Stefano Rossi

Top Founder President

Stefano Rossi

Top Founder President

MUSICA DELLA BUONANOTTE - MOGOL DEDICA A BATTISTI O VICEVERSA? ADRIANO CELENTANO: " L' ARCOBALENO"

09/09/2018, 19:33

L'arcobaleno è una canzone di Adriano Celentano, scritta per la parte letteraria da Mogol su musica di Gianni Bella, inclusa nell'album Io non so parlar d'amore, pubblicato nel 1999. Sebbene Mogol non l'abbia apertamente ammesso, il brano è dedicato al musicista Lucio Battisti, amico sia di Celentano sia di Mogol, scomparso prematuramente circa quattro mesi prima dell'uscita dell'album (il 9 settembre 1998). Il testo della canzone è infatti un discorso in prima persona, rivolto da una persona scomparsa prematuramente ad un amico ("io son partito poi così d'improvviso che non ho avuto il tempo di salutare"). Celentano, che nel finale è udibilmente emozionato, registrò la canzone in casa sua a notte fonda e decise di inserirla nell'album senza reinciderla. Il brano, struggente e malinconico, contribuì grandemente al successo dell'album di Adriano Celentano Io non so parlar d'amore, che vendette oltre due milioni di copie. La canzone fu al centro di una leggenda metropolitana che voleva il testo scritto nientemeno che dallo spirito del defunto Battisti che si sarebbe messo in contatto con Paola Guidelli, una medium italiana residente in Spagna, la quale affermò che Battisti l'aveva contattata e che l'aveva spinta a cercare un libro in un negozio (Más allá del arco iris dello psicologo Grian), dentro al quale c'era un capitolo che parlava, appunto, dell'arcobaleno. «Ora contatta Giulio (il vero nome di Mogol) e digli di scrivere una canzone che io dedico a lui, che parli dell'arcobaleno», sarebbe stata la richiesta finale del defunto Battisti. A questo episodio se ne aggiunse un altro: Giulio Caporaso, direttore di Firma (la rivista mensile del Diner's Club Italia), dichiarò che, dopo aver assistito al concerto organizzato in tributo a Battisti l'11 settembre 1998 in piazza del Campidoglio a Roma, sognò il cantante che, tra le altre cose, gli parlava di arcobaleni. Caporaso inserì una lunga descrizione del sogno nel numero di ottobre 1998 di Firma, dedicandogli anche la copertina. Contattato dalla medium ed informato dell'articolo di Firma, Mogol inizialmente era scettico e non ne volle assolutamente sapere; si convinse a scrivere una canzone su questo tema solo dopo aver ascoltato la musica composta da Gianni Bella, che lo colpì particolarmente. In seguito ad un fatto inspiegabile e misterioso capitatogli (l'apparizione di un arcobaleno che terminava sul cofano della propria automobile in un viaggio in macchina sull'autostrada del Sole, all'altezza di Settebagni iniziò a ritenere che la storia della medium fosse vera, dichiarando di «non aver mai smesso di avvertire la presenza di Lucio» anche dopo la sua scomparsa. Dopo la pubblicazione dell'album, la leggenda acquisì una grande notorietà mediatica e venne discussa più volte nel corso di varie trasmissioni televisive (Target, Eventi Pop, Tg2 Dossier L'altro Battisti e Le voci di Lucio). Nel gennaio 2002, la stessa Guidelli ammise di essersi inventata tutto: non solo non era mai stata contattata da Battisti ma non era mai stata nemmeno una medium, a differenza di quanto affermato in precedenza. Alla richiesta del perché del suo gesto, la Guidelli rispose di averlo fatto «per dimostrare quanto al mondo si speculi sul paranormale e come la legge non tuteli i diritti di chi non c'è più. E per aiutare la gente a capire chi, tra i presunti amici di Lucio Battisti, lo fosse davvero e chi no». La sua, quindi, sarebbe stata una sorta di denuncia nei confronti dei suoi collaboratori o presunti tali che sfruttavano la sua immagine dopo la sua morte. Non si conoscono dichiarazioni a proposito da parte di Mogol, che anche in seguito alla smentita continuò a parlare di questi avvenimenti nel corso di diverse interviste senza far menzione della ritrattazione. La Guidelli ha avuto parole dure anche per lui, affermando che "il suo comportamento si commenta da solo".(da Wikipedia)

Stefano Rossi

Top Founder President

MUSICA - VENT'ANNI FA CI LASCIAVA LUCIO BATTISTI. "LA LUCE DELL' EST".

