Scuola & Istruzione
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Valentino Giacomin Post Facebook
LA PIZZA CHE NON C'E'...Master Lin entro' in classe con un piatto. Lo poso' sulla cattedra e disse: "Oggi faremo la pizza!"Gli studenti lo guardarono perplessi."Allora, cominciamo con la farina, che non c'e'." Finse di prendere manciate di farina da un sacchetto immaginario. "Poi prendiamo l'acqua, che non c'e'. Impastiamo... Mettiamo il lievito che non c'e'. Passano le ore, che non esistono. Stiro la pasta. Prendo il sugo di pomodoro, che non c'e'. Aggiungo la mozzarella, che non c'e'. Metto la mia pizza nel forno, che non c'e'. Aspetto qualche tempo.. e la mia pizza, che non c'e', e' pronta! Adesso ... me la mangio!"Gli studenti non capivano dove il maestro volesse arrivare."Dov'era la mia pizza?". Chiese il maestro."Nella sua immaginazione!". Risposero gli studenti. "E dove sono i vostri pensieri?""Nella nostra mente!""Prendete il pensiero della vostra casa o di un amico o nemico. Esiste la vostra casa? Esiste il vostro amico? E il vostro nemico? Come fate a riconoscere la vostra casa nel pensiero? E l' amico?""Con la memoria!"."Appunto! La memoria costruisce il pensiero della casa, l' amico, il nemico... Siete d' accordo?".Tutti furono d'accordo."Ora ditemi: che cosa c'e' nella memoria?""Il passato!""Quindi, nella memoria 'esistono' le cose, le persone... morte, che non ci sono piu'! Persone, cose... che non riuscirete mai a trovare. Potete fare una.. . pizza con quello che non c'e'?""Certamente no!""Allora, come fate a credere all'esistenza della vostra ... casa-pizza, del vostro amico - pizza, del vostro nemico - pizza... costruiti con qualcosa che non c' e' ( il contenuto morto della memoria)?".Gli studenti apparivano destabilizzati."Tranquilli, - li rassicuro' Master Lin - vi resta, comunque, come consolazione, la pizza dell'immaginazione!" " Ma quella pizza era un' illusione!""Esattamente come il pensiero della vostra casa, dell'amico, del nemico... e di voi stessi!". Foto. Chissa' che avranno pensato gli studenti di Madrid quando Alice propose, scherzosamente, la cosiddetta " occipital theory": tutto si trova nella testa! Ripropongo, a questo proposito, il post di due anni fa.
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Valentino Giacomin Una volta un giovane riconobbe un passante come il suo insegnante delle elementari. Si avvicinò al vecchio e gli chiese:- Non ti ricordi di me? Ero il tuo studente.- Sì, ti ricordo, in terza elementare. E cosa stai facendo adesso?- Insegno. Mi hai influenzato così tanto che ho voluto anch’io educare i giovani.
- Ah si, davvero? Mi sembra strano... Posso chiederti com’è che ti ho influenzato cosi tanto?- Davvero non ricordi? Lascia che ti rinfreschi la memoria.“Un giorno il mio compagno di classe è venuto a lezione con un bellissimo orologio sulla mano, che i suoi genitori gli hanno regalato. Lo tolse e lo mise nel cassetto della scrivania. Ho sempre sognato di avere un orologio come questo. Non ho resistito e ho deciso di rubarglielo. Ben presto, quel ragazzo era venuto da te in lacrime e si era lamentato del furto. Ti sei guardato intorno e hai detto: "Chiunque abbia preso l'orologio di questo ragazzo, lo restituisca per favore".Mi vergognavo molto, ma non volevo separarmi dall'orologio, quindi non ho confessato. Sei andato alla porta, l'hai chiusa a chiave e hai detto a tutti noi di metterci in fila lungo il muro, avvertendo: "Devo controllare tutte le vostre tasche a una condizione. Dovete chiudere gli occhi". Abbiamo obbedito e ho sentito che questo era il momento più imbarazzante della mia breve vita.Sei passato da studente a studente, di tasca in tasca. Quando hai tirato fuori l'orologio dalla mia tasca, non ti sei fermato, ma hai continuato a spostarti fino alla fine della fila. Poi hai detto: “Bambini, va tutto bene. Potete aprire gli occhi e tornare alle vostre scrivanie". Hai restituito l'orologio al proprietario e non hai detto un'altra parola su questo incidente.Così quel giorno hai salvato il mio onore e la mia anima. Non mi hai apostrofato come un ladro, un bugiardo, un bambino indegno. Non ti sei nemmeno preso la briga di parlarmi di questo episodio. Col tempo ho capito perché. Perché, da vero maestro, non hai voluto offuscare la dignità di un giovane studente non ancora formato. Pertanto, sono diventato un insegnante....”Entrambi sono rimasti in silenzio per un po’.Poi il giovane insegnante chiese:- Quando mi hai visto oggi davvero non ti ricordavi questo episodio?E il vecchio maestro rispose:- Il fatto è che anch’io avevo esaminato le tasche con gli occhi chiusi....