Federico Gatti

Founder Junior

C'è una tribù in Africa, dove la data di nascita di un figlio non viene conteggiato da quando nasce, né da quando è concepito, ma dal giorno in cui il bambino era un pensiero nella mente di sua madre. E quando una donna decide che avrà un bambino, va fuori e si siede sotto un albero, da sola , e ascolta fino a quando può sentire il canto del bambino che vuole venire. E dopo aver sentito la canzone di questo bambino, lei torna da colui che sarà il padre del bambino, e la insegna a lui. E poi, quando fanno l'amore per concepire fisicamente il bambino, per un po' di tempo cantano la canzone del bambino, come un modo per invitarlo. E poi, quando la madre è incinta, insegna la canzone del bambino alle levatrici e alle vecchie donne del villaggio, in modo che quando il bambino è nato, le donne anziane e le persone intorno a lei cantino la canzone del bambino per accoglierlo. E poi, come il bambino cresce, agli altri abitanti del villaggio viene insegnata la canzone del bambino. Se il bambino cade, o si fa male al ginocchio, qualcuno lo raccoglie e gli canta il suo canto. O se il bambino fa qualcosa di meraviglioso, o partecipa ai riti della pubertà, allora come un modo per onorare questa persona, la gente del villaggio canta la sua canzone. Nella tribù africana c'è un'altra occasione su cui gli abitanti del villaggio cantano al bambino. Se in qualsiasi momento durante la sua vita, la persona commette un crimine o un atto sociale aberrante, l'individuo è chiamato al centro del paese e le persone della comunità formano un cerchio intorno a lui o lei e poi gli cantano la sua canzone. La tribù riconosce che la correzione per un comportamento antisociale non è la punizione, ma è l'amore e il ricordo della propria identità. Quando si riconosce la propria canzone, sparisce la voglia o il bisogno di fare cose che possano ferire un altro. E va così la loro vita. Nel matrimonio, le canzoni sono cantate, insieme. E infine, quando questo bambino è sdraiato sul letto, pronto a morire, tutti gli abitanti del villaggio conoscono il suo canto, e cantano, per l'ultima volta, il canto a quella persona.

Federico Gatti

Founder Junior

Avere amici ci aiuta a dividere lo stress. E’ meraviglioso avere un confidente, una persona che possa offrirci aiuto, una spalla su cui piangere. La sola presenza di gente che ci vuole bene riduce l’impatto dei problemi che ci tocca affrontare. Basta solo parlare dei problemi che più ci preoccupano: tale semplice azione ha un grande effetto benefico a livello fisico e psicologico. Quando si parla di abilità emotive ci si riferisce alla nostra capacità di riconoscimento, canalizzazione e dominio dei nostri sentimenti, dell’empatia e dei sentimenti che appaiono nelle relazioni sociali. Quindi non c’è da meravigliarsi se, avendo buoni amici, possiamo rafforzare le nostre capacità emotive. Questo, inoltre, ci consente di avere una migliore predisposizione verso gli altri, e quindi più opzioni per creare relazioni significative.

Federico Gatti

Founder Junior

Buona giornata a tutti

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