L’Ue affossa le clementine IGP di Taranto. Fermiamo gli assurdi accordi commerciali di Bruxelles
Dovrebbero essere una delle punte di diamante della nostra economia, non solo del settore agroalimentare. Ma le clementine Igp del Golfo di Taranto non si vendono più. Chi le coltiva, ormai preferisce non raccoglierle e abbattere gli alberi per farne della legna. Il motivo? Il prezzo imposto dal mercato è di 50 centesimi al chilo. Troppo poco per rendere conveniente la loro raccolta. Tanto la grande distribuzione e l’industria della trasformazione sanno dove andare a parare: ci sono le arance che arrivano dal Marocco o dal Sud America sfruttando gli assurdi accordi commerciali sottoscritti dall’Ue. E che costano la metà.
In soli due mesi, in Italia sono arrivate 170mila tonnellate di clementine marocchine. E questo anche grazie alla vergognosa carenza di controlli alla frontiere e alla triangolazione con la Spagna: le arance arrivano li’ e, per magia, diventano comunitarie. E’ uno scandalo che sta affossando un pezzo importante dell’economia tarantina: da novembre 1,5 milioni di quintali di arance sono rimaste invendute, più della metà di quelle prodotte.
Per fermare tutto questo occorre rivedere le politiche commerciali dell’Ue, subito. La riconversione economica del territorio cui il governo e il Movimento 5 Stelle stanno lavorando mette al centro proprio l’agricoltura. Ma per farlo, dobbiamo togliere ai nostri alberi e ai nostri agricoltori il cappio degli accordi commerciali di Bruxelles. Anche per questo le elezioni europee di maggio saranno una tappa fondamentale di questa sfida. Che possiamo e dobbiamo vincere.
In Italia la prima strada al grafene e plastica riciclata 100% riciclabile
Una nuova tecnologia tutta italiana che per la prima volta è stata testata a Roma sull’Ardeatina
un nuovo materiale “supermodificante al grafene” (Gipave) è un ingrediente che permette di migliorare le prestazioni dell’asfalto, rendendolo più resistente, antismog, antighiaccio, inoltre aumenta la resistenza delle strade al passaggio delle auto e riduce il ‘graffio’ degli pneumatici , andando quindi ad aumentare la vita utile dell’asfalto. Dite che potremmo nei prossimi anni dare l’addio definitivo alle buche?
Questo nuovo prodotto italiano strizza anche l’occhio all’ambiente, infatti la combinazione di nuove tecnologie (come Gipave) e la rigenerazione delle vecchie pavimentazioni stradali permettono infatti di utilizzare dei materiali già presenti sulla strada, con un incremento della durata e la diminuzione della manutenzione di quelle nuovo
Tanto che, stimano, le strade realizzate con Gipave potranno essere riciclate al 100%, riducendo così l’estrazione di nuovi materiali e l’impiego di bitume di primo utilizzo, riducendo anche la quantità di materiale da smaltire
La creatrice di questo nuovo materiale è Iterchimica, che si occupa di tecnologie per migliorare le prestazioni dell’asfalto, in collaborazione con Directa Plus, si tratta di un brevetto tutto italiano depositato nel novembre 2017, che fa parte del Progetto Ecopave, un programma di ricerca durato tre anni.