"Stiamo crollando.
Sì, si piange. Ma nessuno si fa vedere. Si piange soli, di nascosto, quando si è un po' al limite, magari in una stanza. Ma è un momento e poi si riparte: c'è l'adrenalina, la rabbia, le lacrime. A volte si litiga per sciocchezze, per i guanti che non sono arrivati o le mascherine che non si trovano, bastano poche cose per far saltare i nervi. Ma è anche vero che l'intero ospedale, parlo per Cremona, ha tirato fuori una solidarietà mai vista: tutti fanno tutto, tutti ci aiutiamo, non esistono più i ruoli gerarchici.
Quando rientro mangio sola, tengo le distanze da mio marito, dormo separata, faccio tanta attenzione. Il bacio al figlio lo mandi col pensiero. Una delle cose che sta diventando più difficile da gestire è che noi mamme medico non possiamo più abbracciare i nostri figli. Molte di noi cominciano a cedere.
Quando tutto sarà finito abbraccerò mio figlio e mio marito per un giorno intero. Un giorno!
E poi mi metterò sul divano, libera, rilassata, come in quelle giornate che adesso sembrano tanto lontane, ma torneranno"
Federica Pezzetti, mamma medico
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