Progetto Alice Universal Education School

Scuola & Istruzione

2022-02-12 08:47:30
La mamma partorisce il bambino con 2 settimane di anticipo in modo che il marito malato terminale possa incontrare la figlia

Una storia incredibilmente triste sta toccando i cuori di milioni di persone in tutto il mondo. Questa commovente vicenda racconta di una coppia sfortunata, di cui fanno parte un uomo di nome Mark e sua moglie Diane Aulger. Alcuni tragici avvenimenti hanno sconvolto completamente la loro esistenza ed hanno lasciato un segno nella loro vita e in quella dei loro figli. Tutto è iniziato da un avvenimento che dovrebbe rappresentare un grande momento di gioia familiare… la scoperta di una gravidanza. La nascita è sicuramente un momento davvero incredibile ed è un evento che rimane per sempre nel cuore sia dei genitori che degli affetti più stretti. I due protagonisti di questa storia purtroppo, hanno vissuto questo momento di gioia con grande tristezza nel cuore. Fu proprio dopo aver scoperto la gravidanza di Diane, che a Mark è stata diagnosticata una terribile malattia, per la quale non c’era cura. L’uomo infatti aveva un cancro al colon che lo stava devastando.

Nonostante la natura incredibilmente aggressiva di questo tumore Mark non voleva abbattersi ed ha intrapreso un ciclo di chemioterapia per provare a combatterlo. I trattamenti sono durati per quasi tutto il periodo della gestazione e non è stato affatto facile conciliare la lotta al cancro con le attenzioni necessarie alla gravidanza. Dopo vari mesi di trattamento, il cancro sembrava essere stato sconfitto e i medici avevano detto all’uomo che poteva tornare a vivere sereno la sua vita in famiglia. Queste notizie sembravano eccezionali, ma non si sono rivelate veritiere e purtroppo, dopo poco tempo Mark è stato nuovamente ricoverato con una fibrosi polmonare, causata da un effetto collaterale della chemioterapia.

Le condizioni di salute di questo padre di famiglia sono deteriorate in maniera repentina e le speranze di riuscire a salvarlo erano purtroppo scomparse del tutto. Per la famiglia è stato come ripiombare improvvisamente in un abisso di dolore. A Mark ormai restavano pochi giorni da vivere ma il suo rammarico maggiore era quello che non avrebbe mai potuto conoscere la sua bambina.La moglie, allora, ha deciso di fare al suo compagno un ultimo regalo… permettergli di conoscere Savannah, la figlia che portava ancora in grembo. Mancavano ancora due settimane allo scadere della sua gravidanza, pertanto Diane, ha chiesto ai medici di stimolare il suo travaglio, così da permettere alla bimba di venire al mondo con qualche giorno di anticipo.

La piccolina così è nata in tempo, per essere conosciuta dal suo papà, che ha potuto tenerla tra le braccia per circa 45 minuti, prima di lasciare la sua famiglia per sempre. L’uomo è entrato in coma proprio lo stesso giorno, ma almeno, grazie al gesto della moglie, ha potuto vivere l’ultimo momento della sua vita in compagnia di tutte le persone che amava.GUARDA IL VIDEO SU YOU TUBE https://www.youtube.com/watch?reload=9&v=XkEVugBhWTg&feature=emb_imp_woyt

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Scuola & Istruzione

2022-02-12 08:46:12

Una storia incredibilmente triste sta toccando i cuori di milioni di persone in tutto il mondo. Questa commovente vicenda racconta di una coppia sfortunata, di cui fanno parte un uomo di nome Mark e sua moglie Diane Aulger. Alcuni tragici avvenimenti hanno sconvolto completamente la loro esistenza ed hanno lasciato un segno nella loro vita e in quella dei loro figli. Tutto è iniziato da un avvenimento che dovrebbe rappresentare un grande momento di gioia familiare… la scoperta di una gravidanza. La nascita è sicuramente un momento davvero incredibile ed è un evento che rimane per sempre nel cuore sia dei genitori che degli affetti più stretti. 

Nonostante la natura incredibilmente aggressiva di questo tumore Mark non voleva abbattersi ed ha intrapreso un ciclo di chemioterapia per provare a combatterlo. I trattamenti sono durati per quasi tutto il periodo della gestazione e non è stato affatto facile conciliare la lotta al cancro con le attenzioni necessarie alla gravidanza. 

Le condizioni di salute di questo padre di famiglia sono deteriorate in maniera repentina e le speranze di riuscire a salvarlo erano purtroppo scomparse del tutto. Per la famiglia è stato come ripiombare improvvisamente in un abisso di dolore. A Mark ormai restavano pochi giorni da vivere ma il suo rammarico maggiore era quello che non avrebbe mai potuto conoscere la sua bambina.

