Le donne del passato non si sposavano per amore. Si sposavano per sopravvivere.
Per secoli, il matrimonio è stato l’unica via possibile affinché una donna potesse garantirsi un tetto, del cibo e un minimo di protezione. L’idea che una donna potesse lavorare, possedere beni o avere diritti legali era impensabile. Viveva costantemente sotto la tutela di un uomo: prima del padre, poi del marito.
E se non si sposava?
Era vista come un peso. Restava in casa dei genitori finché possibile, tollerata o affidata ai parenti più ricchi, oppure mandata in convento, non per vocazione religiosa, ma per mancanza di alternative.
L’amore non c’entrava nulla
Il matrimonio era una scelta sociale ed economica, non affettiva. L’amore era considerato un tema da poesia, non una realtà da vivere.
Le donne venivano educate ad essere mogli obbedienti e madri devote, non persone con voce, opinioni o aspirazioni.
Solo con la Rivoluzione Industriale qualcosa è cambiato
Fu solo in quel periodo che alcune donne iniziarono a:
lavorare
guadagnare un proprio reddito
ottenere una minima indipendenza economica
Per la prima volta, alcune di loro poterono vivere senza dipendere da un uomo.
Per la prima volta, potevano rifiutare un matrimonio combinato.
Questa è la realtà da cui proveniamo.
E ogni piccolo diritto acquisito è il risultato di lotte silenziose, rinunce e coraggio.
Ricordarlo non serve solo a onorare il passato, ma a proteggere il presente.
La libertà non è un dono. È un'eredità conquistata.