IL MOMENTO DELLA POESIA
Il tuo cuore lo porto con me
Lo porto nel mio
Non me ne divido mai.
Dove vado io, vieni anche tu, mia amata;
qualsiasi cosa sia fatta da me,
la fai anche tu, mia cara.
Non temo il fato
perché il mio fato sei tu, mia dolce.
Non voglio il mondo, perché il mio,
il più bello, il più vero sei tu.
Questo è il nostro segreto profondo
radice di tutte le radici
germoglio di tutti i germogli
e cielo dei cieli
di un albero chiamato vita,
che cresce più alto
di quanto l’anima spera,
e la mente nasconde.,
Questa è la meraviglia che le stelle separa.
Il tuo cuore lo porto con me,
lo porto nel mio.
Edward Estlin Cummings
Foto web
Hasfa aveva 15 anni. Si era tuffata nell’Adda in un assolato lunedì di inizio settembre, dopo giorni di pioggia, e da allora non è più tornata. La famiglia, dalla riva, ha fatto in tempo a vederla perdere l’equilibrio, cadere, poi più nulla, come inghiottita dalle acque gelide e dalle correnti di quel fiume che in quel punto scorre impetuoso.
Quel giorno papà Hamed non c’era. L’hanno chiamato mentre era in Marocco, il Paese in cui è nato prima di trasferirsi in Italia, a Sondrio, dove lavora come operaio in una segheria. E lui si era messo in testa che doveva tornare e andare a cercarla di persona.
Ogni giorno, tutte le mattine, all’alba, pedalava con la sua bicicletta fino alle rive del fiume e si calava in quelle acque gelide, deciso a ritrovare la sua bambina. Non si rassegnava, Hamed. Non poteva farlo. “Voglio stringerla ancora una volta, non è possibile che non ci sia più, che sia scomparsa così” diceva a chi provava a farlo desistere.
E ha continuato a immergersi nel fiume per tre, lunghissime, settimane, fino a ieri mattina, quando due pescatori hanno trovato, dieci chilometri più a valle, il corpo di sua figlia.
Hamed ha smesso di tuffarsi. Resta il dolore, immane, che si mescola e si impasta in una specie di sollievo per quello strazio che finalmente ha un volto, un corpo da seppellire.
Quella di Hamed e Hasfa è una storia d’amore tra un padre e una figlia che si estende oltre i limiti fisici, capace di fermare il tempo e resistere anche ai confini intangibili della vita e della morte.
L’ossessione di Hamed ora è finita, la morte ha un un posto, un luogo dove poter essere elaborata, pianta. La vita lentamente, in qualche modo, può ricominciare.
Lorenzo Tosa