Scuola & Istruzione
UNA FAMIGLIA PER BODHGAYA.Lui, Anand, e' un "vecchio" studente. Lascio' la scuola di Bodhgaya alcuni anni fa, giusto Il tempo per innamorarsi di una bellissima ragazza chakma, in Arunachal Pradesh, e avere un bellissimo bimbo ( vedi foto). Ora tornera', con tutta la famiglia (piu' un fratello minore) a Bodhgaya per prendersi cura della scuola, del terreno, dell'ufficio, assieme ad altri collaboratori locali. C'e' anche un amico speciale che lo sta aspettando: Lucky, un cane - divo, salvato da una turista dopo che era stato avvelenato nei pressi del Tempio di Bodhgaya. "Divo" ;perche'ogni volta che arriva un ospite, si mette in prima fila per fare gli onori di casa e non manca mai nelle foto-ricordo, perche' si impone, compiacente (anche se non invitato), davanti l'obiettivo. Segue gli ospiti ovunque, anche in ufficio. Non c'e' modo di convincerlo alla discrezione e a ... stare al suo posto! Ha una particolare attrazione per gli ospiti donne. Forse non dimentica che fu una donna a salvargli la vita. Anand, quando era studente, aveva l'incarico di accudirlo. Lo fece con con molto amore e diligenza. La prima domanda che mi fece, quando gli offrii il lavoro di caretaker della scuola, fu questa: "Come sta Lucky?".Sta bene, e, tra qualche settimana, stara' ancora meglio, grazie al ricongiungimento con il suo ex attendente.Benvenuti nella famiglia di Alice!
Scuola & Istruzione
Gianni Minà è uno i principali giornalisti italiani, da anni lontano dalle tv nostrane, nonostante una carriera brillante. Questo per le sue posizioni scomode. E ancora una volta Minà va controcorrente, ricostruendo le vicende dell’isola di Cuba negli ultimi anni e la disinformazione sistematica che trasforma l’aggredito in aggressore.
“Ora basta”, di Gianni Minà
Sessant’anni e 12 presidenti fa, scattava l’embargo nordamericano a Cuba. Obama, nel dicembre 2014, dichiarò: “Abbiamo fallito, non abbiamo piegato Cuba. E’ ora di cambiare”.
I cubani avevano dimostrato, in tutti questi anni, dopo aggressioni subite, contrarietà e sacrifici, di voler rimanere fedeli ai loro ideali di indipendenza e giustizia sociale, secondo un modello economico socialista. Cuba non solo non è collassata, ma ha dimostrato come l’embargo economico a un popolo è una delle forme di pressione “diplomatica” tra le più crudeli mai conosciute.
Scuola & Istruzione
"Le polemiche sulla mia nuova auto? Se aveste visto meglio l'immagine c'è mio figlio alla guida con una felpa Versace e jeans Amiri, ma non vedo dove sia il problema. Il fatto è che io vengo dal fondo, a differenza di tutti quelli che mi criticano.Sapete tutti da dove vengo, dal nulla. Mio padre lavorava tutti i giorni per cercare di non cadere in mano alla camorra, aveva un carrello ambulante di frutta, mamma lo aiutava come poteva ma era zoppa e non poteva camminare a lungo.In molti mi prendono in giro perché non so parlare bene in italiano, la verità è che a 12 anni invece di andare a scuola andavo ad aiutare papà a lavoro, altro che studiare. La mattina uscivamo alle 5, caricavamo il carrello e poi in giro per tutta Napoli a vendere. In ogni condizione, sia con la pioggia, che con il sole battente. E mica esistevano giorni liberi o ferie.Quando papà non vedeva prendevo una mela e iniziavo a palleggiare per sfogare la mia rabbia, dopo un anno facevo quel che volevo con le mele.Fu così che iniziai a palleggiare con le pesche, che erano un po'più piccole, fino ad arrivare alle ciliegie. Un giorno arrivammo fino a Castel Volturno, non riuscivamo più a vendere nelle altre zone perché facevamo concorrenza agli ambulanti della camorra, e lì fui notato da un osservatore del Napoli mentre palleggiavo con una ciliegia col destro, e sbucciavo le nespole con il sinistro.Lì ci fu la svolta; la mattina uscivo con papà, facevano un giro nuovo in modo da arrivare nel pomeriggio a Castel Volturno per gli allenamenti, e la sera andavo in piazza a palleggiare con la frutta con il boccino delle offerte. Volevo differenziarmi dai falsi invalidi.Il resto è tutto frutto di sudore, determinazione e umiltà; quella c'entra poco con i miei capi firmati, se spendo due pali da Gucci è perché da bamboccio giravo con gli abiti usati."Lorenzo Insigne (DalBasso.it)