Carlo Verdone
“Mio padre era docente di cinema all’università. La sera prima del mio esame, mi avvertì che mi avrebbe interrogato il suo assistente. Lo pregai di dire all’assistente di interrogarmi sul Neorealismo o su Fellini o Zavattini. Mio padre ebbe un gesto di disappunto, ma finì lì.
Il giorno dopo, l’assistente non venne perché malato e così si presentò mio padre. Mentre io gli sillabavo Fel-li-ni, Za-vat-ti-ni, lui con aria severissima mi disse: ‘Mi parli di Pabst.’ Continuai a sillabargli Neo-rea-lis-mo. Lui ribatté: ‘Mi parli allora di Dreyer.’ Feci scena muta. Lui con aria autoritaria indicò la porta: ‘Si ripresenti alla prossima sessione più preparato.’
Me ne andai furibondo e mortificato. Mentre gli altri studenti, basiti, dicevano tra loro: ‘Oh, ha bocciato il figlio!’ La sera, a casa, mio padre la prese a ridere dicendo: ‘Mi scocciava far vedere che il padre promuoveva il figlio… Comunque, la prossima volta preparati su Dreyer!’
Carlo Verdone
Totò E Giacomo Furia
Totò e Giacomo Furia
"Nei suoi film ci sono un po' sempre gli stessi attori, Totò aveva bisogno di stare sempre con gli stessi, non gli piacevano i cambiamenti.[...] Il suo problema sono sempre stati gli occhi, all'inizio ci vedeva pochino, e poi alla fine non ci vedeva quasi più. Non potendosi divertire come una volta sulle tavole del palcoscenico, Totò si divertiva sul set. Quando tra una scena e l'altra riuscivamo a giocare a scopone, era contento di stare a guardare, sosteneva una volta un gruppo e una volta un altro. Era un uomo adorabile, molto generoso. Qualche volta mi diceva: «Buono, buono, ma perché l'hai detta così, si può perfezionare... ». Secondo me, perfezionare la battuta divertente di un altro, per un comico è il massimo del sacrificio, della generosità."(Giacomo Furia)
Antonio De Curtis
Totò e la sua controfigura "ufficiale" Dino Valdi.
Tra novembre '57 e gennaio '58 a Venafro si gira "La legge è legge" ma Totò preso dalla temperatura gelida interrompe le riprese e si ritira nella sua casa di Roma . Il film viene completato in fretta da Dino Valdi.