Respirare col naso aiuta a ricordare di piu' e meglio
2018-10-24 11:01:34
Un team di ricerca internazionale guidato da neuroscienziati svedesi ha dimostrato che la respirazione col naso favorisce l’immagazzinamento dei ricordi. Respirare con il naso migliora il consolidamento della memoria e quindi anche i nostri ricordi. Lo ha dimostrato un team di ricerca del Dipartimento di Neuroscienze Cliniche presso l'autorevole Karolinska Institutet di Stoccolma, Svezia, che ha collaborato a stretto contatto con i colleghi olandesi del Donders Institute for Brain, Cognition and Behavior di Nimega. Gli scienziati coordinati dal dottor Artin Arshamian hanno basato la propria indagine sui risultati di precedenti ricerche, che avevano evidenziato una stretta correlazione tra la respirazione e le funzioni cognitive. Per scoprire quale tipo di respirazione fosse più efficace nel consolidamento dei ricordi Arshamian e colleghi hanno coinvolto diversi partecipanti a un curioso test di laboratorio. Ai volontari sono stati sottoposti 12 differenti odori da memorizzare in due sessioni separate; al termine della seconda seduta è stato chiesto loro di respirare solo con la bocca o solo col naso (tappando l'una o l'altra parte del corpo) per un'ora intera. Alla fine di questa fase gli scienziati hanno di nuovo sottoposto gli odori ai partecipanti, che dovevano indicare se provenissero dal set più vecchio o da quello più recente. Dall'analisi statistica dei dati è emerso chiaramente che le persone che avevano respirato col naso ricordavano meglio gli odori. Ma cosa c'entra la respirazione con la memoria? I processi elettrici e biochimici che legano i due fenomeni devono ancora essere indagati a fondo, tuttavia il team di Arshamian indica che tutto ruota attorno ai percorsi neurali delle informazioni, che viaggiano tra la rete sensoriale e quella mnemonica modulate dal bulbo olfattivo e dai ritmi ippocampali. Quando si respira con la bocca questi processi vengono semplicemente bypassati, di conseguenza può sussistere un impatto sul consolidamento della memoria.
Chi fa uso di cannabis rischia l’ictus: diagnosi in aumento tra i consumatori
2018-10-24 10:55:00
Un team di ricerca internazionale ha rilevato un’associazione tra l’aumento di diagnosi di ictus e l’utilizzo di cannabis a scopo ricreativo. Gli scienziati sono giunti a questa conclusione dopo aver analizzato statisticamente i dati di oltre 2,3 milioni di consumatori di marijuana ricoverati in ospedale. Gli scienziati, guidati dal professor Rupak Desai, sono giunti a questa conclusione dopo aver analizzato statisticamente i dati raccolti da ospedali americani tra il 2010 e il 2014, presenti nei database NIS (National Inpatient Sample) e ICD-9CM. Durante il quinquennio è stato rilevato che il tasso di ictus è aumentato costantemente tra chi consumava cannabis a scopo ricreativo, mentre per gli altri pazienti il tasso di incidenza relativo alla grave patologia è rimasto invariato.