C’è chi se lo farebbe somministrare per endovena e chi preferirebbe procurarsi un’overdose da Malibù e Cola piuttosto che assaggiarne una sola goccia. De gustibus non est disputandum, anche se diciamocelo, con il politically correct e gli opinabilissimi gusti altrui, ci asciughiamo la condensa che il Negroni lascia sul tavolo.
Che siate pro o contro, ci interessa poco: il signor Negroni ha spento 100 candeline e non possiamo che rendergli omaggio.
Un po’ come Elisabetta II, il cocktail italiano per eccellenza non molla un cazzo e anzi, anno dopo anno, spernacchia le nuove miscele e i drink avversari, dimostrando che la classe non è acqua ma nemmeno quelle cagate colorate che vi propinano in discoteca.
LA STRUTTURA – Suor Edite, brasiliana, è l’ideatrice del progetto: “Sono arrivata a Nepi lo scorso gennaio. La vecchia serra era tutta malandata. Da lì il pensiero di ricoprirla con delle bottiglie. Con pazienza e nel tempo libero, con un bel numero di bottiglie, ho iniziato il lavoro. Grazie ad una rete ho rinforzato la struttura. Con l’aiuto di Fortunato poi, che lavora qui, siamo riusciti in questa impresa finale. Pensavo di finire l’opera in 3-4 anni. Invece le persone di Nepi si sono adoperate per portarci tantissime bottiglie di plastica. A dicembre, dopo un anno di lavoro, ecco la nuova serra per il nostro orto”.