gabriella marzia rapisarda
Gautama Buddha sta passando per una città quando una mosca si posa sulla sua fronte. Lui sta parlando con il suo discepolo, Ananda, e continua a parlare mentre muove la mano per scacciare la mosca. Poi improvvisamente si accorge che il movimento della sua mano è stato inconsapevole, meccanico. Dato che stava parlando con Ananda in modo consapevole, la mano ha scacciato la mosca in modo meccanico. Si ferma, e anche se adesso la mosca non c'è più, muove di nuovo la mano con consapevolezza. Ananda dice: "Ma che fai? La mosca non c'è più...." Gautama Buddha replica: "La mosca se ne è andata... ma io ho commesso un peccato, perché l'ho fatto con inconsapevolezza". Solo Gautama Buddha usa la parola "peccato" nel suo giusto significato. Essa deriva da una radice che vuol dire dimenticanza, inconsapevolezza, mancanza di osservazione, fare le cose in modo meccanico, e la nostra vita è quasi del tutto meccanica. Dalla mattina alla sera, in continuazione, ci muoviamo come dei robot. 🌹Osho🌹
gabriella marzia rapisarda
La meditazione, soprattutto all'inizio è una lotta e, come in ogni lotta, si richiedono pazienza, coraggio, tenacia. Dobbiamo scegliere di rimanere seduti e di meditare, sia che ne abbiamo voglia sia che vogliamo scappare, sia che siamo sani o ammalati, sia che siamo di buon umore o tristi. L'importante è starci, stare con se stessi. Siamo irrequieti, decidiamo di stare; la mente divaga, decidiamo di stare; tutte le preoccupazioni si fanno sentire, resistiamo seduti. In questo modo impareremo a dominarci e a coltivare la saldezza interiore. Se saremo perseveranti potremo accedere alla nostra interiorità , dove è possibile attingere alla nostra forza spirituale. (E. Minelli)
gabriella marzia rapisarda