Si dice “Parigi val bene una messa”.
Mi chiedo se la vita di uomini, donne, giovani, di anziani;
se la loro sofferenza fisica e morale, i tubi infilati in gola, il respiro affannoso, la fame d’aria, la morte;
mi chiedo se il dolore straziante dei figli, dei nipoti, di mogli, mariti, di mamme, padri;
mi chiedo se lo strazio di questa morte dolorosa e solitaria;
mi chiedo se tutto questo, se tutto questo dolore, val bene una messa.
Un cristiano, un cattolico, un uomo o una donna di fede, che credono nella carità, nella pietà, nella fraternità, possono rischiare con l’anima in pace di far patire tutto questo anche a una sola, una sola persona, pur di andare a messa?
E’ davvero cristiano rischiare di far patire tutto questo a migliaia di persone perché si pretende la messa in chiesa?
Chi crede in Dio sa che Dio è ovunque, non solo in chiesa. E’ con chi soffre, è con gli ultimi, è dove ognuno di noi si rivolge a lui.
E tranquille, tranquilli, che questo Dio non vi giudicherà se pregherete in casa anziché in chiesa, perché capirà il vostro sacrificio fatto per il bene.
E’ dell’egoismo che dovremmo preoccuparci.
E della stupidità.
Non di poche settimane, nell’arco di una vita, di preghiere in casa anziché in chiesa.
Pregate in cucina, pregate in camera, pregate sul terrazzo, pregate dove volete.
Dio non è ottuso come lo fate voi.
E’ comprensibile e misericordioso.
Siate cristiani.
E portategli rispetto.
Portate rispetto alla sua più grande opera.
Che è la vita.
Cathy La Torre