La piccolina così è nata in tempo, per essere conosciuta dal suo papà, che ha potuto tenerla tra le braccia per circa 45 minuti, prima di lasciare la sua famiglia per sempre. L’uomo è entrato in coma proprio lo stesso giorno, ma almeno, grazie al gesto della moglie, ha potuto vivere l’ultimo momento della sua vita in compagnia di tutte le persone che amava.GUARDA IL VIDEO SU YOU TUBE https://www.youtube.com/watch?reload=9&v=XkEVugBhWTg&feature=emb_imp_woyt

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2022-02-12 08:39:21
Le belle storieLA MAMMA DEI SOLDATI..Lucia Pisapia fu una Mamma amorevole e speciale, non solo per i due figli che ebbe dal marito Carlo Apicella, sposato nel 1912, ma anche per gli oltre 700 ragazzi di nazionalità diverse che, a partire dal 1943, iniziò ad adottare come figli propri, con una particolarità importante però: erano tutti morti!Dopo lo sbarco degli Alleati sulla spiaggia di Salerno l’8 settembre del 1943 ed i feroci scontri che a ciò seguirono specialmente nella campagna e sulle alture attorno alla cittadina di Cava de’ Tirreni fra questi ultimi ed i Tedeschi della divisione “Hermann Göring” in ritirata verso nord, centinaia di cadaveri giacevano insepolti ai lati delle strade e nei campi.La gente del luogo aveva altro cui pensare, come pure le Autorità cittadine, alle prese col già non facile compito di badare e dar da mangiare ai vivi, coi pochi mezzi allora a disposizione.Tuttavia Lucia, che a Cava era nata il 18 novembre del 1887, era testarda di carattere, tanto che i genitori da ragazzina l’avevano soprannominata “la briganta” per la sua abitudine di recarsi quotidianamente presso l’ospedale cittadino per portare conforto ed assistere i malati, specialmente i moribondi, anche disubbidendo ai familiari che temevano che, così facendo, si sarebbe buscata qualche malattia.Lei però che, pur avendo studiato solo fino alla terza elementare, era animata da viva intelligenza e sincero fervore religioso, era rimasta sconvolta dalla vista di un gruppo di ragazzini che giocavano a calcio col teschio disseppellito di un soldato, tanto che nel sonno ebbe la visione di un campo con otto croci ed altrettanti giovani soldati che, piangendo, l’imploravano di riaccompagnarli dalle loro madri.Da quel momento, Mamma Lucia si consacrò alla missione di ritrovare e ricomporre, dando loro un nome per poi restituirli alle famiglie, i tantissimi cadaveri di soldati affioranti qua e là nelle campagne o sulle colline attorno a Cava.Così il 16 luglio del 1946, ottenuto il permesso dal sindaco, Mamma Lucia si mise all’opera inizialmente aiutata da due becchini che però, poco dopo, rinunciarono all’incarico per paura dei troppi ordigni bellici inesplosi che spesso si rinvenivano accanto ai resti umani.Poi da sola, sebbene generalmente guardata a vista da una folla di curiosi sempre a distanza di sicurezza, arrampicandosi su per sentieri montuosi o facendosi finanche calare in dirupi, col tempo ritrovò oltre 700 salme, ricomponendole in cassettine di zinco pagate coi suoi risparmi e raccolte nella piccola Chiesa di San Giacomo, a Cava.Tedeschi, americani, polacchi, marocchini… nulla importava della loro nazionalità, perché quei figli avevano tutti una mamma e così, in attesa di riportarli a quella naturale, era Lucia Pisapia Apicella a vegliare e pregare amorevolmente su di loro, facendone le veci. La sua attività, tanto incessante quanto silenziosa e discreta, fu presto scoperta dalla stampa locale e finanche internazionale, in special modo tedesca.Così nel 1951 “Mama Luzia”, altresì detta “die Mutter der Toten” (“la Madre dei Morti”), in occasione di una viaggio in Germania durante il quale avrebbe riconsegnato alla famiglia Wagner i resti del figlio caduto, un caporale ventiduenne, provando quella che lei stessa definì “l’esperienza più dolorosa di tutta la vita”, sarebbe stata insignita della massima onorificenza della Repubblica Federale Tedesca: la “Gran Croce al Merito”. Riconoscimenti simili le sarebbero giunti da Papa Pio XII e dal Presidente Giovanni Gronchi, nel 1959.Gli ultimi decenni della sua lunghissima vita li avrebbe trascorsi, conservando sempre un’invidiabile lucidità sino a quando spirò il 27 agosto del 1982, prendendosi cura della “sua” Chiesetta di San Giacomo e testimoniando alle giovani generazioni gli orrori della guerra.(Testo di Anselmo Pagani) FONT https://www.facebook.com/valentino.giacomin.7/posts/10159669616815928?__cft__[0]=AZU0ZCtI8VU8M-WD2Ysn2mNnAAaAT-j8gE4Gnmc4X1jxY7DrMYNdSmV_ZgEPIFh5v0HdsVbO4gXMuchCpYVX3yQpOlw0Bk17V16H21lMW_slND7mfbbTXVno54MLsLEeZi4&__tn__=%2CO%2CP-R
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