gabriella marzia rapisarda
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gabriella marzia rapisarda
Genitori, insegnate l’amore ai vostri figli. Spiegate loro che prima dell’amore per qualsiasi altra persona viene l’amore per se stessi. Quello che prepara le braccia ad accogliere altre braccia. Quello che insegna che la solitudine è preziosa. Anche se fa male. Quello che insegna che il dolore taglia. Ma alla fine non uccide. Quello che insegna prima di farcela insieme a farcela da soli. Genitori, insegnate l’amore ai vostri figli. Raccontate loro che l’amore è prigioniero dentro agli occhi di chi ama. E non finisce su un telefonino o in una chat. Per condividerlo con gli amici. Per vantarsi di averne “presa un’altra.” Che una donna quando si spoglia racconta la sua storia. Che il corpo di una donna non è soltanto pelle, sangue e brividi. E va ascoltato quel corpo. Corteggiato e protetto. Che da una semplice bravata può nascere un disastro. E arrivare tardi, no. Non è concesso. Genitori, insegnate l’amore ai vostri figli. Facendogli capire che “sei la mia donna” è una frase pericolosa che nasconde rabbia. Facendogli capire che la vita si combatte ad armi pari. E nessuno si appartiene se non vuole farlo. Nessuno dei due vince sull’altro. Si vince sempre e sempre si perde insieme. Spiegate loro che non basta non tradire con il corpo per essere puliti. Per essere fedeli. Esistono ferite ben peggiori. E sono quelle che non devono succedere. E sono quelle che uccidono per prime. Genitori, insegnate l’amore ai vostri figli. Perché imparino il significato di volersi. Di accettarsi. Perché lo possano comprendere. Raccontate loro che l’amore può ammalarsi proprio come noi. Di noia, di vita. Di normalità. Questo vizio che abbiamo di chiedere miracoli all’amore. dimenticandoci di dare. L’amore nasce amore. Forte, lo si fa diventare insieme. E più d’ogni altra cosa, spiegate ai vostri figli che l’amore può finire. Se la storia è conclusa. Se il momento è arrivato. Lasciate che vada a splendere altrove. Bisogna avere rispetto dell’amore e della persona che ha saputo donarcelo. Che ci é stata vicino. Che ce l’ha messa tutta. Ma non ce l’ha fatta. Che un giorno ha promesso non davanti a un altare ma dentro ai nostri occhi dove l’anima respira di prendersi cura della nostra felicità. Che ha arredato la nostra solitudine di piccole attenzioni. Insegnate ai vostri figli ad aver cura dell’addio. Che quando il dolore sarà finito del ricordo pulito di quell’amore ne avranno bisogno. Genitori, insegnate l’amore ai vostri figli. Finché siete in tempo. Riempirli di attenzioni non serve. Amarli semplicemente non basta più. Perché qua fuori qualcosa non sta funzionando. Perché qua fuori qualcosa di inspiegabile e pauroso sta accadendo. Quel qualcosa va fermato. E voi, più di loro, ne avete il compito. E voi, più di loro, ne siete responsabili. Andrew Faber
gabriella marzia rapisarda