Stefano Rossi

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MUSICA - 3/9/1970, LUCIO BATTISTI VINCE IL FESTIVALBAR CON "FIORI ROSA, FIORI DI PESCO". PENSATE CHI PARTECIPAVA!!!

03/09/2018, 19:39

Prima di passare all’analisi del testo qualche notizia tecnica sulla realizzazione della canzone. Lucio Battisti, voce e chitarra acustica, Franco Mussida, chitarra acustica, Andrea Sacchi, chitarra elettrica, Giorgio “Fico” Piazza, basso, Franz Di Cioccio, batteria, Dario Baldan Bembo, organo, Flavio Premoli, tastiere, 4+4 di Nora Orlandi, cori. In poche parole il meglio di quello che offriva il mercato, anche se alcuni nomi, rimasti fuori, sarebbero stati altrettanto all’altezza. Questo testo di Mogol è un capolavoro di sintesi, basta leggere le prima righe per capirlo. “Fiori rosa, fiori di pesco, c’eri tu… Fiori nuovi stasera io esco, ho un anno di più…”. Con queste poche parole, Mogol ci dice che è primavera, che lei c’era ma evidentemente non c’è più, e che è passato un anno. Fantastico no? Ed ecco che lui si mette subito in azione, con uno scatto repentino: “Stessa strada stessa porta, scusa, se son venuto qui questa sera, da solo non riuscivo a dormire perché di notte ho ancor bisogno di te…” Splendida l’idea di stessa strada e stessa porta, e del fatto che lui, disperato, si presenti ammettendo di essere in crisi, non ne fa misteri, glielo dice chiaro e tondo in faccia…” ma poi la prega… “Fammi entrare per favore… solo… credevo di volare e non volo, credevo che l’azzurro di due occhi per me fosse sempre cielo non è, fosse sempre cielo non è…” Osservate come Mogol con queste immagine ci racconta un sacco di cose, intanto che lui l’aveva lasciata per un’altra e utilizza la metafora di due occhi azzurri, che dovevano essere il cielo, ma il cielo non sono stati, dunque lui torna dalla sua ex fiamma molto deluso, e ancora più disperato, perché subito dopo continua: “Posso stringerti le mani… come sono fredde tu tremi… no, non sto sbagliando mi ami… dimmi che è vero… dimmi che è vero…” . Punto caldissimo e molto emotivo, ora siamo quasi in ginocchio, e anche con la speranza che le mani di lei tremino perché lui è tornato, e lui si illude ancora di più… “noi non siamo stati mai lontani, ieri era oggi oggi è già domani, dimmi che è vero… dimmi che vero…”. E qui il colpo di genio, ecco dove Mogol spiazza tutti con… “Scusa, credevo proprio tu fossi sola, credevo non ci fosse nessuno con te, oh scusami tanto se puoi, signore chiedo scusa anche a lei, ma io ero proprio fuori di me… io ero proprio fuori di me…”. Magnifico, lei non solo non ha detto una parola, ma è in compagnia di qualcuno che, con ogni probabilità è il suo nuovo fidanzato, o ragazzo, ma la forza è nel fatto che lui completamente fuori di testa ormai chiede persino scusa a colui che nel cuore di lei lo ha sostituito. Ora, l’abilità di Mogol, non è stata solo quella di scrivere un testo sublime, ma soprattutto su una cadenza metrica per nulla facile. Geniale! (Alberto Salerno).

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MUSICA - 3/9/1596, NASCE IL GRANDE LIUTAIO CREMONESE NICCOLÒ AMATI.

03/09/2018, 16:59

I suoi strumenti di straordinaria raffinatezza possiedono la tavola e il fondo maggiormente arcuati rispetto a quelli precedenti, sono costruiti con legname scelto e dalle venature regolari. I fori sulla tavola sono di delicata fattura, il riccio è ricamato con grazia e la vernice è trasparente, ma di un tono ricco e profondo. Il timbro dei suoi strumenti è dolce e leggero. Solitamente Nicolò costruiva i violini seguendo uno schema che lo portava a elaborare esemplari non troppo grandi, pur esistendo esempi di violini di dimensioni maggiori detti "i grandi violini Amati", oggi di grande valore. La forma era rigonfia nel ventre e nel dorso, anche se la tendenza era di progettare uno strumento sempre più piatto. La tavola armonica era formata da un legno tenero e morbido, talvolta dalla vena striata. Costruì anche un buon numero di eccellenti viole e violoncelli. Tra i suoi allievi vi furono i grandi liutai Antonio Stradivari, Andrea Guarneri nonno di Guarneri del Gesù, con cui perfezionò l'arco del violino, e Alessandro Gagliano capostipite di una celebre famiglia di liutai napoletani.

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MUSICA - È MORTO RANDY WESTON, PATRIARCA DEL JAZZ.

02/09/2018, 20:32

Randy Weston, pianista patriarca della musica jazz, 92 anni, è morto a Brooklyn, il quartiere newyorchese dove era nato il 6 aprile 1926. L'annuncio della scomparsa è stato pubblicato dal New York Times. Fautore di uno stile pianistico altamente percussivo, profondamente legato alle sue radici afro-caraibiche, Weston è stato anche un memorabile compositore: sono suoi temi come Hi-Fly e Little Niles. Gli incontri con Duke Ellington e con Thelonius Monk hanno lasciato un segno indelebile nella sua formazione musicale. Nel 1955 arrivò il riconoscimento di DownBeat che lo nominò miglior pianista emergente. Seguirono poi diversi viaggi in Africa che gli permissero di approfondire le sue conoscenze riguardo alla cultura e alla musica africana. Weston ha dato vita nel corso degli anni a diversi progetti. Tra questi, l'esperienza con i Master Gnawa Musicians, depositari di una delle più antiche, affascinanti e misteriose tradizioni del Marocco resta una delle più memorabili. Ha poi fondato la band African Rhythms, con cui è stato in concerto in giro per il mondo fino a poche settimane fa.(da Repubblica.it)

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