Stefano Rossi

Top Founder President

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MUSICA - E ORA TOCCA ALLE RAPPER. ANCHE IN ITALIA LE MAJOR SI ACCORGONO DELLE VOCI FEMMINILI DELL' HIP HOP.

20/08/2018, 13:39

Dal Corriere della Sera Il rap in Italia non è mai stato così vitale. Conquista stabilmente le classifiche, batte facilmente anche il pop più blasonato e così le major hanno pensato di mettere sotto contratto tre femcee, le rapper donna insomma. Dopo Baby K, che aveva iniziato nel 2008 con il rap per poi darsi al pop, adesso tocca a Priestess, Leslie e Nibirv portare la parità di genere all’interno di uno stile storicamente maschile e maschilista. Tutte nate intorno agli anni ‘90, hanno energia, voglia di esprimersi, e le loro rime stanno conquistando anche gli uomini. Un’impresa non certo facile. La più ascoltata della tripletta è Priestess. Nata nel 1996, Alessandra Prete (vero nome) ha superato il milione di ascolti su Spotify con Maria Antonietta, un brano che affronta temi tipici del rap, la quotidianità di una ragazza, i suoi svaghi, le sue preoccupazioni come sintetizzato dal verso «camere oscure, sapore di erba, le canne e i caffè, i vicini son fuori di testa, un po’ come me». Nata facendo cover jazz, rock e blues, sfrutta la sua dolcissima voce per tracce a metà strada tra il rap e la trap. Completamente diversa è Lisa Cardoni, in arte Leslie. Pescarese classe 1993, è emersa nel 2017 grazie a Bimbe (Holla), brano a quattro mani interpretato con le colleghe Nibirv, Ivonne e Hindaco. In lei spicca la furia nel rappare. «Nelle mie canzoni mi metto a nudo, parlo di me e di ciò che mi accade. Se un mese non riesco a pagare le bollette racconto della mia insoddisfazione per questa nazione, se però ho fumato parecchio, faccio un pezzo che parla di canne o magari di sesso». Omosessuale dichiarata, rispetto a molte colleghe non ammicca mai e non punta all’estetica. «Con i rapper uomini c’è un rapporto di stima reciproca, di sana competizione», racconta, «Con le donne invece la competizione è fisica, d’immagine, di click». I suoi primi video viaggiano intorno alle 50mila visualizzazioni su Youtube mentre l’ultimo singolo, Oh My Goodness dell’aprile scorso, conta 66mila ascolti su Spotify. Per il futuro ha in serbo un album. «Ho tantissima musica da pubblicare», sottolinea con la gradevole sfrontatezza che riversa nei suoi brani. Chiude la tripletta Nibirv (si legge Nibiru). La sua voce è molto musicale e si concede anche qualche incursione nell’elettronica. Nata a Bologna nel 1989, Sofia Buconi ha esordito anche lei nel 2017 con Bimbe (Holla) e poi, nel 2018, sono arrivati i primi singoli da solista, Come Kurt Cobain (68mila ascolti su Spotify) e Deadlift (11mila). «Deadlift (lo stacco da terra dei pesisti) l’ho scritta mentre lavoravo in palestra e ha una doppia lettura: voglio esprimere il mio amore per l’attività fisica ma anche criticare l’ossessione per il corpo». Per lei la questione di genere nel rap è complessa: «Il mercato discografico è maschilista perché le donne sono ascoltatrici più attente, seguono di più gli artisti e comprano di più», sintetizza. Ma ha un’arma vincente: «Ho trovato un modo nuovo di esprimermi e affrontare tematiche femminili nel linguaggio degli uomini». Questa dell’identità è una delle questioni più spinose del rap femminile. «Le donne devono imparare a scrivere testi, non si può andare avanti con artiste che rappano strofe altrui, magari scritte da uomini», spiega Paola Zukar, la più importante manager del rap in Italia. Energica 49enne, calca la scena underground fin dalla prima ora e tra i suoi artisti figurano nomi di spicco come Fabri Fibra, Marracash, Clementino ma nessuna donna. «Il rap è competitivo, aggressivo, e queste non sono certo le prime due caratteristiche che vengono in mente in una donna», spiega. Ciò vale anche per gli Stati Uniti dove dagli anni ‘90 ci sono femcee di successo come le decane Missy EElliott e Lauryn Hill e le più giovani Nicki Minaj e Cardi B, ma rimangono un’esigua percentuale. «Le ragazze da noi copiano ancora troppo — riprende Zukar —. Pensano ai vestiti firmati, usano le parolacce e l’aggressività degli uomini». La vera rivoluzione, secondo lei, ci sarà quando «le femcee troveranno una loro identità ben definita di donne, di artiste e di italiane».

