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Anche raccogliere un’erba o una bacca troppo acerba o matura potrebbe avere conseguenze. Non solo variazioni di sapore che la rendono immangiabile, ma anche dei valori nutrizionali, vanificando tutto l’impegno profuso nel cercare di cibarsi in modo sano ed equilibrato.
È, quindi, fondamentale scegliere solo erbe, fiori o bacche che si è sicuri di conoscere, senza lasciar spazio a dubbi o tentativi.
Un accorgimento in più è, inoltre, quando si consuma per la prima volta un’erba, mangiarne piccole quantità per verificare di non essere allergici.
Preservare l’ecosistema con il foragingPraticare la raccolta delle erbe, dei funghi e delle bacche spontanee senza conoscerne e rispettarne i principi può rivelarsi una pratica dannosa per l’ambiente e che può mettere a rischio l’equilibrio di delicati ecosistemi.
Tra le regole fondamentali da seguire per dedicarsi a questa attività, ad esempio, vi sono:
- raccogliere solo quello che serve ed evitare le scorte che finirebbero quasi certamente nell’umido
- non calpestare specie non edibili per l’uomo ma importanti per gli animali e l’ecosistema
- non sradicare mai le piante, ma tagliarle delicatamente con delle piccole cesoie lo stelo appena sopra la radice, così da permetterne la ricrescita
- prelevare parti di corteccia solo da alberi caduti
In genere, è consigliabile farlo in zone verdi lontane da città o altre fonti di inquinamento, senza però addentrarsi troppo nella natura selvaggia.
L’ideale è, infatti, cercare erbe in prossimità di campi coltivati, di vigneti, di uliveti e di frutteti. Sono luoghi dove più raramente crescono specie velenose, che sono disturbate dalle varie operazioni colturali e da possibili pesticidi irrorati dai contadini.
Se si pratica la raccolta di alghe è bene tenersi lontano dagli estuari dei fiumi o dagli sblocchi di acque potenzialmente inquinate. La più diffusa, da raccogliere solo tra maggio e ottobre è la salicornia, sulle larghe spiagge dell’Oceano Atlantico, soprattutto in Bretagna e Normandia.
Foraging in cucinaAl fine di godere in maniera sicura a tavola dei frutti della propria raccolta bisogna raccogliere solo quello che si conosce e cimentarsi nella preparazione di ricette semplici e che prevedano pochi ingredienti.
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Successivamente, questo metodo alternativo di procurarsi il cibo è rimasto appannaggio delle comunità rurali più isolate, dove fino a pochi decenni fa le donne più anziane avevano ancora l’abitudine di cercare erbette come rughetta, cicoria e tarassaco nei prati vicini.
Se oggi questa pratica ancestrale è tornato in auge, è anche grazie ad un testimonial di eccezione, come il cuoco danese René Redzepi, chef del ristorante più importante al mondo, il pluristellato “Noma” di Copenhagen. Proprio lui ha reso interessante il foraging al grande pubblico. Infatti, ha avviato diverse iniziative per farla diffondere, riscontrando sempre più successo.
Si valorizza, infatti, l’importanza della sostenibilità alimentare, il legame tra sapori e tradizioni eno-gastronomiche e territorio. Allo stesso tempo si offre l’opportunità di entrare in connessione diretta con la natura, scoprendone i doni preziosi, che spesso sono sotto gli occhi e non si riconoscono.
Foraging: traduzioneIl termine deriva dal verbo inglese to forage che significa ‘foraggiare’ e deriva a suo volta dalla raccolta del foraggio, l’erba delle mucche. Vale sia in senso figurato che reale, come approvvigionamento di qualcosa, soprattutto a scopo alimentare.
Come si pratica il foragingQuesta attività non può essere praticata da inesperti, in quanto può facilmente rivelarsi rischiosa (e persino mortale), sia per la salute, che per l’ecosistema.
Proprio per tali ragioni è importante avvicinarsi solo dopo aver frequentato un corso e approfondito lo studio con libri e manuali.
Meglio ancora, è molto consigliato, dopo il corso, affiancarsi ad un esperto raccoglitore, che con l’esempio e l’esperienza sul campo permette di avere più dimestichezza.
