Founder Starter
Puntasecca
Founder Starter
I mirtilli sono nell’olimpo dei superfood, grazie al loro rilevante contenuto di composti con importante azione antiossidante. Ma il motivo principale per cui dovreste consumarli è che sono davvero buoni, anche se con lo stesso nome indichiamo il frutto di due piante diverse.
Con il termine mirtillo si indicano i frutti di diverse piante, tutte appartenenti alla famiglia delle Ericaceae e al genere Vaccinium.
Il mirtillo nero, Vaccinium myrtillus, è un piccolo arbusto alto tra i 20 e i 60 cm, originario delle regioni fresche e temperate di Europa e Asia. In Italia cresce spontaneo sulle Alpi e sugli Appennini e proprio nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano è presente una rara varietà con frutti bianchi.
Il mirtillo americano, blueberry o fiordaliso, è il frutto di diverse specie native del Nord America, tra le quali la più importante dal punto di vista commerciale è il Mirtillo Gigante Americano, Vaccinium Corymbosum. Si tratta di un arbusto che può arrivare ai due metri di altezza, in grado di dare una fruttificazione molto abbondante.
Il mirtillo nero e quello americano vengono commercializzati utilizzando il medesimo termine, tuttavia i frutti, pur se simili, presentano differenze che ne permettono una facile identificazione:
- i mirtilli neri danno singoli frutti mentre i mirtilli americani sono raggruppati a formare un corimbo, una infiorescenza simile ad un grappolo in cui i frutti terminano tutti alla stessa altezza;
- i mirtilli neri sono in genere raccolti da piante selvatiche mentre i mirtilli americani vengono coltivati, utilizzando specie caratterizzate da cespugli più grandi, con frutti che possono essere raccolti più facilmente;
- i mirtilli neri hanno polpa rosso scura e succo di colore analogo, in grado di macchiare mani, denti e anche la lingua quando vengono consumati. I mirtilli americani hanno invece una polpa chiara e traslucida.
- i mirtilli neri hanno un sapore più pungente, specie quando cotti, mentre i mirtilli americani hanno spesso sapore zuccherino;
- tutti i mirtilli sono ricoperti da una sostanza cerosa , la pruina, che conferisce loro un caratteristico aspetto opaco.
I maggiori produttori mondiali sono USA, Canada, Polonia e Cile con una produzione mondiali che in una trentina di anni è passata da 33.000 a quasi un milione di tonnellate, sicuro segno dell’enorme successo di questo frutto, ormai entrato nell’Olimpo dei superfood.
Coltivare mirtilli per divertimento e profitto
Fino agli anni 20 del secolo scorso i mirtilli venivano raccolti da piante selvatiche. La prima specie coltivata, Vaccinium Corymbosum, fu selezionata in quel periodo proprio negli USA.
Si tratta di una specie molto esigente, che cresce ben in terreni leggeri e ricchi di sostanza organica, privi di calcare e decisamente acidi, con pH inferiore a 5,5. Le radici, come quelle della maggior parte delle Ericaceae, sono fini e si diffondono negli strati superficiali del terreno: la pianta richiede quindi abbondanti irrigazioni.
Le piante si sviluppano meglio in terreni disboscati e vergini, ben drenati e aerati. La concimazione non deve essere molto abbondante perché un eccesso di fosforo, potassio e azoto possono danneggiare le radici, mentre un eccesso di calcio può ridurre l’assorbimento di ferro.
Inizialmente lo sviluppo della pianta è stentato e la produzione è ridotta, per aumentare poi negli anni successivi. Il gusto dei frutti è determinato dall’esposizione: in mezz’ombra si hanno bacche più acide mentre in pieno sole le bacche sono più dolci e abbondanti.
Esistono diverse varietà e cultivar, caratterizzate da diversa grandezza dei frutti, colorazione e gusto differenti, con maturazione che va da giugno alla fine dell’estate.
A sinistra il mirtillo nero europeo, a destra il mirtillo americano: adesso non avete più scuse e dovete riconoscerli al primo colpo. In genere, in commercio, trovate quasi esclusivamente i secondi. I primi dovete andarli a cercare nei boschi.
Founder Starter