Stefano Rossi

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MUSICA - JOHN DEACON, BASSISTA DEI QUEEN, COMPIE 67 ANNI. SCRISSE A QUATTRO MANI, CON FREDDIE MERCURY, "FRIENDS WILL BE FRIENDS"

19/08/2018, 18:52

John Richard Deacon (Oadby, 19 agosto 1951) è un bassista, musicista e compositore britannico. Dal 1971 al 1997 (anno in cui si ritirò dal mondo della musica) è stato il celebre bassista dei Queen. É stato autore di vari successi della band come Another One Bites the Dust, I Want to Break Free e You're My Best Friend. "Friends Will Be Friends" è un brano musicale co-scritto da Freddie Mercury e John Deacon pubblicato il 9 giugno 1986 come quarto singolo estratto dall'album A Kind of Magic, pubblicato solo pochi giorni prima. TESTO Another red letter day So the pound has dropped and the children are created The other half run away Taking all the cash and leaving you with the lumber Got a pain in the chest Doctors on strike, what you need is a rest It's not easy love, but you've got friends you can trust Friends will be friends When you're in need of love they give you care and attention. Friends will be friends When you're through with life and all hope is lost Hold out your hand 'cos friends will be friends Right till the end Now it's a beautiful day The postman delivered a letter from your lover Only a phone call away You tried to track him down but somebody stole his number As a matter of fact You're getting used to life without him in your way It's so easy now, 'cos you got friends you can trust Friends will be friends When you're in need of love they give you care and attention. Friends will be friends When you're through with life and all hope is lost Hold out your hand 'cos friends will be friends Right till the end It's so easy now, 'cos you got friends you can trust Friends will be friends When you're in need of love they give you care and attention. Friends will be friends When you're through with life and all hope is lost Hold out your hand 'cos friends will be friends Right till the end Friends will be friends When you're in need of love they give you care and attention Friends will be friends When you're through with life and all hope is lost Hold out your hand 'cos right till the end Friends will be friends Yeah, yeah

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MUSICA - IAN GILLAN, CANTANTE DEI DEEP PURPLE, COMPIE 73 ANNI, "SMOKE ON THE WATER".

19/08/2018, 13:12

Ian Gillan (Hounslow, 19 agosto 1945) è un cantautore inglese, noto per essere il cantante storico e autore dei testi della band hard rock britannica Deep Purple. Nella sua carriera Gillan ha anche guidato un proprio gruppo (la Ian Gillan Band), è stato per un anno il cantante dei Black Sabbath, e ha cantato nel ruolo di Gesù nella registrazione originale dell'opera rock di Andrew Lloyd Webber Jesus Christ Superstar. Gillan ha origini scozzesi (il padre era originario del quartiere di Govan a Glasgow) ed ha frequentato la stessa scuola in cui ha studiato Pete Townshend degli Who. "SMOKE ON THE WATER" Deep Purple, 1972: Ian Gillan ha la voce giusta per la canzone giusta,"Smoke on the Water". I riff (Il riff è una frase musicale, ossia una successione di note con una propria identità espressiva, come lo è in linguistica la frase di un discorso che si ripete frequentemente all'interno di una composizione e che viene utilizzato di solito come accompagnamento. Il termine è probabilmente un'abbreviazione e alterazione di refrain, un celebre esempio di riff nel rock 'n roll è presente in (I Can't Get No) Satisfaction dei The Rolling Stones oppure, nella musica rock, è dato dall'introduzione di chitarra dei Deep Purple in Smoke on the water; nel sottogenere hard rock spicca quello di Jimmy Page in Whole Lotta Love dei Led Zeppelin. Un esempio di riff nella musica classica, genere nel quale si usa più propriamente il termine ostinato, è dato dal Boléro di Maurice Ravel) di chitarra di Ritchie Blackmore introducono la canzone che entra di peso nella storia dell'hard rock. L'organo Hammond di Jon Lord e la sezione ritmica di Paice-Glover alimentano il paradigma heavy. Ineludibile per tutti i rockers a venire.

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