Preservare la salute nel foragingPrima di dedicarsi a questa esperienza di raccolta delle erbe selvatiche, è necessario imparare a conoscere e distinguere:
- le varie tipologie
- le proprietà
- le quantità in cui possono essere consumate
- il periodo di raccolta
- le modalità per cucinarle
Confondere una specie con un’altra, oppure consumare alcuni frutti in modo errato o eccessivo, può avere pericolose conseguenze per la salute, che possono spaziare da un semplice mal di stomaco ad allucinazioni fino all’avvelenamento e in taluni casi la morte. Pensiamo solo ad erbe spontanee molto velenose come la digitale e la belladonna che possono essere scambiate con altre decisamente più innocue.
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Mangiare sano per tutta la vita aiuta a prevenire tutte le forme di malnutrizione, così come molte malattie e patologie non trasmissibili.
Purtroppo l’industria alimentare ha introdotto una massa di alimenti trasformati che, insieme alla rapida urbanizzazione e al cambiamento dello stile di vita, ha portato ad un enorme cambiamento nelle abitudini alimentari del mondo, non solo occidentale.
La tendenza è quella di mangiare sempre più alimenti ad alto contenuto calorico, ricchi di grassi, zuccheri e sodio, a discapito di frutta, verdura e fibre alimentari, come quelle fornite dai cereali integrali.
Eppure, mangiare sano significa sempre e dovunque avere una dieta varia ed equilibrata, tarata sulle esigenze individuali (ad esempio, età, sesso, stile di vita e attività fisica), indipendentemente dal contesto culturale, dagli alimenti disponibili localmente e dalle abitudini alimentari. I principi base di una dieta sana rimangono sempre gli stessi.
Per adulti mangiare sano significa sempre:
Prediligere frutta e verdura fresca, legumi (ad esempio lenticchie, fagioli), frutta a guscio e cereali integrali (ad esempio mais non trasformato, miglio, orzo, frumento, riso integrale). Includere almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno.
Non avere più del 10% dell’apporto totale di energia derivato da zuccheri liberi, tenendo conto che la maggior parte degli zuccheri sono aggiunti agli alimenti o alle bevande dal produttore, e si trovano naturalmente nel miele, negli sciroppi, nei succhi di frutta o nei concentrati di succhi di frutta.
Non avere più del 30% dell’apporto totale di energia dai grassi. I grassi insaturi (presenti ad esempio negli oli di pesce, avocado, noci, girasole, colza e olio d’oliva) sono preferibili ai grassi saturi (presenti ad esempio nella carne grassa, nel burro, nell’olio di palma e di cocco, nella panna, nel formaggio, nel burro e nella pancetta). Gli acidi grassi trans industriali (presenti in alimenti trasformati, fast food, snack, fritture, pizze surgelate, torte, biscotti, margarine e creme da spalmare) sono esclusi da una dieta sana.
Non eccedere col sale, mangiandone meno di 5 grammi al giorno, e utilizzando sale iodato.
Per lattanti e nei bambini un’alimentazione sana favorisce una crescita equilibrata e migliora lo sviluppo cognitivo. Riduce anche il rischio di sovrappeso, obesità in una fase successiva della vita.
I neonati dovrebbero essere allattati esclusivamente al seno per i primi 6 mesi di vita e l’allattamento al seno dovrebbe continuare ininterrottamente fino all’età di 2 anni e oltre.
Solo a partire dai 6 mesi si potrà integrare con alimenti vari, adattati, sicuri e ricchi di sostanze nutritive, senza sale e zucchero.
Consigli pratici per mantenere una dieta sanaTutti i consigli per mangiare sano li trovate qui! Dai consigli per gli acquisti a quelli per la corretta conservazione e cottura dei cibi.
In questa sezione scoprirete anche quali sono i piatti e gli alimenti più idonei in presenza di allergie o intolleranze alimentari, nonché i cibi più adatti per i vari tipi di carenze di sostanze nutritive di vitale importanza.
Del resto, è proprio vero che “noi siamo quello che mangiamo“!