IL MOMENTO DELLA POESIA
Vorrei sedermi vicino a te in silenzio,
ma non ne ho il coraggio: temo che
il mio cuore mi salga alle labbra.
Ecco perché parlo stupidamente e nascondo
il mio cuore dietro le parole.
Tratto crudelmente il mio dolore per paura
che tu faccia lo stesso.
Il mio cuscino mi guarda di notte
con durezza come una pietra tombale;
non avevo mai immaginato che tanto amaro fosse
essere solo
e non essere adagiato nei tuoi capelli.
Federico García Lorca
Foto :web
E poi c’è lei, Vanessa Incontrada, che decide di posare nuda sulla copertina di Vanity Fair, mettendo in mostra con orgoglio ogni centimetro di pelle, ogni chilo in più, ogni supposta “imperfezione” nel mondo dell’omologazione perfetta.
Lo fa con un grido: “Nessuno mi può giudicare.” Che è il grido di centinaia di migliaia di persone che vivono o hanno vissuto con ansia e vergogna il rapporto col proprio corpo, che sono stati insultati, bullizzati dagli hater e che non hanno la voce, lo spazio, il coraggio per uscire allo scoperto.
“Questa copertina è il momento più bello degli ultimi anni. È il punto d’arrivo che vede il mio corpo diventare un messaggio per tutte le donne (e per tutti gli uomini): dobbiamo tutti affrontare, capire e celebrare una nuova bellezza” ha detto.
Ma è, soprattutto, la meta finale di un percorso cominciato nel 2008, quando Vanessa Incontrada è diventata madre di Isal combattendo, per tutti, una battaglia lunga e dolorosa sull’accettazione di sé e del proprio corpo, che non era più quello di una modella taglia 38 ma di una donna e una professionista realizzata, consapevole, felice, libera.
Grande, grande donna.
Lorenzo Tosa