Founder Starter
Tutto quello che non riesci a controllare, ti sta insegnando a lasciar andare...
DOLCI SOGNI CAMERS 💖🌟
(KIddard)
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"Lei ha una relazione seria con se stessa e il suo mondo.
Sta impegnandosi con se stessa prima di impegnarsi con chiunque altro.
Felicemente, sta ordinando tutte le cose della sua vita.
Più lei sposa il suo desiderio profondo, più si aprono porte che la conducono in mondi più vasti.
Ci sono cose nella sua vita che sono sbagliate, sbilanciate, disarmoniche. La sua nuova consapevolezza l'autorizza a prendere una posizione. La sua voce assume nuovo brio dichiarando a se stessa la propria responsabilità.
I giorni del vittimismo sono finiti.
Lei non tollera più la manipolazione, l'ingiustizia, lo sfruttamento.
Lei sta impostando la sua voce per dire "si" o "no" in modo chiaro.
Il suo sguardo è sempre più profondo e mette continuamente in discussione lo status quo.
Il suo potere è alimentato dalla sua passione per la giustizia, per la pace e la verità.
Lei sta guadagnando rispetto verso se stessa.
Come dentro così fuori.
La sua fiducia in se stessa viene dal coraggio del cuore.
Sceglie di non avere paura, anche quando la paura scalcia e risveglia la sua Shakti, lei mantiene il suo potere senza farsi distrarre e trasforma.
Lei si alza in piedi e crede in se stessa e nel suo mondo.
Ed è così che sta nascendo un mondo nuovo."
(Sukhvinder Sircar, Joyous Woman)
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“Io, io. Utilizziamo sempre la parola ‘io’. Lo sai che è quella che utilizziamo di più?”
“Io?”
“Sì, e quello che ci aggiungiamo dopo è ancora più importante. La nostra realtà inizia dopo la parola ‘io’, è quello che ci definisce. Io sono quello. Io sono questo. Io desidero questa cosa e così via. È solo ego, ma è normale che lo sia. L’Io è sempre il nostro primo pensiero. Quello che addizioniamo dopo crea il nostro universo. Un universo costruito da muri o da spazi infiniti. Spesso usiamo le parole per etichettare. In questo modo limitiamo la nostra visione e i nostri orizzonti. Ogni etichetta che incolli per definire qualcosa è in realtà una piccola prigione.”
La sua affermazione mi rese perplesso. “Perché?”
“Ci fa rimanere, talvolta, nella zona che abbiamo creato, ci confina impedendoci di osservare oltre. Spesso tutto ciò è causato dalla comodità, dalla cultura, dalla famiglia e dalla società. Soprattutto dalla nostra limitata capacità di comprendere una visione totale. Quando crei il tuo piccolo territorio, è difficile accettare la visione di persone che vogliono farti osservare panorami diversi dal tuo..
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