IL 13 GIUGNO DEL 1936 VENIVA SCATTATA QUESTA FOTO. AUGUST LANDMESSER RIFIUTAVA IL SALUTO A HITLER PER AMORE DI SUA MOGLIE E DELLE SUE BAMBINE
Chissà cosa avrà pensato August Landmesser, operaio navale di Amburgo, quando decise, unico tra centinaia di persone, di rifiutare il saluto ad Adolf Hitler.
Era il 13 giugno 1936 e il Führer era arrivato all'arsenale di Amburgo per l'inaugurazione della nave Horst Wessel. Centinaia le braccia che si levarono al suo passaggio: operai, impiegati, dirigenti e autorità, nessuno escluso, urlavano "Sieg Heil" e tendevano l'arto.
Tutti tranne Landmasser, sguardo duro e braccia incrociate.
August avrà pensato che era stato un imbecille ad iscriversi anni prima al partito nazista, anche se lo aveva fatto solo per la fame. O forse avrà pensato a quali conseguenze gli sarebbe costato il mancato saluto, o ancora, più probabilmente, avrà pensato a sua moglie e alle sue due bambine. Era per loro che quel braccio non si sarebbe mosso di un millimetro.
Quando August si innamorò di Irma sapeva benissimo che era ebrea. Sapeva anche che sposandola avrebbe violato le Leggi di Norimberga che vietavano i matrimoni tra le "razze inferiori" e gli "ariani".
Ma l'amava davvero e non ebbe paura delle conseguenze.
Il matrimonio non venne riconosciuto dalle autorità di Amburgo e le sue due figlie Ingrid e Irene dovettero ricevere il cognome della madre. Cercò di portare la famiglia in Danimarca ma fu bloccato al confine. Gli dissero che avrebbe solo dovuto lasciare perdere quell'ebrea e le sue due figlie, e non avrebbe avuto altri problemi.
Ma lui non si piegò.
Nel 1938 sua moglie Irma fu internata in un campo di concentramento e quattro anni dopo venne assassinata in un istituto psichiatrico. August invece venne prima incarcerato, poi costretto ai lavori forzati e infine assegnato ad un battaglione di disciplina. Morì in Croazia, ufficialmente in operazioni militari. Il suo corpo però non fu mai ritrovato.
Le bambine nel frattempo gli erano state tolte e affidate a parenti.
Solo nel 1949 la città di Amburgo riconobbe la validità del matrimonio di August e Irma.
Ma loro avevano già da tempo dimostrato che il loro amore non aveva bisogno di un timbro.
"Certe immagini rimangono impresse per sempre e descrivono meglio di ogni parola. Ricordo che bruciavo ed ero scioccata, non sapevo che cosa fare, ero terrorizzata e continuavo a correre. Sentivo il fuoco addosso e ricordo semplicemente di aver corso. I medici hanno curato il mio corpo, però nel mio cuore ho ancora tanti problemi da gestire. Il Napalm, che non mi aveva ucciso, continuavo a vederlo dentro me stessa, per anni.”
Le parole a Che Tempo Che Fa di Kim Phuc, protagonista da bambina della storica fotografia sulle atrocità della guerra in Vietnam.