Se ti è possibile crea la felicità, mitiga la sofferenza che incontri negli altri e desta fiducia in quanti avvicini: basta per esser in pace."
(Enzo Bianchi)
È composta da varie tuniche concentriche carnose di colorito bianco e con involucro rosso; è coltivata in queste zone da oltre duemila anni, importata dai Fenici, e da oltre un secolo, ora abbinata al turismo, contribuisce allo sviluppo socio-economico della zona. La dolcezza dell'ortaggio pare dipenda dal microclima particolarmente stabile nel periodo invernale, senza sbalzi di temperatura per l'azione di mitezza esercitata dalla vicinanza del mare, e dai terreni freschi e limosi, che determinano le caratteristiche pregiate del prodotto.
La forma è rotonda od ovoidale.
Plinio il Vecchio, nella Naturalis Historia, fa riferimento alla cipolla rossa come rimedio per curare una serie di mali e di disturbi fisici.
La leggenda vuole che il fondatore sia stato Ercole quando, di ritorno dalle Colonne d'Ercole (Spagna), si fermò sulle coste del Sud Italia. Nelle zone limitrofe sono state rinvenute tombe di origine magno-greca.
La storia di Tropea inizia in epoca romana, quando lungo la costa Sesto Pompeo sconfisse Cesare Ottaviano: a sud di Tropea i romani avevano costruito un porto commerciale, vicino l'attuale Santa Domenica, a Formicoli (toponimo derivato da una corruzione di Foro di Ercole), di cui parlano Plinio e Strabone.
Per la sua caratteristica posizione di terrazzo sul mare, Tropea ebbe un ruolo importante, sia in epoca romana (attestato dalla cava di granito che sorge a circa 2 km dall'abitato, nell'attuale comune di Parghelia) sia in epoca bizantina; molti sono i resti lasciati dal bizantini, come la chiesa sul promontorio o le mura cittadine (chiamate appunto "mura di Belisario"). Dopo un lungo assedio, la città fu strappata ai bizantini dai Normanni, sotto i quali prosperò. Tropea continuò a prosperare anche sotto il dominio degli Aragonesi. Il 4 febbraio 2016 nasce il Club UNESCO Tropea Costa degli Dei.[5]