Narcisismo e l'arte di salvarsi

L'essenziale è invisibile agli occhi

Narcisismo e l'arte di salvarsi

L'essenziale è invisibile agli occhi

2022-08-05 09:04:31
Perchè mi arrabbio troppo?

La persona che si arrabbia in modo eccessivo spesso ferisce l’altro (amico/ partner/ familiare) in modo consapevole e crudele. In preda all’ira dice quelle cosa che sa che colpiranno l’altra persona nel suo punto debole. Lo scopo disfunzionale di questo comportamento è quello di far sentire all’altro la sofferenza che si prova, ferendolo come si è stati feriti. 

Un altra motivazione è quella di suscitare una reazione nell’altra persona che si percepisce come distaccata e indifferente. C’è però anche lo scatto d’ira inconsapevole. Anche sulle situazioni di poco conto, l’individuo diventa verbalmente aggressivo con l’interlocutore ma non se ne rende conto; non si accorge di rispondere in modo rabbioso anzi molto spesso pensa di trovarsi di fronte a persone molto permalose. Ma cosa si nasconde dietro la rabbia patologica?

1. Non si accettano

Tutti noi abbiamo un’immagine ideale di come dovremmo essere. Tuttavia, spesso chiediamo troppo a noi stessi e non riusciamo a rientrare nei nostri parametri. Quando ci giudichiamo troppo severamente generiamo in noi un profondo senso d’insoddisfazione. Quindi pensiamo di non essere abbastanza buoni e iniziamo a tormentarci. Infine, anche se proiettiamo la rabbia verso l’esterno, in realtà siamo arrabbiati con noi stessi.

2. Hanno qualcosa in sospeso che genera un senso di colpa

Gli errori sono una delle principali cause della rabbia cronica. Quando abbiamo sbagliato, ma non lo accettiamo perché tale errore va contro l’immagine idealizzata che abbiamo del nostro “Io”, ci arrabbiamo. Fino a quando non accettiamo questo errore, finché non facciamo pace con il nostro passato, non possiamo andare avanti e continueremo a trascinarci questa rabbia.

3. Si sentono insoddisfatti dalla realtà

Quando abbiamo delle aspettative troppo alte e queste non corrispondono alla realtà, cominciamo a sentirci male. Tuttavia, in molti casi, invece di adattare le nostre aspettative, vorremo che il mondo cambi per adattarsi a noi. Dal momento che questo non è possibile, poco a poco si va generando un senso di frustrazione che ci porta ad essere arrabbiati con il mondo intero.

4. Si sentono insicuri e vulnerabili

Spesso, la rabbia non è l’emozione primaria, ma una risposta a emozioni come il dolore, la paura, il senso di colpa o la tristezza. Tuttavia, queste emozioni primarie ci rendono vulnerabili e questo ci spaventa. Pertanto, sviluppiamo un’altra emozione, come la rabbia, per nasconderle. Così che, in alcuni casi, la rabbia è una reazione di difesa che nasconde alla base la paura della vulnerabilità.

5. Sentono il bisogno di auto-danneggiarsi

In alcuni casi, la rabbia è uno strumento che utilizza il nostro inconscio per indicare che c’è qualcosa che ci preoccupa. Quando passiamo settimane o mesi arrabbiati, sabotare le nostre relazioni personali e la nostra vita emotiva è un modo per attirare l’attenzione sulla necessità di cambiamento. Questo tipo di risposta si verifica di solito quando ci costringiamo a vivere una vita che non ci soddisfa.

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2022-08-04 10:48:44
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Narcisismo e l'arte di salvarsi

