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28 maggio 21
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L MORALIZZATORE...La coerenza fa cilecca quando si tratta di business. Ma deve pur vivere e mantenere la sua famiglia!
FEDEZ È L’EROE PERFETTO DI QUESTI TEMPIAmbasciatore di Amazon, potentissima multinazionale non proprio famosa per il buon trattamento riservato ai suoi lavoratori, il nostro rapper smaltato non può parlare di banche e assicurazioni.Perché? Perché il gruppo Be, ovvero i suoi azionisti e finanziatori in Doom (di cui la madre Annamaria Berrinzaghi è amministratice), gli hanno imposto di non toccare il mondo bancario e assicurativo. E lui, per mantenere il gruzzolo, ha accettato. Parliamo, per quest'anno, di un ricavo di 15 milioni. (Così ci informa L’Espresso).Soldi, sponsor, interessi, immagine. Questo è il mondo dei Fedez, anzi, dei Ferragnez. Un gioco di maschere, una recita di facciata, tutto impacchettato per essere comprato e consumato dalla generazione più indottrinata della Storia.Quando [..] vengono a recitare la parte dei paladini del progresso, la reazione di chiunque abbia un briciolo di dignità dovrebbe essere la stessa: un sonoro vaffanculo.Il problema, per tanti giovani globalioti, è che non esiste il filtro "dignità" su Instagram.Liberamente tratto da un post di Matteo Brandi
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COMUNITA' DI BOSE E ALICE..Che cosa hanno in comune? Rispondo, in sintesi: la crisi. Crisi di crescita, diranno quelli che vedono il bicchiere mezzo pieno. Crescita oppure de-crescita le crisi sono sempre molto dolorose e lasciano ferite profonde. Padre Bianchi, il fondatore della Comunita', "allontanato" dallo stesso Papa Francesco (dopo la relazione di una commissione di tre membri altamente qualificati, pare) non nasconde la sua amarezza e dolore in questi giorni drammatici per la sua creazione. Noi di Alice capiamo perfettamente quello che sta provando. Anche noi siamo passati per lo stesso ... calvario. La differenza e' che lui e' ancora dentro alle dinamiche distruttive che stanno devastando la Comunita'. Noi di Alice, grazie al ... nostro Cielo, ne siamo usciti, con le ossa un po' rotte, ma con la testa alta, senza effetti collaterali per la nostra Comunita'. Certo, ci sono dei prezzi da pagare, come quello sul piano economico, della sicurezza, ma quello che conta e' l'integrita' della visione. Possiamo rinunciare al pranzo, ma non alla coerenza! La nostra visione e' salva. Costringere il fondatore della Comunita' ad andarsene e' un brutto segno, secondo noi. Con lui se ne andra' anche una parte della visione profetica che caratterizzava Bose. E' un'ipotesi. Ora, una riflessione. Come e' potuto accadere il disastro della rottura? Non crediamo a problemi e conflitti relativi alla gestione e all'autorita' di chi ha sostituito il fondatore. Il malessere e' piu' sottile e pericoloso: sta nella divisione al nostro interno. Il conflitto esterno e' il riflesso di una disarmonia interiore, una frattura tra l'ego e il super io, tra pulsioni della coscienza istintiva e le richieste della mente razionale e le istanze superiori dello Spirito. Se siamo divisi dentro di noi, come possiamo sperare di vivere in pace con gli altri? Forse e' mancata ai protagonisti della crisi di Bose un'autoanalisi, un serio e severo esame di coscienza per scoprire le proiezioni della propria Ombra sugli altri. Noi di Alice abbiamo capito che quando qualcuno si lamenta per una ferita, noi, per primi, dobbiamo andare dal medico! Il tuo conflitto e' mio. Cio' che mi disturba nella Comunita' e' il riflesso di contenuti e complessi psicologici rimossi che non sono riuscito ad integrare. Un buddista rispondebbe a chi si lamenta: "Non sei contento? Ti senti a disagio? Me ne faccio carico e faro' prostrazioni, penitenza... Invito anche a te a farti carico del tuo disagio e delle tue emozioni distruttive. La soluzione e' dentro di noi!".Non mi pare che la Comunita' di Bose abbia scelto questa strada per uscire dalla crisi. Cosi' si rischia uno... scisma! E non ci sara' fine ai conflitti! Si tratta di punti vista discutibili. Un umile contributo sulla base di una dolorosa esperienza vissuta recentemente in prima persona.Foto. La Comunita' ecumenica, monastica di Padre Bianchi, fondatore della Comunita ecumenica di Bose, che e' statto estromesso dalla sua creatura, all'eta' di 77 anni.La seconda foto vuole rappresentare lo spirito … ecumenico di Alice, che include, prima di tutto, la propria conversione interiore. L'ecumenismo (psicologico) di Alice si esprime nell'accoglienza della propria Ombra, prima di tutto. La felicita' inizia da questo importante passo.
