Cosa bolle sul fuoco in cucina?
Silenzio. Parla il grano.
Il silenzio è il suono del grano che cresce. È la musica che possiamo realizzare in noi anche nel nostro piccolo laboratorio alchemico, quando in cucina trasformiamo ingredienti. Non è importante dotarsi di mille strumenti, ma realizzare il silenzio. Il resto verrà da sé.
Cosa bolle sul fuoco in cucina?
EST MODUS IN REBUS
Cosa significa questo detto latino?
Che c'è un modo di fare le cose, ovviamente.
Ma cosa significa che "c'è un modo di fare le cose?"
Significa forse che le attività si realizzano da sé stesse, in modo del tutto casuale? Che le cose bastano a sé stesse? O che noi interveniamo e sappiamo già, noi come realizzare quello che vogliamo? E che quindi noi bastiamo a noi stessi?
Ovviamente no.
Significa proprio quello che sta a metà, significa che deve esserci una corretta relazione: tra le cose, gli ingredienti, e noi che le trasformiamo in piatti, in vivande.
Ma DOVE sta questo benedetto "Modus", questo modo corretto?
Lo dice il proverbio latino: nelle cose.
È negli ingredienti che noi troviamo "la giusta maniera" per portarli a compimento, per realizzarli in piatti (ti ricordo che proprio il termine "ingredienti" significa, etimologicamente, "ciò che cammina verso la realizzazione di un piatto, da in-gredior, camminare "dentro").
Noi dobbiamo solamente metterci a disposizione, offrire la nostra attenzione alle cose. Questo è sufficiente per esprimerci, con la nostra specifica personalità, realizzando piatti che parlano di noi, che comunicano.
Continuerò ad approfondire questo concetto, è importante.
Presto comunicherò anche la data del prossimo corso on line, dedicato alle prime erbette.
Intanto, se ti fa piacere, puoi scoprire nell'Area Membership (l'ho chiamata "in pentola" 😄, se vuoi puoi entrare "in pentola" con me!!!) il punto di arrivo del cammino dei tre ingredienti che vedi in foto: si tratta della ricetta "I fagottini di fratel leprotto"!
Noi, da
Cosa bolle sul fuoco in cucina?
Erbette e libertà
“L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante. Quando manca questo senso – prigione, malattia, abitudine, stupidità – si vorrebbe morire. “ (Cesare Pavese)
L’espressione della primavera, con lo spuntare delle prime erbette, sembra corrispondere in natura esattamente a questa citazione, così bella e preziosa. La natura comincia, ricomincia, ed è una gioia. L’unica gioia al mondo.
Esiste sempre un calore interiore, che genera il mondo.
Giova ricordarlo in questi tempi che appaiono cupi e difficili, che ci spiazzano. Ricordiamoci che il calore interiore prima o poi si manifesta, sempre, insistiamo nel coltivarlo.
Con l’arrivo della primavera questo calore interiore, prima timidamente e poi in maniera sempre più decisa e spavalda, diventa manifesto.
Se saranno coltivate adeguatamente, arriverà il momento della manifestazione per tutte le cose, piccole o grandi che siano: per le erbe in natura, così come per una vivanda che vogliamo realizzare, una ricetta; ma anche per una società più giusta per la convivenza tra gli uomini.
Intanto coltiviamo il calore in noi, la forza della verità e la fiducia!
Il giudizio sia la nostra arma per discriminare verità da falsità, non per collocare gli altri in una comoda casella.
La forza timida del marzo ci racconta che il ciclo riprende, come ogni anno, come sempre. Ad un livello diverso, con una consapevolezza in più, con le esperienze maturate nel tempo che è passato, fatte crescere sottoterra, in verità e autenticità.
La guerra non comincia con le bombe, ma con le bugie. E la pace comincia coltivando la verità e il sano giudizio.
Coltiviamo la verità in noi stessi, cucineremo un mondo buono.
Qualcosa bolle sempre in pentola!
Anche per questo canale. Novità in arrivo...
A presto e buon mese di Marzo per te, che stai leggendo.
Marco