L'ATTORE NON E' IL PERSONAGGIOche interpreta. "Perche' reagiamo con rabbia quando qualcuno ci prende in giro, ci offende, ci deride?" Chiede Master Lin agli studenti.Varie sono le risposte che non soddisfano il Maestro."Vi racconto una storia. Un giorno, mi trovavo in un villaggio di gente molto semplice. Vidi un assembramento di persone agitate. Alcune insultavano un uomo e lo minacciavano. Fui colpito dalla reazione di quell'uomo. Invece di difendersi e arrabbiarsi, sorrideva, tranquillo. Anzi, pareva compiaciuto!Incuriosito, mi avvicinai e chiesi all'uomo: Come mai riesci a stare cosi' calmo di fronte a questa gente che ti offende e minaccia?""Perche' dovrei arrabbiarmi? Non stanno attaccando me! Non sono io quello che stanno minacciando!".Chiesi di elaborare."Vede, ho appena finito di rappresentare, con il mio gruppo teatrale, uno spettacolo contro la violenza sulle donne. Io facevo la parte antipatica del marito violento, crudele, senza moraie, che, alla fine, uccide la giovane moglie.La reazione del pubblico e' stata incredibile: mi urlavano di tutto durante lo spettacolo. Ma, finito lo show, come vede, continuano ad aggredirmi! Una reazione ingenua, infantile, che fa sorridere. Perche' dovrei sentirmi offeso? Come ho detto, di fatto, non stanno offendendo il mio vero se', quello che io sono veramente, ma la mia maschera, quella che tutti indossiamo nella vita!"."Maestro, vuole dire che ogni volta che noi reagiamo alle offese o ai complimenti, noi dimentichiamo che questi non sono rivolti a cio' che veramente siamo?""Proprio cosi'!"."Chi siamo, allora, dietro la maschera?""Posso dire quello che non siamo. Non siamo il corpo; non siamo i pensieri, le emozioni; non siamo la mente agitata; non siamo la professione che esercitiamo: medico, studente, insegnante, cuoco, falegname, presidente, avvocato, ladro, monaco... Queste sono tutte maschere di cui sorridere!""Che cosa resta, dopo aver gettato tutto? Il vuoto!""Ecco, forse siamo vicini alla risposta! Un vuoto... pieno".

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Estratto di una interessante intervista della giornalista Eleonora Barbieri al prof. Giulio Giorello, filosofo, epistemologo, professore di filosofia della scienza all’Università statale di Milano. LA SCIENZA NON E' INFALLIBILE!Però professore, con tutte le conquiste scientifiche e tecnologiche di cui ci vantiamo, non è un vero disastro (la pandemia)?«Certamente. A questo proposito, la filosofia della scienza ci dice una cosa importante, ovvero che, al contrario di certe astrazioni fatte in modo facilone da studiosi dai toni trionfalistici, la scienza non dà certezze, bensì dubbi e domande. La scienza è un’impresa critica».Quali sono queste «astrazioni»?«Mi riferisco alla convinzione che ogni problema, affrontato in modo scientifico, sarà prima o poi risolto in tempi brevi. E poi ci sono alcuni politici, incompetenti in campo scientifico, che vogliono fare i padroni della città, e questo mi sembra intollerabile. Sono capaci solo di sparare decretoni che dimostrano la loro inadeguatezza culturale, e non solo».I politici dovrebbero ascoltare di più gli scienziati?«Dovrebbero imparare la lezione della scienza, ovvero essere consapevoli che la scienza è fallibile e compie errori ma, da questi errori, possiamo imparare. Questo è, appunto, il carattere fallibile-critico dell’impresa scientifica, così come è stato messo in luce da grandi pensatori del secolo scorso, come Russell e Popper».Che cosa ci insegnano Russell e Popper?«È inutile pretendere, dall’impresa scientifica, sicurezze che non può darci; ma dobbiamo pretendere quell’atteggiamento critico che permette di andare avanti, cioè di sostituire alcune idee con altre, migliori»." https://www.facebook.com/valentino.giacomin.7/posts/10159598213615928?__cft__[0]=AZUW2-lmFrbmEswf-Fa781ysyx0krb21Y1Yvkg71L9EU0enRVsRpWGUgQ76eIdo1xIMT2AE9i7jeUjj3IjsgFZ4goRWXIezrIz9LEqnnh1GPNoctEstjZug4FDA-1Wc8gdc&__tn__=%2CO%2CP-R

PER CHI HA DIVINAZZATO LA SCIENZA....e insulta chi ha dubbi contro ilo Verbo degli esperti.«La scienza è credere nell'ignoranza degli esperti», ha affermato Richard Feynman. Feynman vincitore del premio Nobel per la fisica nel 1965.

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