Stefano Rossi

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MUSICA E FILOLOGIA - GUCCINI? COME DANTE E MONTALE: L' ANALISI DI "SCIROCCO"

2018-09-21 17:12:19

Le canzoni del cantautore Francesco Guccini hanno la stessa dignità delle poesie e dunque possono essere stampate senza partitura musicale. La studiosa Gabriella Fenocchio ha curato l'antologia delle parole dell'autore per Bombiani, "Canzoni", con la dovizia filologica riservata ai poeti. Ogni canzone è accompagnata da note e da un commento. Ne riportiamo un esempio. L'interrogativo "Ricordi?" isolato in apertura del componi­mento e, come testimonia l'autografo, aggiunto in un secon­do momento, evoca subito, insieme a un tu che acquisterà una propria fisionomia a partire dal v. 7, anche lo spazio della me­moria di una giornata in una Bologna resa surreale dal soffio di un vento inconsueto. Lo scirocco trasfigura in una dimensione onirica un angolo della città, fra le torri che sembrano prendere vita su un palcoscenico teatrale e via dei Giudei trasformata in un porto canale animato da magici velieri. Ma ecco che, in una sorta di procedimento cinematografico, l'obiettivo restringe il campo, e l'occhio dell'osservatore depositario del ricordo e, si direbbe, tutt'altro che sprovvisto di lenti letterarie si sofferma su una presenza conosciuta, seduta al tavolino di un bar. E, come in una moltiplicazione di diaframmi, non è forse privo di significato anche il fatto che la scena descritta da qui in avanti sia osservata attraverso il vetro del locale, quasi un ulteriore filtro interposto fra l'io e la realtà già evocata nella metamorfosi dei suoi contorni abituali. Abituale appare invece il compor­tamento del personaggio osservato, con la "solita faccia" e il bicchiere di routine sul tavolo (vv. 9-10): una sorta di stereotipo del poeta tormentato da dubbi, tanto che lo stesso bar sembra mutarsi in un bistrot parigino. La quiete apparente della scena viene spezzata. L'energica avversativa che apre il v. 13 introduce l'arrivo, quasi un'appari­zione, della donna, leggera nel suo abito di percalle e sicura nei movimenti. Anche il lessico, diversamente dai versi precedenti per lo più improntati a una sintassi nominale, è ora movimen­tato da una fitta serie verbale ordinata in un lungo polisindeto (vv. 15-18), nel corso del quale ai gesti decisi e affrettati della protagonista femminile si sostituiscono a mano a mano i se­gnali della sofferenza e di una speranza infranta dalla verità del colloquio. L'io che osserva sa bene cosa sta accadendo e legge dietro quella gestualità muta un imminente addio, la pa­ralisi del dubbio fra le ragioni potenti e personali dell'amore e il vincolo di un rapporto antico e codificato. Le due vite si allontanano definitivamente: il parallelismo che lega gli incipit dei versi 23 e 27 mette in luce la simultaneità di due azioni opposte ma coerenti con la diversa fisionomia dei personaggi, l'una dinamica e vitale ("Lei si alzò"), l'altro inerte, statico, im­mobilizzato dall'incertezza ("Lui restò").

Stefano Rossi

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MUSICA - MIA MARTINI E LOREDANA BERTÈ: AUGURI ALLE PRIME SORELLE DELLA MUSICA

2018-09-20 11:59:07

Il compleanno di Mia Martini, che oggi avrebbe 70 anni, e quello di Loredana Bertè cade nello stesso giorno. Una è nata il 20 settembre del 1947 e oggi avrebbe compiuto 71 anni. L'altra è nata lo stesso giorno ma tre anni dopo, e oggi spegne 68 candeline. Una è considerata tra le voci più belle e le interpreti migliori della musica italiana. All'altra hanno dato il soprannome di "leonessa del rock italiano", a sottolineare la sua attitudine più rock, appunto. Una, quella più grande, ha cantato alcune delle canzoni d'amore più belle mai scritte in Italia, da "Minuetto" (e non ci stancheremo mai di ricordare l'autore del testo meraviglioso di questa canzone, Franco Califano) a "Gli uomini non cambiano", passando per "E non finisce mica il cielo", "Per amarti" e "Almeno tu nell'universo". L'altra ha esordito con un album interamente dedicato al sesso (fu la prima a dire "cazzo" in una canzone, "Il tuo palcoscenico", subito censurata), incidendo poi canzoni che divennero i suoi manifesti: "Dedicato", "Non sono una signora", "Amici non ne ho", "Luna". Una era osannata dalla critica: quando, nel 1982, si presentò al Festival di Sanremo con "E non finisce mica il cielo" (un gioiello firmato Ivano Fossati), i giornalisti istituirono appositamente per lei il "Premio della Critica" (anche se in precedenza esisteva un altro premio assegnato dalla critica, il "Premio giornalistico alla migliore interpretazione"). L'altra, con la critica, non è mai andata particolarmente d'accordo: "È opinione generale/ quella che non so cantare / e che vesto sempre male / Per la stampa nazionale / mi suicido per campare / come sponsor l'ospedale", cantava in una delle sue canzoni più conosciute. La diversità con la sorella maggiore, Loredana Berté non l'ha mai negata. In una delle pagine più intense del suo libro, "Traslocando - È andata così", nel capitolo dedicato alla sua vita in Svezia come moglie del tennista Björn Borg, scrive della sorella: "Era tutto il contrario di me, anche del mio stile. Eravamo la madonna e la mignotta, in Svezia", alludendo ad una visita di Mia Martini in terra svedese. Eppure, a guardarle cantare insieme, ci sembrano così simili, tra loro: due "sorelle" appunto, come recita anche il titolo di un disco congiunto uscito proprio il 20 settembre del 1999, contenente alcune canzoni di Loredana ed altre di Mia.

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MUSICA - 19/9/1981, STORICO CONCERTO DI SIMON & GARFUNKEL A CENTRAL PARK. "THE SUOND OF SILENCE".

2018-09-19 19:03:41

Il 19 settembre 1981, al Central Park di New York, Simon e Garfunkel tengono un evento che coinvolge mezzo milione di spettatori. Il concerto passerà alla storia per varie ragioni, prima di tutto perché il gruppo folk si era sciolto ufficialmente nel 1971 (non era la prima rottura tra i due). Pur non avendo mai ricomposto il duo, Simon e Garfunkel si esibirono diverse volte insieme, fino al celebre concerto al Central Park. Fu un evento gratuito il cui incasso venne devoluto in beneficenza. Per l'occasione i due si esibirono in grandi classici come "Mrs. Robinson’", "Homeward Bound’", "The Sound of Silence" e "The Boxer’", ma fu dato spazio anche ai brani firmati dal solo Simon. Una grande performance – ripresa dal canale televisivo HBO – che diventò un doppio disco altrettanto importante per la storia della musica pop, pubblicato un anno dopo. Il tema della canzone è l'incapacità dell'uomo di comunicare, con un titolo e un testo intrisi della ben nota passione di Simon per gli ossimori.

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