L'essenziale è invisibile agli occhi

2022-08-04 10:27:00

A tutte le ragazze dal costume verde e a tutte le signore dell'asciugamano accanto. Cara ragazza dal costume verde. Sono la donna che sta nell’asciugamano accanto. Quella che è venuta con un bimbo e una bimba. Prima di tutto, voglio dirti che sto passando un momento molto piacevole vicino a te e al tuo gruppo di amici, in questo po’ di tempo in cui i nostri spazi si sfiorano e le vostre risate, le vostre conversazioni trascendentali e la musica del vostro stereo invadono l’aria. Sai, mi sono sorpresa un po’ nel rendermi conto che non so in che momento della mia vita sono passata dallo stare lì allo stare qui: dall’essere la ragazza ad essere la “signora di fianco”, dall’essere quella che va con gli amici ad essere quella che va con i bambini. Ma non ti scrivo per questo. Ti scrivo perché mi piacerebbe dirti che ti ho notata. Ti ho vista e non ho potuto evitare di guardarti. Ti ho vista essere l’ultima a spogliarsi. Ti ho vista metterti dietro tutto il gruppo, dissimulando, e toglierti la maglietta quando credevi che nessuno ti stesse guardando. Però io ti ho vista. Non ti stavo guardando, ma ti ho vista. Ti ho vista sederti sull’asciugamano con una postura attenta, coprendo la tua pancia con le braccia. Ti ho vista metterti i capelli dietro le orecchie, abbassando la testa per afferrarla, forse per non muovere le braccia dalla loro studiatissima posizione “casuale”. Ti ho vista metterti in piedi per andarti a fare il bagno e ingoiare saliva, nervosa, perché dovevi aspettare così, in piedi, esposta, la tua amica, e usare ancora una volta le tue braccia come pareo per coprirti: le tue smagliature, la tua flaccidezza, la tua cellulite. Ti ho vista tormentata perché non potevi coprire tutto insieme mentre ti andavi allontanando dal gruppo, nascondendoti, come prima lo avevi fatto per toglierti la maglietta. Non so se il tuo non essere contenta di te stessa abbia qualcosa a che vedere con la tua amica, quella che tu aspettavi si sciogliesse la sua lunga chioma sopra la schiena alla quale mancavano solo un paio di ali di Victoria’s Secret. E nel frattempo tu lì, guardando a terra. Cercando un nascondiglio in te stessa e da te stessa. E mi piacerebbe poterti dire tante cose, cara ragazza dal costume verde… forse perché io, prima di essere la donna che viene con i bimbi, sono stata lì, nel tuo asciugamano. Mi piacerebbe poterti dire che, in realtà, sono stata sul tuo asciugamano e in quello della tua amica. Sono stata te e sono stata lei. E ora non sono nessuna delle due, o forse sono entrambe, e che se potessi fare marcia indietro sceglierei semplicemente di godere della vita invece di preoccuparmi, o di vantarmi, per cose come in quale dei due asciugamani preferisco stare, il tuo o il suo. Vorrei poterti dire che ho visto che avevi un libro nella tua borsa, e che qualsiasi ventre che ora ha 16 anni probabilmente perderà la sua tonicità molto prima che tu perda la testa. Mi piacerebbe poterti dire che hai un bellissimo sorriso, e che è un peccato che sei tanto occupata nel coprirti che non ti resti tempo per sorridere di più. Mi piacerebbe poterti dire che quel corpo di cui sembri vergognarti è bello solo per il fatto di essere giovane, cazzo! È bello solo perché è vivo. Per essere l’involucro di quello che in realtà sei e poterti accompagnare in quello che fai. Mi piacerebbe dirti che magari ti potessi vedere con gli occhi di una donna di più di trenta anni perché forse allora ti renderesti conto di quanto meriti di essere amata, anche da te stessa. Mi piacerebbe poterti dire che la persona che un giorno ti amerà davvero non amerà la persona che sei nonostante il tuo corpo, ma che adorerà il tuo corpo: ogni curva, ogni linea, ogni neo. Adorerà la mappa, unica e preziosa, che disegna il tuo corpo e se non fa così, se non ti ama così, allora non merita il tuo amore. Mi piacerebbe poterti dire che, credimi, credimi, credimi, sei perfetta come sei: sublime nelle tue imperfezioni. Però che ti voglio dire io, se sono solo la donna accanto? Anche se, sai una cosa? Sono venuta con mia figlia. È quella con il costume rosa, quella che gioca nel fiume e si sta ricoprendo di sabbia. Oggi si è preoccupata solo se l’acqua fosse troppo fredda. A te non posso dire nulla, cara ragazza del costume verde… però tutto, TUTTO, lo dirò a lei. E tutto, TUTTO, lo dirò anche a mio figlio. Perché è così che tutti meritiamo di essere amati. Ed è così che tutti dovremmo amare.

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