Progetto Alice Universal Education School

Scuola & Istruzione

2022-02-19 20:56:31
Benedetto XVI e la Scienza. Un discorso del 2008. PAROLE...SANTE.Papa attacca: «Scienziati arroganti»«Il facile guadagno o, peggio ancora, l'arroganza di sostituirsi al Creatore svolgono un ruolo determinante»Benedetto XVI torna a esaltare il valore della ricerca scientifica a servizio del progresso dell'umanità, ma nel contempo ricorda che «la scienza non è in grado di elaborare principi etici; essa può solo accoglierli in sé e riconoscerli come necessari per debellare le sue eventuali patologie».Papa Benedetto XVI (Ansa)Per questo, spiega, la scienza non può fare da sola: «La filosofia e la teologia diventano, in questo contesto, degli aiuti indispensabili con cui occorre confrontarsi per evitare che la scienza proceda da sola in un sentiero tortuoso, colmo di imprevisti e non privo di rischi».Foto. Insegniamo ai nostri studenti scienza abbinata all'etica; fisica e metafisica; cuore e ragione...
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2022-02-19 20:55:03
Lo sapevate che...UN RE CHIESE AL SUO POPOLO IL SEGRETO DELLA FELICITA'.Interessante storia del Buthan. "Con una popolazione che non raggiunge il milione di persone, il Bhutan è un piccolo territorio della catena dell’Himalaya racchiuso fra India e Cina. Non molto lontano dai suoi attuali confini, attorno al 500 avanti Cristo, visse Siddhartha Gautama, poi detto Buddha, l’Illuminato, che lasciò una profonda impronta filosofica e religiosa in tutta l’area. Colpito dalle sofferenze vissute dal genere umano, Buddha dedicò la sua vita alla ricerca di percorsi comportamentali e meditativi capaci di portare al superamento della sofferenza. E benché l’ultimo stadio proposto dal Buddha sia di tipo trascendentale, il buddhismo ha molto da insegnare anche rispetto al perseguimento della felicità che Buddha aveva inserito fra le sette condizioni per raggiungere l’Illuminazione. Non a caso di felicità si parla in numerosi documenti appartenenti alla tradizione buddista. In particolare, quella del Bhutan, che concentra nelle stesse persone cariche politiche e cariche religiose (regime che non è esente da pecche, visto che nonostante la formale libertà religiosa, organizzazioni diverse da quelle buddiste e, in due casi, induiste continuano a non ottenere riconoscimento, mentre non sono rari i casi di persecuzione contro i cristiani).Nel monastero di Punakha sono state ritrovate delle lastre di pietra del 1635, su cui sono scolpite norme che gli studiosi attribuiscono a Ngawang Namgyal, il lama, nonché regnante, ritenuto padre fondatore del Bhutan rispondente al territorio odierno. In un passaggio si legge che «obiettivo ultimo dell’organizzazione statale di tipo buddista è quella di garantire la felicità a tutti gli abitanti della nazione. Se il governo non può garantire la felicità al suo popolo, viene meno il motivo della sua esistenza». Benché in Bhutan il perseguimento della felicità costituisca un obiettivo politico di vecchia data, in Occidente se ne è venuti a conoscenza solo alla fine del secondo millennio, a causa del clamore suscitato dall’iniziativa assunta da Jigme Singye Wangchuck, sovrano del momento. Salito al trono nel 1972 all’età di soli 17 anni, si chiese qual era il modo migliore per servire il suo popolo e invece di seguire l’andazzo dei governanti del Sud del mondo che si limitavano a scopiazzare i modelli culturali, politici ed economici occidentali, decise di interrogare i suoi sudditi. A piedi e a dorso di cavallo, il giovane sovrano attraversò tutto il Paese e scoprì che mentre la gente voleva uscire dalla miseria, nello stesso tempo non si sentiva povera. Al contrario era fiera della propria ricchezza spirituale, delle proprie radici culturali e dei forti legami sociali che stavano alla base della vita comunitaria. Il tutto rafforzato da un senso di sicurezza proveniente dal rapporto di simbiosi instaurato con la natura.In conclusione, il giovane re venne colpito dal fatto che nonostante il livello di miseria, in certi casi molto spinto, la gente non si limitava a chieder migliori condizioni di vita, ma anche la salvaguardia del proprio ambiente, il rafforzamento della comunità e la tutela delle proprie tradizioni culturali e religiose, perché l’obiettivo non era solo l’arricchimento materiale, ma la felicità che si ottiene quando sono soddisfatte tutte le dimensioni del vivere individuale e collettivo. E memore dell’impegno assunto nel 1635 dal suo predecessore, decise di non assumere come obiettivo la crescita del Prodotto interno lordo bensì la ricerca della Felicità nazionale lorda. Decisione che venne ufficializzata per mezzo di una legge nel 1998, fino a essere inserita in Costituzione nel 2008. Con la precisazione che la felicità si raggiunge quando sono garantiti adeguati standard di vita, una buona salute fisica, alti livelli di istruzione, la piena integrità ambientale, la salvaguardia della propria cultura, una forte coesione sociale, il benessere psichico e un buon governo."Foto Anand, Scuola di Bodhgaya. Ance noi di Alice ci proponiamo l' obiettivo della "Felicità personale ... lorda". Anni fa, fummo invitati dal Primo ministro del Bhutan per condividere la nostra sperimentazione educativa.2727

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2022-02-19 20:53:22
(Ripeto il post censurando le parole che fanno scattare la censura Fb. Vediamo se ci riesco)ALICE INSEGNA A NON GIRARSI DALL'ALTRA PARTE."Tu sei quello!" E' il mantra di Alice. Sei il povero, il ricco, il santo e il demone. Sei la Luce e l' ombra; il bene e il male.Sei il va... nato e chi si rifiuta.Prenditi, quindi, cura del mondo sia quando manifesta gioia (temporanea) che quando esprime dolore, ingiustizie. Questa e' l'essenza dell' empatia, della compassione.La pan...mia sembra aver messo in luce gli aspetti peggiori delle nostre coscienze. Quando, per qualsiasi ragione, si rifiuta il cibo a un povero (Comunita' di Sant' Egidio), e' segno che la pan ...mia ha ucciso le persone non solo fisicamente, ma anche moralmente.E' facile fare "inclusione" con gli amici, quando non ci sentiamo minacciati, quando la legge e' dalla nostra parte. Pieta', compassione, altruismo...si manifestano nei momenti di crisi, quando il collega vicino e' visto come un nemico perche' obbiettore. E' proprio questo il momento di mettere in pratica l' invito: "Ama il prossimo tuo come te stesso!""Tu sei quello!", appunto! Il prossimo.. vicino al mio posto di lavoro, di classe, di condominio, di religione, di partito, di ospedale...Questo vorrebbe insegnare e testimoniare Alice!4343Commenti: 1Condivisioni: 5Mi piaceCommentaCondividi

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