha più intenzione di farsi condizionare la vita. Si fottano le malattie e le paure. Lei guarda il futuro. Ha tanti progetti da realizzare. Primo fra tutti, diventare medico anestesista. Cascasse il mondo, ce la farà. .

Gattina Ottanta

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