IL LAVORO NON È LA TUA FAMIGLIA!

Il lavoro nasce come necessità.

È un vero e proprio scambio: io ti offro il mio tempo, la mia competenza, la mia capacità e tu mi offri del denaro in cambio.

Che tu sia imprenditore o dipendente funziona così per tutti.

Non conosco lavoro (se esiste fatemelo sapere!) che non impegni il tuo tempo per ricevere denaro in cambio.

Quando è possibile, scegli anche con chi trascorrere quel tempo che scambi.

Ed è qui che ti voglio.

Ti ricordi del mio post dove ti chiedevo di identificare il valore del tuo lavoro?

Se non hai ancora fatto l'esercizio, ti invito a farlo ora e poi proseguire con la lettura.

Fatto.

Ok.

Ora siediti perché leggerai parole che possono infastidirti.

Lo so che ti dico cose che potrei evitare, ma abbiamo anche le parti in ombra con cui imparare ad interagire.

Quindi, iniziamo da qui.

Il più grosso errore che tu possa fare è cercare un ambiente familiare sul lavoro.

Ricorda sempre che il lavoro non è la tua famiglia!

È LAVORO ed ha dinamiche relazionali totalmente diverse.

Smettila di pensare a quel collega come un fratello, al capo come un padre, al direttore come tuo zio.

Lo vedi anche Tu che stona?

Non puoi e non devi sentirti come a casa!

Non puoi andare al lavoro in pigiama, ad esempio.

Non puoi stare sdraiata su un divano.

Non puoi uscire quando ti pare.

Anche se ti piacerebbe tantissimo poterlo fare, non hai le stesse libertà.

È vero anche che puoi trovare grandi amici nel Team di lavoro, anche se io continuo a non essere d'accordo, andando contro tutte le regole del Team Coaching.

Ne parlerò più avanti, ma ti dico solo questo: o sono amici veri, quelli con cui puoi parlare a viso e cuore aperto senza scrupoli, o, per mantenere il rapporto, dovrai mandar giù diversi magoni.

Ma te ne parlerò approfonditamente più avanti.

Chi ti promette un ambiente familiare, dimentica di dire che tu hai dei compiti assegnati che devi portare a termine in un determinato modo, che, spesso, non sei tu a decidere.

Che ci sono delle regole in cui tu, spesso, non hai potere decisionale.

Che vieni retribuita per poter portare a termine obiettivi aziendali, che se riesci a far tuoi, ben venga, ma non sono tuoi.

Quindi smettila di mescolare le carte.

Tu stai andando a lavorare.

Se poi l'ambiente è gioioso, sereno, solare è tutto di guadagnato.

È un posto meraviglioso da frequentare, ma non è casa tua.

Voglio che tu faccia questa distinzione perché è necessaria per riuscire a regolare la tua emotività rispetto al lavoro.

Parlare con un familiare è diverso che parlare con un collega.

È diverso l'approccio mentale ed emotivo e, posso assicurarti, che, nel momento in cui strutturi anche la tua Autostima (vedremo più avanti come fare) diventa tutto estremamente semplice.

In termini tecnici, spezzi i legami relazionali da cui ricevi qualcosa in cambio per soddisfare i tuoi bisogni.

Quindi acquisisci quella sicurezza che ti serve per affrontare anche il discorso più impegnativo.

Non ti piacerebbe esporre il tuo punto di vista senza farti duecentomila paranoie?

Io credo di sì.

A breve ti dirò anche come fare.

Intanto è lunedì e tu sarai al lavoro.

Che sia una giornata bella e leggera!

Ti abbraccio

Barbara

Che ne pensi?

I 3 MOTIVI PER CUI I GRUPPI WHATSAPP TRA COLLEGHI SONO IL MALE ASSOLUTO!

Stamattina ti sblocco un ricordo.

Andiamo a 20 anni fa, sei sul posto di lavoro, i cellulari non sono ancora di moda.

Ci sono ancora le circolari del datore di lavoro appese in bacheca, da leggere per informarsi.

Potevi leggerle solo recandoti sul posto di lavoro.

Eri a casa e, a meno che non suonasse il postino con una raccomandata, non avevi idea di cosa stesse accadendo al lavoro.

Le ferie erano ferie.

I riposi erano riposi.

Le domeniche erano le domeniche.

Oggi no.

Oggi esistono i famigerati Gruppi WhatsApp.

Oggi sei connesso al lavoro da un doppio legame, continuamente aggiornato su ogni paglia che si muove con tanto di commenti, critiche e polemiche dei colleghi.

Ferie, riposi e domeniche tempestate di notifiche perché è più comodo e immediato.

È davvero così utile?

Sì, per chi invia i messaggi.

No per Te che li ricevi.

E ti spiego i 3 "perché scientificamente provati.

1️⃣ Dimentica le soluzioni.

Il Gruppo WhatsApp, se libero e non moderato, è corredato da chi alimenta la rabbia e la frustrazione attraverso polemiche sterili ed inutili.

Dal divano di casa, fai scorrere il dito e senti quella sensazione fastidiosa che parte dallo stomaco e muove la pancia.

Rispondi presa dall'impulso irrefrenabiledi dire la tua, alimentando la polemica.

Ed entri nella ruota del criceto che gira gira, senza arrivare da nessuna parte.

2️⃣ Alimenta lo Stress

I periodi di riposo dal lavoro sono stati pensati proprio per darti la possibilità di riportare in equilibrio la bilancia dello Stress.

Ogni stimolo che riporta alta la tua attenzione sui problemi di lavoro, mantiene l'asse dello Stress attivo che non è cosa buona, mai!

3️⃣ È un doppio lavoro

Tutto ciò che viene scritto sul Gruppo va poi ripreso nelle dovute sedi, legalmente riconosciute.

Al messaggio deve seguire comunicazione ufficiale di cui dovrai prendere atto.

Come ti approcci alla comunicazione ufficiale avendo già accumulato decine di polemiche e problematiche, arrivando da giorni interi passati sulla ruota del criceto?

Te lo dico io: con la mente offuscata, annebbiata e confusa, con i nervi scoperti e sensibili e con la rabbia accumulata nei giorni precedenti, da scaricare su qualcuno.

Ora.

Dimmi, in tutta sincerità, il gioco vale la candela?

Scientificamente, ti rispondo con un NO assoluto.

Il tuo cervello ha bisogno di staccare la spina.

Hai una vita fuori dal posto di lavoro che deve, necessariamente, rimanere separata per poter stare in salute e per poter mantenere un sano rapporto con tutti i colleghi.

Adesso tocca a te.

Che sensazione arriva mentre pensi di uscire dal Gruppo WhatsApp dei colleghi?

Domanda interessante. Sono curiosa di leggere cosa mi scriverai.

Ti abbraccio intanto.

Barbara