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Mosul, una famiglia musulmana ha salvato due anziane cristiane dall’Isis
La storia è emersa solo in questi giorni, quando il patriarca Sako ha ritrovato la donna sopravvissuta. Camilla Haddad e Mary Fathohi Weber sono state accolte e protette da Elias Abu Ahmed, che le ha ospitare assieme alle due moglie e i 14 figli. L’anziana 98enne dice di sentirsi bene, anche se “a volte fanno male le gambe”. Mosul
Della loro esistenza si erano perse le tracce dall’estate 2014, durante la prima fase dell’occupazione della metropoli del nord da parte degli uomini del “Califfato” al soldo di al-Baghdadi. Lunghi anni di silenzi e misteri attorno alla loro sorte, che hanno trovato una risposta grazie all’impegno e alla tenacia della leadership cristiana irakena che non ha mai smesso di cercarle.
La signora Haddad, oggi 98enne ma ancora in discreta forma, ha vissuto nella casa del musulmano Elias Abu Ahmed, che l’ha nascosta insieme all’amica presentandole - durante le ripetute ispezioni dello Stato islamico (SI, ex Isis) - come sua nonna e sua zia, per salvarle. Egli si è inoltre preso cura della loro salute, come ha fatto con le due mogli e i 14 figli trattandole come membri della famiglia.
“Le ho considerate - racconta l’uomo - come parte della mia famiglia, ripetendo spesso che ‘Siamo tutti fratelli’”. Una testimonianza di carità e di sostegno fra persone di fede diversa, che alimentano il desiderio delle persone di restare unite e aiutarsi pur fra grandi difficoltà.
Una delle due donne, la signora Weber, è deceduta il primo gennaio 2015 ma l’amica Camilla Haddad - che ha a disposizione una stanza tutta per sé nella casa e resta sveglia fino a tardi - è ancora in buone condizioni di salute, considerando l’età avanzata. Nei giorni scorsi la donna ha scambiato qualche parola al telefono con il patriarca Sako, che l’aveva conosciuta assieme alle sorelle Najeeba e Eileen molti anni fa, quando era ancora sacerdote a Mosul.
Fonti del patriarcato riferiscono che durante il colloquio il porporato si è presentato come “Abouna (padre, in arabo) Louis” per facilitare i ricordi della donna ignara del fatto che oggi sia il patriarca della Chiesa caldea. Lei e la sorella, ricorda il porporato, hanno sempre frequentato la chiesa e contribuivano nell’opera di assistenza ai poveri.
Alla domanda sullo stato di salute, Camilla ha risposto “bene, ma mi fanno male le gambe” mostrando al contempo una grande presenza di spirito. E alla proposta di essere trasferita in una struttura sanitaria dove poter ricevere maggiori cure l’anziana signora ha declinato, ringraziando, perché dice di sentirsi “legata” alla famiglia musulmana che l’ha “accolta e protetta” e di voler “restare in casa di Abu Ahmed”. Come anticipato ad AsiaNews da fonti del patriarcato caldeo, nei prossimi giorni Camilla Haddad incontrerà il patriarca caldeo per una giornata di festa.
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