In una scuola media di Torino, durante la ricreazione, due ragazzini di undici anni se la prendono con un terzo - disabile. Lo strattonano, lo spingono in fondo al corridoio e provano ad abbassargli i pantaloni. Una professoressa assiste alla scena e interviene. Scopre che il “gioco” va avanti da alcuni giorni, ne parla con la Vicepreside che decide di scrivere una nota sul diario dei bulli. Dopo pochi giorni, i docenti ricevono le piccate lamentele dei genitori che li accusano di aver esagerato, perché, in fondo, “era solo un gioco” .
Morale: ai miei tempi, se prendevi una nota, rischiavi di prendere anche un ceffone, mentre oggi a rischiare di prendere un ceffone sono i professori.
Detto questo, se fossi stato nei panni dei colleghi avrei annullato immediatamente la nota: non deve essere facile, per quei poveri ragazzi, crescere con entrambi i genitori cialtroni.
Prof. Guido Saraceni
Samuel Paty era un insegnante che voleva fare un dono ai propri alunni: insegnargli la libertà di espressione. Aveva mostrato le vignette su Maometto di Charlie Hebdo in classe. Per questo era stato pesantemente minacciato, finchè uno dei suoi studenti lo ha ucciso e decapitato in nome di una visione distorta dell'Islam.
A lui e alle migliaia di educatori che ogni giorno osano e cercano di dare quel qualcosa in più che puó fare la differenza nei ragazzi, credendo nella propria missione, la nostra riconoscenza.