
L'essenziale è invisibile agli occhi
Tre passi per liberarsi da un amore che fa soffrire
1) Capire che è una relazione malata
Il primo passo (che non è per nulla semplice) è ammettere con se stessi che in quel rapporto si sta male. Spesso la persona coinvolta in una relazione distruttiva attiva dei meccanismi di difesa per soffrire meno, quindi tende a minimizzare o a giustificare le mancanze di rispetto del partner ( lui mi tradisce ma in fondo so che mi ama, sparisce per giorni ma so che ritorna, ecc).E’ importante è iniziare a guardare la situazione in n modo obiettivo e in questo può aiutare il confrontarsi con coppie che hanno dei modelli di relazione più appaganti.
2) Rinunciare all’illusione di cambiare l’ altro
Il secondo passo è quello di rinunciare all’illusione di cambiare l’altro/a. L’illusione di poter cambiare l’ altro nasce dalla convinzione inconscia di poter avere un controllo sul comportamento del partner ( per cui se lui non mi ama è perché riesco a farlo innamorare, se lui mi tradisce è perché non sono abbastanza femminile, e via dicendo).Pertanto, bisogna prendere consapevolezza che il modo in cui il partner ci tratta non dipende da quello che noi siamo, ma da dipende da quello che lui/ lei è. Il problema non è che il partner non ci ama ma non ci ama perché non è in grado di amare. Quando si comprende che il comportamento del partner dipende da problematiche sue sulle quali non possiamo avere nessun controllo, diventa più facile disinvestire in una relazione che provoca solo sofferenza.
3) Ricostruire l’autostima
Il terzo punto per liberarsi da un amore patologico è cominciare a ricostruire la propria autostima, cercando altre aree di soddisfazione oltre al rapporto. Bisogna lavorare per ridurre gradualmente la propria dipendenza dal partner da tutti i punti di vista: economico, materiale, affettivo, investendo sulla propria crescita personale e coltivando amicizie, interessi, il lavoro e la spiritualità. Se non si riesce ad uscire da soli un amore patologico, bisogna farsi aiutare. In questi casi può essere indicata una terapia psicologica che aiuti a comprendere quei meccanismi psicologici che ci tengono legati a una situazione distruttiva.
RICORDA SEMPRE… meglio una dignitosa solitudine, che la compagnia di qualcuno o qualcuna a cui di te non importa nulla. Voler bene a se stessi è proprio questo: non darsi in pasto a chiunque, e sentire di meritare qualcuno in grado di amare e capire. Qualcuno/a che sta scegliendo veramente te con i tuoi limiti e i tuoi pregi.


L'essenziale è invisibile agli occhi
Prima di tutto dobbiamo avere ben chiaro, che non tutte le persone con cui siamo in disaccordo sono tossiche, e dobbiamo mettere in conto che ogni tanto possiamo essere noi ad avere comportamenti tossici.
Purtroppo viviamo in una società molto predisposta alla tossicità. A volte non sappiamo distinguere ciò che è tossico da ciò che non lo è, altre volte , invece, ne siamo perfettamente consapevoli. Le persone tossiche ci nuocciono, nuocciono alla nostra salute mentale, al nostro benessere psico-fisico e annientano la nostra autostima, per questo dobbiamo imparare a riconoscerle e ad evitarle.https://mypsycho.it/persone-tossiche/


L'essenziale è invisibile agli occhi
La rabbia è un’emozione basilare, proprio come la paura, la tristezza, la felicità, la sorpresa. Molte volte la rabbia è vista come un’emozione negativa, ma invece bisogna ricordarsi che è fondamentale perché garantisce la sopravvivenza.
Se viene gestita in modo corretto, la rabbia fa in modo che vengano espresse emozioni, pensieri e bisogni che non ci stanno bene.
Quando la rabbia compromette la qualità della vita o le relazioni con attacchi di rabbia, diventa problematica e disfunzionale. Non è raro che questa emozione venga dal passato, esistono persone sempre arrabbiate che, quasi certamente, hanno vissuto situazioni considerate ingiuste e non si sono potute difendere. In queste persone la ferita profonda fa attivare la rabbia, in questo caso si parla di rabbia repressa.
