Stefano Rossi

Top Founder President

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MUSICA E SOCIETÀ CIVILE - 19/7/1992, STRAGE DI VIA D'AMELIO. UCCISO IL GIUDICE BORSELLINO E LA SUA SCORTA. "GLI ANGELI" VASCO.

19/07/2018, 09:13

Solo un ricordo dovuto. Niente like. Quello che si prova Non si può spiegare qui Hai una sorpresa Che neanche te lo immagini Dietro non si torna Non si può tornare giù Quando ormai si vola Non si può cadere più Vedi tetti e case E grandi le periferie E vedi quante cose Sono solo fesserie E da qui e da qui Qui non arrivano gli angeli Con le lucciole e le cicale E da qui e da qui Non le vedi più quelle estati lì Quelle estati lì Qui è logico Cambiare mille volte idea Ed è facile Sentirsi da buttare via Qui non hai la scusa Che ti può tenere su Qui la notte è buia E ci sei soltanto tu Vivi in bilico E fumi le tue Lucky Strike E ti rendi conto Di quanto le maledirai E da qui e da qui Qui non arrivano gli ordini A insegnarti la strada buona E da qui e da qui Qui Non arrivano Gli Angeli

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MUSICA DELLA BUONANOTTE - ERIC SATIE: GYMNOPEDIE N. 1

18/07/2018, 20:01

Éric Satie, detto Erik (1866 –1925), è stato un compositore e pianista francese. Il nome delle composizioni si rifà all'antica festività spartana delle Gimnopedie (Γυμνοπαιδίαι). Durante queste celebrazioni aveva luogo la gimnopedia, una danza processionale di efebi nudi, seguita da canti ed esercizi ginnici. Erik Satie scrisse 3 Gymnopedies come tre brani autonomi, riuniti in un'unica raccolta, stampata per la prima volta dal padre Alfred Satie, editore di musica nel tempo libero. I brani sono costruiti su quell'ambiguità armonica che influenzerà Debussy nel suo passaggio dal Simbolismo all'impressionismo. Ad esempio, le prime battute della Gymnopédie N. 1 sono costituite da una progressione alternata di due accordi di settima maggiore (di Sol e di Re).

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MUSICA E SPORT - 16 LUGLIO 1914, NASCE GINO BARTALI, UN OMAGGIO DA PAOLO CONTE

18/07/2018, 16:50

Leggete che bella descrizione da Rockit.it Ammetto che l'essere appassionati di ciclismo possa aiutare nel sentire qualche brivido lungo la schiena, ma i motivi d'interesse, in questo caso, sono diversi e travalicano l'aspetto sportivo. Si potrebbe parlare, ad esempio, dell'uso estremamente creativo della lingua, della cacofonia esotica di parole come "cellophane" o "caucciù", della bizzarria futurista di un ritornello come "Zazzarazzaz", di figure retoriche degne della letteratura colta come "abbaia la campagna" o "quel naso triste come una salita". Si potrebbe parlare dell'epica del ciclismo e della sua mitologia fatta di strade, polvere, salite, fughe solitarie, sudore, imprese che hanno affascinato milioni di persone influendo anche sui costumi e sulla politica. Io preferisco parlare del vero protagonista di questa canzone, che non è il ciclista del titolo, ma piuttosto il suo spettatore. Ora, chiudete gli occhi e provate a immaginare la scena. Eccolo lì, ai bordi di una strada polverosa, scalpitante nei suoi sandali: è un anno che aspetta che il Giro passi vicino a casa sua e finalmente arriva il giorno. La tensione è alta fin dal mattino, perchè quando i corridori passeranno durerà solo per pochi secondi, il tempo di vederli spuntare da una curva e sparire all'orizzonte. Un anno di attesa per pochi secondi. E la speranza è che il primo a spuntare dalla curva sia proprio lui, Bartali, perché allora sarà come aver vinto una scommessa, sarà come ricevere un premio per il proprio supporto. La sua vita mediocre si trasfigurerà in qualcosa di grande, perchè la vittoria del campione sarà anche un po' la sua che ha creduto in lui e che l'ha incitato. Non dimentichiamo che gli italiani sono un popolo da operetta, ma i francesi ci rispettano perchè Bartali ha vinto il Tour de France. E allora immaginate quest'uomo, che aspetta da un anno, che si prepara in strada all'alba, sotto il sole, tra la polvere, seduto in cima a un paracarro, esasperato dal pensiero di perdersi un solo secondo di spettacolo, in spasmodica attesa di qualcuno che ai suoi occhi rappresenta qualcosa a metà strada tra un salvatore della patria, una ragione di vita, un'epifania mistica e finanche la propria nemesi esistenziale. Ecco, immaginate quest'uomo che si sente dire dalla propria compagna: "Caroooo, mi porti al cineeemaa?" Ma va... Ma vaff... MA VACCI TU, VACCI! MI SI FOSSE SECCATA LA LINGUA QUANDO TI HO CHIESTO DI SPOSARMI. BOIA D'UN MONDO, SONO QUI CHE ASPETTO LA MIA NEMESI ESISTENZIALE E TU VUOI ANDARE AL CINEMA? MA COSA CI HAI IN QUELLA TESTA VUOTA? Poi non glielo dice, ma lo pensa. E che altro dovrebbe pensare? Non c'è niente di peggio di una donna che non comprende le passioni del proprio uomo

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