09/09/2018, 09:37

Oggi, 9 settembre 2018, ricorrono i vent’anni esatti dalla morte di Lucio Battisti, il più importante innovatore della popular music italiana. Musicista vero, Battisti è la canzone che sa anche essere musica e basta. È colui che più di altri e prima di tutti ha portato la forma-canzone in territori inesplorati. Dunque Battisti non era un semplice scrittore di canzoni. Non scriveva testi, come sappiamo, per cui non si può ascrivere nel novero del genere ‘canzone d’autore’, almeno nell’accezione storica, “primigenia” dell’espressione. Ma la canzone d’autore non è che un genere della popular music, e che rientra nel più vasto insieme di ‘canzone d’arte’. Ecco, per ciò che riguarda la canzone d’arte, Battisti è stato il migliore. Per distacco. Se poi è vero che gli uomini si riconoscono dai gesti che assomigliano alle proprie parole, Battisti oggi manca seriamente: faceva parlare solo le sue canzoni, refrattario al divismo e dunque autentico, mai appiattito nella ricerca dei gusti dei suoi fans. Da un certo punto in poi si è proprio del tutto eclissato. È rimasta celebre questa sua affermazione: «Un artista non può camminare dietro il suo pubblico, un artista deve camminare davanti». Ha scritto assieme a Mogol almeno una ventina di hit (non servono i titoli), ciascuna delle quali avrebbe rappresentato il culmine di carriera per un singolo artista. Purtroppo c’è un pregiudizio ancora vivo e vegeto: catalogare Battisti come autore commerciale e pop, disimpegnato (come fosse un’onta), autore di facili successi discografici in serie. Niente di più falso. Canzone e commercio ideologico, siamo sempre lì. La sua storia parla da sola: Battisti non è stato mai fermo, non ha mai ripetuto l’identico come molti altri artisti. E poteva farlo. Invece, dopo Emozioni del 1970 ecco Amore e non amore, album sperimentale che la Ricordi pubblicò non senza riserve; poi nel 1974 arriva Anima latina, disco che frantuma la forma canzone tradizionale, fino allo strappo più estremo ed economicamente sconveniente: la fine del sodalizio con Mogol, dopo l’album Una giornata uggiosa del 1980. «Scrivi il tuo nome/ su qualcosa che vale,/ mostra a te stesso/ che non sei un vegetale;/ e per provare/ che si può cambiare/ sposta il confine/ di ciò che è normale» (Scrivi il tuo nome, 1982): con queste parole Battisti inizia l’era post Mogol. Chi lo avrebbe fatto dei suoi detrattori? Da lì, forse per avvicinare la natura denotativa del testo e quella connotativa della musica, verso la strada di una grammatica totale, “naturale” della canzone, dal 1986 e per cinque dischi si è avvalso dei testi dell’enigmatico Pasquale Panella, per i cosiddetti “album bianchi”. Una ricerca continua, invece di una strada comoda. Gli artisti veri fanno così. Chiudo con una riflessione, per far capire quanto manchi oggi una personalità come Battisti. Uno dei suoi maggiori studiosi è Gianfranco Salvatore; ricordo benissimo che rimasi colpito quando lessi dalla sua biografia dell’artista (L’arcobaleno, Giunti, 2000) il racconto della registrazione di Emozioni. C’era in studio un’atmosfera fatale. Battisti la cantò con un filo di voce, uscì con gli occhi lucidi e le persone presenti erano tutte stremate. Parliamo di Mogol, Mussida, gente che già oggi e ancora di più in futuro si studiano e studieranno a scuola. Mogol e Battisti non pensarono più di voler scrivere una canzone di quel tipo; e in effetti non lo fecero. I presenti erano certi di trovarsi di fronte a qualcosa di irripetibile e unico. Per questo, la cosa acquisiva ancora più valore; avevano anche la competenza per capirlo. Io vi scrivo nel 2018. L’altra sera Sky ha messo in onda la registrazione della prima puntata di X Factor di quest’anno. Per la metà degli artisti esibitisi, i giudici hanno avuto lo stesso atteggiamento che Mussida e Mogol ebbero per Emozioni. Lascio a voi ogni tipo di considerazione.(Paolo Talanca, Il Fatto Quotidiano)

Stefano Rossi

Top Founder President

MUSICA - DOPO AVER VISTO, NELL' ULTIMO POST, IL SOPRANO OLGA ANGELILLO, SENTIAMO QUANTO È BRAVA. UNA VERA "REGINA DELLA NOTTE"!!

08/09/2018, 12:50

Abbiamo cantato assieme nello stesso coro per diversi anni divertendoci un sacco, insegnamo entrambe, lei maestrina, si fa per dire, io con i più grandicelli, mi sembra giusto e doveroso farvi sentire come gorgheggia. Giovedì canterà "Traviata" in Casa Verdi a Milano. Poi gli appuntamenti già indicati dopo un' estate ricca di avvenimenti in giro per la penisola. Spero che entri presto in Cam.Tv.

1
...
38 39 40 41 42
...
112