Se io posso.
Se posso, se davvero io posso, le mie parole non saranno inutili. E il passare del tempo avrà un senso.
Avrà senso crescere, soffrire, aver sofferto. Invecchiare.
Se io posso, questo amore non sarà una catena.
E mia madre saprà sorridere prima di morire. E i semi che vado piantando germoglieranno.
Non dipende da quanto sangue ho nelle vene, da quanta forza corre nei polmoni.
Non dipende da quanto ho studiato, né dalla danza dei miei neurotrasmettitori, dai miei muscoli o dalla mia posizione sociale. Dipende da quanto ci credo.
Da quanto nutro di vita i miei desideri, che non basta pensarli, non basta dire “desidero”, desidero che il mondo cambi, che la felicità cammini per le strade, che tu sia protetta e forte.
I desideri bisogna non dimenticarli, non lasciarli appassire. Bisogna che abbiano carne e realtà, che nella realtà si calino cambiando le giornate, i lunghi momenti di vuoto, le perdite di tempo.
Allora, allora forse posso e tu puoi, e la vita può.
Ogni volta che penso impossibile qualcosa, ogni volta che non ci credo, detto limiti inutili alla mia vita, al mio essere umana, al mio agire qui e ora.
Quando credo, divento capace di muovere la superficie terrestre e il tempo mi viene dietro e le persone che tocco le tocco davvero, e non rimane il nulla di un incontro.
Se io posso.
Rimane qualcosa capace di modificare le molecole della storia, capace di muovere.
E quando credo molto, quando imparo a correre dietro la mia fiducia, so che le mie fatiche, le mie parole, i miei desideri hanno il potere di continuare a viaggiare oltre me, oltre i miei gesti o le mie percezioni.
Vanno oltre, anche del tempo.
(Manuela Vigorita, “Se io Posso”)
Immagine: Dipinto di Emile Vernon, "Young Woman with Daisies" (detail)
Fede nel bene - ci permette di vincere la paura -
Quali che siano le qualità e le facoltà possedute dagli esseri umani, se questi non hanno fede nel bene rischiano di perderle. Perché? Perché senza la fede nel bene, le più grandi qualità e le più grandi facoltà non hanno fondamento solido, e quindi automaticamente ne conseguono deformazioni di ogni genere nel modo di ragionare e di vedere le cose: gli esseri e le situazioni appaiono continuamente sotto una luce sospetta, e si ha paura. Ora, la paura è una pessima consigliera. In preda alla paura, quante persone si rendono colpevoli di vigliaccherie, di ingiustizie e cattiverie! Nonostante tutte le loro qualità, si lasciano invadere da quell’istinto irrazionale e incontrollabile. Quando la paura è passata, spesso si vergognano di ciò che hanno fatto, ma ormai è fatto... Per vincere la paura, dovete credere fermamente nella potenza del bene, ossia nella preminenza dello spirito in voi.
Omraam Mikhaël Aïvanhov
*" Non è facile invecchiare con garbo e parsimonia.
Bisogna accertarsi della nuova carne,
di nuova pelle,
di nuovi solchi,
di nuovi nei.
Bisogna lasciarla andare via, la giovinezza,
senza mortificarla in una nuova età che non le appartiene,
occorre far la pace col respiro più corto,
con la lentezza della rimessa in sesto dopo gli stravizi,
con le giunture,
con le arterie,
coi capelli bianchi all’improvviso,
che prendono il posto dei grilli per la testa.
Bisogna farsi nuovi ed amarsi in una nuova era,
reinventarsi, continuare ad essere curiosi,
ridere e spazzolarsi i denti
per farli brillare come minuscole cariche di polvere da sparo.
Bisogna coltivare l’ironia,
ricordarsi di sbagliare strada,
scegliere con cura gli altri umani,
allontanarsi da sé, ritornarci,
cantare, maledire i guru,
canzonare i paurosi, stare nudi con fierezza.
Invecchiare come si fosse vino, profumando
e facendo godere il palato, senza abituarlo agli sbadigli.
Bisogna camminare dritti, saper portare le catene,
parlare in altre lingue, detestarsi con fantasia.
Non è facile invecchiare, ma l’alternativa sarebbe stata di morire
ed Io Ho Ancora Tante Cose da Imparare*
Cecilia Resio