“Più ci avviciniamo all’Uno, più ci allontaniamo dal mondo; è il marchio che non inganna, perchè più ci avviciniamo al mondo, più ci allontaniamo parimenti dall’Unico. Più ricercheremo l’approvazione degli uomini, meno otterremo quella dell’Unico. Chi è tanto saggio da abbandonare le vane preoccupazioni del mondo? Chi è tanto folle da consacrarsi alla ricerca del Signore di vita? Quando saremo veramente presi dalla ricerca del nostro Signore misterioso, gli affari del mondo e la gente che se ne occupa ci sembreranno fastidiosi, vuoti ed insopportabili; e questi ci considereranno incapaci, inutili e folli. Siamo come insensati che hanno scommesso tutti i loro averi nel gioco di Dio, e questo sembra scandaloso a quelli che contano soltanto sul lavoro delle loro mani per vivere e prosperare nel mondo. Chi può camminare tra i morti senza urtarli e senza lasciarsi urtare da questi? Dappertutto inganni, banalità e vigliaccherie per ottenere un posto nel mondo che perisce, e non un’iniziativa del cuore e dello spirito per ottenere un posto nel mondo che non perisce. Si battono per il letame e tralasciano la perla che risplende dentro di loro. Quale peggiore maledizione di questa? Non sono da compiangere nonostante il loro bel successo in questo mondo transitorio? Che vale trionfare quaggiù, se si tratta di trionfare nel fango della morte che ci uccide alla fine? Trionfo risibile verso cui i furbi e gli stolti corrono perdutamente in questo mondo. I guadagni, le ricompense, gli onori e le cariche degli uomini sono un’inezia per chi ha trovato l’Unico. Sono anche un’inezia per quelli che non lo hanno trovato, ma, poichè non lo sanno, si consolano giocando con il vento della vanità.”
-Louis Cattiaux-