Stefano Rossi

Top Founder President

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SCUOLA - 31/8/1870, NASCE MARIA MONTESSORI COLEI CHE STILO' L' OMONIMO "METODO MONTESSORI". EDUCATRICE, PEDAGOGISTA, SCIENZIATA.

2018-08-31 10:25:33

Maria Montessori pubblica, nel 1909, un testo che rimarrà alla base della pedagogia moderna: "Il metodo della pedagogia scientifica applicato all'educazione infantile nelle Case dei Bambini". Mette al centro il rispetto per la spontaneità del bambino ed offre un'alternativa all'educazione autoritaria dell'epoca. Ecco, sommariamente, i principi fondamentali . 1) Educare il bambino all'indipendenza Servire i bambini significa soffocare le loro capacità. Quindi compito dei genitori e degli educatori è aiutarli a compiere da soli le loro conquiste come imparare a camminare, a correre, a lavarsi. 2) Mai impedire a un bambino di fare qualcosa perché è troppo piccolo Non bisogna giudicare la capacità dei bambini in base all'età e non lasciargli fare qualcosa perché troppo piccoli. Bisogna dimostrare fiducia e lasciargli svolgere i compiti più facili. Ad esempio un bambino di due anni potrà mettere il pane in tavola, mentre quello di quattro portare i piatti. I bambini sono soddisfatti quando hanno dato il massimo di cui sono capaci e non si vedono esclusi dalla possibilità di esercitarsi. 3) Abituare un bambino a fare con precisione è un ottimo esercizio per sviluppare l'armonia del corpo I bambini sono naturalmente attratti dai particolari e dal compiere con esattezza determinati atti. Ad esempio, lavarsi le mani diventa per loro un gesto più interessante se gli si insegna che poi devono rimettere il sapone nel posto giusto; oppure versare l'acqua è più divertente se gli si dice di stare attenti a non toccare il bicchiere... E imparare ad agire con precisione è un ottimo esercizio per armonizzare il corpo e imparare il controllo dei movimenti. Uno degli esercizi più utili consigliati dalla Montessori è insegnare ai piccoli ad apparecchiare con diligenza, servire a tavola, mangiare composti, lavare piatti e riporre le stoviglie. 4) L'educatore montessoriano deve essere un angelo custode che osserva e non interviene quasi mai L'insegnante deve rispettare il bambino che fa un errore, e indirizzarlo a correggersi da solo. Chiaramente l'educatore deve intervenire in modo fermo e deciso quando il bambino fa qualcosa di pericoloso per sé e per gli altri. 5) Mai forzare un bambino a fare qualcosa Bisogna rispettare il bambino che si vuole riposare da un'attività e si limita a guardare gli altri bambini lavorare. L'educatore non deve forzarlo. 6) Educare al contatto con la natura Far vivere il più possibile il bambino a contatto con la natura. Perché il sentimento della natura cresce con l'esercizio. Un bambino lasciato in mezzo alla natura tira fuori delle energie muscolari superiori a quello che i genitori pensano. 7) Innaffiare le piante e prendersi cura degli animali abitua alla previdenza Educate il bambino a prendersi cura degli esseri viventi. Le cure premurose verso piante e animali sono la soddisfazione di uno degli istinti più vivi dell'anima infantile.  8) Sviluppare i talenti e mai parlar male di un bambino L'educatore deve concentrarsi sul rafforzare e sviluppare ciò che c'è di positivo nel bambino, i suoi pregi e i suoi talenti, in modo che la presenza delle sue capacità possa lasciare sempre meno spazio ai difetti. E mai parlare male del bambino in sua presenza o assenza. 9) L'ambiente scolastico deve essere a misura di bambino La scuola deve essere un ambiente accogliente e familiare in cui tutti i mobili e gli oggetti  (sedie, tavoli, lavandini...) siano modellati sulle misure ed esigenze dei piccoli. I materiali didattici devono essere appositamente studiati, ad esempio: oggetti da montare, incastri, cartoncini... che favoriscono lo sviluppo intellettuale del bambino e permettono l'autocorrezione dell'errore, cioè il bambino capisce subito se un incastro è sbagliato e sarà portato a cercare l'incastro corretto. 10) I bambini sono i viaggiatori della vita e noi adulti i suoi ciceroni Ciceroni che illustrano brevemente l'opera d'arte e conducono il viaggiatore a osservare le cose più belle affinché non perda tempo in cose inutili e trovi godimento e soddisfazione in tutto il suo viaggio.

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MUSICA DELLA BUONANOTTE - STING, " SHAPE OF MY HEART ".

2018-08-30 20:59:52

Shape of My Heart, è una canzone scrita e interpretata da Sting ed è inclusa nel suo quarto album solista del 1993 Ten Summoner’s Tales. Il titolo dell’album ha un doppio riferimento: da un lato The Summoner, un personaggio de I racconti di Canterbury (in inglese The Canterbury Tales) di Geoffrey Chaucer, e dall’altro il vero nome di Sting, che all’anagrafe è Gordon Sumner. Shape of my Heart è stata scritta da Sting insieme a Dominic Miller, un chitarrista anglo-argentino. Ascoltatela senza chiedervi troppo il significato, non è facile comprenderlo, ma l'effetto è una meraviglia. Buonanotte.

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SCUOLA E INFANZIA, MA NON SOLO - IL PEDIATRA? PRESCRIVE GIOCO.

2018-08-30 15:30:46

Vitamina D, tachipirina e due ore di gioco. È la prescrizione (atipica) che L' American Academy of Pediatrics suggerisce ai medici statunitensi per i piccoli in età prescolare. Se vuoi BAMBINI creativi, curiosi e più sani, con le abilità giuste per il ventunesimo secolo, lasciali giocare: è questo il titolo dello studio clinico anticipato online sul sito dell' Aap che dimostra come l'attività ludica sia fondamentale per la costruzione del cervello e rappresenti un importante cuscinetto anti stress. Tanto che Michael Yogman, uno degli autori principali del rapporto, conclude: " Stiamo raccomandando ai pediatri di prescrivere il gioco ". L'allarme è  concreto. I piccoli statunitensi passano davanti alla tivù in media quattro ore e mezzo al giorno. Una ricerca su un campione di 8.950 bambini dai tre ai cinque anni dimostra che solo il 51 per cento esce a fare una passeggiata o a giocare nel parco con un genitore. E i vari dispositivi elettronici, che spesso svolgono la funzione di babysitter, risultano in realtà meno efficaci a stimolare la creatività di quanto non siano pastelli, cucchiai di legno, puzzle, palloni e altri banalissimi oggetti alla portata di tutti. Per dire: una banana che diventa una cornetta del telefono nelle mani di un bimbetto è più costruttiva di uno smartphone. Il gioco, insomma, è una cosa seria, anche quando non sembra. Fa parte del nostro patrimonio evolutivo. Giocano gli animali ed, a maggior ragione, gli esseri umani. "Il problema è quando un adulto vuole imporre i suoi parametri ai figli: per esempio di non fare rumore, non sporcare, non mettere in disordine", scherza la psicoterapeuta Stefania Andreoli, presidente dell'associazione Alice Onlus di Milano, che nelle ultime settimane si è dovuta arrendere al gioco "Barbie in piscina" ogni volta che non poteva portare a nuotare le sue due figlie. "Il meccanismo di identificazione passa anche da lì...Ma e' molto importante in quei momenti non guardare i bambini dall'alto in basso,ma capire le loro esigenze, interpretare i loro gesti e accettare un po' di disordine in casa!" Come lei la pensa la psicologa Susanna Mantovani, professoressa  emerita della Bicocca di Milano, che aggiunge:"Nel gioco i bambini si danno le regole da soli e imparano a rispettarle, si assegnano i ruoli, sperimentano". Giocando si negozia, si impara a perdere, si immagina, si empatizza. Alla Mantovani, però,  ha procurato un lieve sussulto l'idea di una prescrizione medica, alla stregua di un antibiotico in sciroppo. "Suona come un'ossimoro, è paradossale, perché un bambino dovrebbe giocare così come mangia e respira". È vero, però, che la realtà americana è diversa da quella italiana. "La nostra scuola dell'infanzia è ancora un'istituzione dell'eccellenza: lo spazio del gioco è garantito". Mentre negli Stati Uniti i piccoli sono sottoposti ad attività performanti e a programmi che non contemplano l'ozio o tempi morti, nonostante uno degli studi portati a corredo dall'American Academy of Pediatrics dimostri che ai giovanissimi alunni di tre e quattro anni basti giocare con le maestre o con i compagni per almeno un quarto d'ora per ridurre l'ansia. Giocare è una cosa da bambini, ma non solo tra bambini. È importante che i genitori condividano alcuni di questi momenti con i figli. Anche se Susanna Mantovani avverte: " Io sono una nonna bravissima a leggere le storie, ma non sono portata per altre attività. Ognuno deve seguire la propria indole". E se poi la raccomandazione arriva dal pediatra di famiglia, tanto meglio. " Da noi in Italia sono ancora ascoltati. Per fortuna. (fonte Corriere della Sera)

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